Un romanzo che abbraccia due vite intere, entrambe date alla musica e all’amicizia reciproca: Come l’aria che respiri di Frances Pontes Peebles, con la traduzione di Francesca Mastruzzo.
Frances De Pontes Peebles è nata a Recife, in Brasile. Cresciuta in Florida, si è laureata in lettere e ha frequentato il famoso Workshop degli scrittori dell’Iowa. Come l’aria che respiri, è il suo secondo romanzo. Il primo, Among Sisters è stato tradotto in nove lingue, ha ricevuto diversi premi: l‘Elle Grand Prix for Fiction, il Friends of American Writers Award e il Michener-Copernicus Fellowship. Inoltre, è stato adattato per il cinema da Conspiração Filmes e per la TV da Rede Globo, in formato miniserie.
Attualmente vive a Chicago con la sua famiglia.
Leggendo un libro che piace e coinvolge, si ha sempre l’impressione di entrare nel mondo che racconta e di seguire i personaggi descritti con le loro vicende, quasi come fossero reali: un mondo parallelo racchiuso fra le pagine più o meno numerose di un libro. Questa impressione, che provo sempre quando una storia catalizza la mia attenzione e che forse accomuna un po tutti gli appassionati di lettura, è stata palpabile e tangibile leggendo il romanzo di cui ti parlo oggi.
Come l’aria che respiri di Frances De Pontes Peebles, edizioni DeA Planeta, tradotto in italiano da Francesca Mastruzza e pubblicato in Italia il 29 Marzo 2019, è un romanzo che sa coinvolgere con la sua storia di amicizia durata una vita intera e di amore per la musica. Detto (anzi scritto) così, potrebbe sembrare quasi un’interpretazione superficiale ma questo libro non ha niente di superficiale, tutt’altro.
Il romanzo si apre con un ricordo preciso e i ricordi si rincorrono per tutta la storia. I capitoli sono anticipati da canzoni (o poesie) che ne racchiudono e, in qualche modo, ne anticipano il contenuto: trovata questa che mi è capitato di incontrare in vari romanzi e che trovo utile perchè da modo al lettore di intuire ciò che andrà a leggere. La voce narrante della protagonista che conduce il lettore dalla prima all’ultima pagina, è quella di una donna che racconta con rimpianto e nostalgia la sua vita intrecciata a quella di un’altra donna che definire solo amica, non renderebbe giustizia al personaggio. Graça/Sofia e Jega/Dores sono più che amiche, cresciute insieme sono diventate, con il tempo, sempre più necessarie l’una all’altra, incastonate in un rapporto quasi morboso che valica i confini delle famose “affinità elettive” che legano due persone, qualunque cosa accada. Pur nella totale diversità di caratteri, di vita, di background familiare, i loro destini si annodano e si intrecciano diventando interdipendenti e la scoperta della musica che fanno insieme da ragazzine, diviene quel collante che le unirà per sempre, anche oltre la stessa vita, malgrado tutto.
“Se la mia vita si potesse ascoltare, se potessi suonarla su un giradischi come un LP consumato, sarebbe un samba […] sarebbe un samba de roda, quello che suonavano in cerchio dopo il lavoro […]. Ci sono il lamento, l’umorismo, lo spirito di ribellione, la lussuria, l’ambizione, il rimpianto. E l’amore: c’è anche quello […]. Ed eccomi l’unica sopravvissuta di quella roda (stile di samba popolare brasiliano) ad immaginare voci che non sento più da decenni, […]. Ho tentato di cancellarla con l’alcol, il tempo e l’indifferenza. Ma mi rimane in testa e non mi darà pace finchè non avrò ricordato ogni parola. Finché non l’avrò cantata ad alta voce, dall’inizio alla fine.”
Si apre così Come l’aria che respiri, con questo stralcio che riporto, un lungo prologo dal sapore triste, nostalgico e malinconico che ricorda il ritmo di un samba lento: i ricordi della protagonista, accompagnano il lettore e lo trascinano in un continuo alternarsi di presente, passato e trapassato che, a volte, può risultare fuorviante ma che da il senso vivo delle memorie raccontate. Tutta la storia sembra fare un’ampio giro, un cerchio che si apre all’inizio e si richiude, alla fine, nello stesso preciso punto dell’apertura. Un lungo memoriale a tratti allegro, a tratti doloroso, carico di rimpianto ma che rende l’esatta misura della caparbietà, dell’ambizione, del desiderio di riscatto, attraverso la musica, delle due protagoniste principali. La musica diventa quel propellente che da loro il coraggio di affrontare privazioni, delusioni, ostacoli, il suo “sacro fuoco” resta dentro la vita di Graça e Dores fino all’ultimo istante, fin quando cioè si trasforma in deterrente per la vita di una di loro.
Le vicende dei personaggi e la musica sembrano alternarsi, avvicendarsi e scambiarsi il ruolo principale e a volte, prevalere l’uno sull’altra: questo interscambio è maggiormente evidente nella prima e nell’ultima parte del romanzo, nelle quali il ritmo più diluito e descrittivo, tra memorie e riflessioni, sembra segnare il passo e rallentare, mentre la parte centrale presenta un ritmo più serrato e veloce e gli eventi si susseguono a ritmo incalzante, quasi come succede in un brano musicale.
Ambientato in un Brasile ante e post Seconda guerra Mondiale, Come l’aria che respiri di Frances De Pontes Peebles, oltre alla storia delle due protagoniste racconta la società brasiliana e in parte anche il mondo hollywoodiano di quel tempo: le grandi disparità sociali, il mondo dei musicisti e i loro espedienti per sbarcare il lunario, l’industria cinematografica americana che cominciava a triturare attori e attrici fra i suoi spietati ingranaggi ma è la musica che resta il fulcro principale di tutto il romanzo assieme alla vita delle due protagoniste, così diverse tra loro eppure così vicine e interdipendenti.
Un romanzo completo e ben tradotto, non limitato al racconto delle semplici vicende dei suoi personaggi ma inserito all’interno di un contesto storico e sociale ben definito e ben raccontato.
«Una storia di ambizione, memoria e identità. Una visione cinematografica, ora panoramica, ora struggentemente intima, di un’epoca e di due vite indissolubilmente legate.» – Kirkus Reviews
«Una scrittrice di talento, dotata di una grazia e un’intelligenza rare.» – Los Angeles Review of Books