Con gli occhi chiusi di Patrizia Palombi possiede un titolo che descrive il modo con cui elaborare la lettura di questo romanzo: pagine che hanno bisogno di essere assaporate lentamente, tra respiri tiepidi e la luce candida di una luna che fa da sfondo a una delle protagoniste di questo libro. Ecco la mia recensione!
Con gli occhi chiusi di Patrizia Palombi: la mia recensione
Patrizia Palombi è stata bravissima perché pagina dopo pagina si percepisce un crescendo di emozioni che mette in risalto la figura femminile in tutte le sue declinazioni e sfumature, rendendo ogni donna unica nei suoi pregi e nei suoi difetti.
Un aspetto da sottolineare e che emerge fortemente è quanto la solidarietà tra donne possa diventare uno strumento essenziale e potente che cambia radicalmente e in positivo le esperienze che viviamo nel quotidiano. Inoltre a fare da cornice a questi racconti è la delicatezza e l’intensità delle poesie che creano una sorta di proemio alle storie di Maria Sole e delle altre.
Ecco qui un piccolo estratto che puoi leggere di seguito.
Con gli occhi chiusi,
dove il tempo non scorre mai
e dove il ricordo di notti insonni, di lenzuolastropicciate e dei nostri odori che ci avvolgono,
mi fanno dimenticare la mia perenne solitudine.Con gli occhi chiusi,
no, apri gli occhi alla luce della luna che tiproteggerà sempre, di notte quando la vedi, di
giorno la senti.
Kairòs e Chronos
Uno dei passaggi del libro che mi ha catturato è la riflessione di una delle donne che, facendosi un’esame di coscienza e ripercorrendo le sue esperienze, comprende ad un certo punto quanto il tempo sia essenziale e lasciarlo scorrere senza un vero scopo, senza un obiettivo è pericoloso.
Non avevo mai veramente capito la sacralità del tempo, che diventa prezioso quando ci rendiamo conto che serve soprattutto a ritrovare noi stessi, persi nei meandri della nostra mente contorta.
Il tempo infatti lo suddivide attraverso due termini differenti, come usavano fare gli antichi greci: Kairos e Chronos.
Mentre Chronos distrugge il tempo perché non lascia spazio alla riflessione, ci spinge a produrre, all’azione, ad accumulare esperienze che ci scivolano via, Kairos è il tempo dell’amore, della qualità, dell’affermazione di sé stessi e del bene che possiamo dare agli altri.
Questo modo di vivere il tempo ci aiuta a saper cogliere il momento opportuno, a fare delle scelte ponderate per il nostro benessere e per quello della nostra famiglia e una delle protagoniste dei racconti dell’autrice riesce a svoltare la sua vita grazie proprio a questa riflessione. D’altronde il maestro Oogway in Kung fu Panda dice a Poh: Ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà; ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono. Per questo si chiama presente.
Che il segreto della felicità sia proprio quello di trasformare Chronos in Kairos?