“Nulla è più spietato dell’amore per una persona” scrive la Kohen, un concetto ben delineato nella trasformazione esasperante del sentimento di Can, lo psicologo follemente innamorato di Duru, la ballerina intrappolata dal sentimento e dal suo egocentrismo. La scoperta dell’Io non è sempre facile, si è costretti a fermarsi così come i due personaggi, costretti a rivedere le proprie azioni, la propria vita, ripiegati su stessi per cercare la loro vera essenza.
“Quando cerchi di allontanarti da te stesso, la vita ti acciuffa ti mette all’angolo in modo che tu non possa scappare. E ti tiene lì, all’angolo, finché non trovi la forza dentro di te e non vedi con chiarezza ciò che devi cambiare”.
L’essenza di Chi è in queste parole ma ritengo sia la base stessa di tutta la trilogia. Non potrebbe essere spiegato meglio anche in termini di dialettica e qualità della scrittura; da psicologa cognitivo comportamentale, la Kohen sa bene cosa vuole dire e come scriverlo, probabilmente il suo era il modo più adeguato perchè il messaggio arrivasse in modo chiaro anche al lettore meno abituato a riflessioni di questo tipo. Mi ha colpito ed ho molto apprezzato la sapiente capacità nel delineare la dualità dei personaggi, estremamente diversi tra loro ma tutti significativi, ognuno in grado di poter dare e fare qualcosa d’importante per gli altri ma soprattutto per sé stessi.
“La vita è solo un momento. Sta a te esserne padrone o schiavo” dice Eti a suo figlio Can. Non potrei essere più d’accordo, siamo tutti uguali davanti alle scelte, ognuno deve essere capace di dare un senso alla sua “storia d’amore”, in fondo cos’è la nostra vita se non una prova d’amore verso noi stessi?
Chi è un percorso di forte autoconsapevolezza che arriva attraverso l’amore, i sentimenti mai manifestati, le sofferenze che giungono dal profondo, nulla è in fondo come sembra…
“Nessuno ci dice che solo per mezzo della sofferenza troviamo noi stessi, forse per non spaventarci. Più soffriamo, più la nostra scorza si assottiglia... Finché non emerge la nostra bellezza. Le più grandi battaglie non sono forse quelle contro noi stessi? Realizzare il nostro potenziale richiede una cosa sola: coraggio”, scrive la scrittrice turca
Can, Duru, Blinge, e tutti i personaggi di Azra Kohen, sono aspetti del nostro Chi, ciò che ricerchiamo costantemente ogni giorno, la linfa vitale che ci spinge ad agire, sta a noi, dice l’autrice capire cosa fare e cosa vogliamo. I sentimenti di Can e Duru, la musica del suo antico amore Deniz, dell’amorevole Blinge, la forte Ozge, in continua lotta con la cattiveria del mondo, la fragilità devastante di Ada non finisce con Chi, sono tutti in attesa di ricominciare un nuovo cammino per scoprire dove andare come dice Azra Kohen: perchè il seme possa finalmente sbocciare.
Ma questa è un’altra storia, quella di Pi, l’ultimo capitolo di questa incredibile trilogia, quando il cerchio si chiuderà e sapremo davvero cosa accadrà e cosa saranno diventati i personaggi di Ezra Koehn. Io non vedo l’ora.