Caro iCrewer, ho appena terminato la lettura di Antivirus, (self publishing, aprile 2020) un libro di Matteo Gennari riguardante la situazione di quarantena causata dal Covid 19 e di come viene vissuta da un’infermiera, Milena, e da suo nipote Alessandro che vive in casa con lei e la madre Monica.
Antivirus
Il racconto è costituito da capitoli in cui si alternano le voci del protagonista ventisettenne e della zia cinquantenne che espongono fatti e pensieri in prima persona.
Di pensieri ne hanno davvero tanti. Milena vive sulla propria pelle il dramma del contagio dopo aver assistito alle sofferenze di molti ammalati, invece Alessandro, oltre a riflettere sulle origini di questo virus e a sentire la mancanza di Vanessa, la sua compagna di letto, è molto preoccupato per il padre Marco che vive in Brasile dopo averli abbandonati per scappare con la donna mulatta di cui si era innamorato.
Alessandro è un ragazzo un po’ sbandato che ha sicuramente sofferto per l’abbandono del padre anche se continua giustamente a volergli bene e a preoccuparsi per lui nonostante il suo atteggiamento poco esemplare. Alessandro è un esperto di informatica e trascorre le sue giornate al pc oltre a farsi le canne. Agli occhi di tutti appare poco responsabile, sembra non aver voglia di costruire nulla di serio nella sua vita, non si prende cura di se stesso e della sua salute e crede che dietro la storia del virus ci sia un qualcosa di grosso.
La madre, avvocato, continua a lavorare da casa durante la quarantena ed è una di quelle donne costrette a crescere un figlio e a portare avanti una casa senza un uomo al proprio fianco. È per sentirsi meno sola che probabilmente invita Milena a trasferirsi a casa sua.
La difficile situazione della quarantena, oltre ad essere descritta dai personaggi, si evince con chiarezza dalla Cover, in bianco e nero, che rispecchia lo stato d’animo buio e il periodo grigio privo di quelle cose belle come la libertà che colorano la nostra vita. La sensazione di soffocamento è data anche dalla doppia gabbia ritratta, quella piccola in cui è rinchiusa una ragazza e quella più grande che racchiude questa gabbia e due animali di cui uno si alza sulle zampe e cerca di guardare fuori. Direi che, vista la tematica, la scelta di questa cover sia perfetta.
Ciò che mi è piaciuto e che ritengo opportuno citarti è una riflessione di Alessandro che condivido pienamente, relativa ad un aspetto positivo della quarantena:
stare chiusi in casa potrebbe servire a scoprire se stessi.
In quest’era in cui si è abituati a correre e a fare tutto di fretta, stare fermi può creare in qualcuno una situazione di disagio, una forma di spaesamento.
In realtà dovrebbe essere vista come occasione per guardare dentro di sé invece di avere sempre gli occhi puntati sull’esterno e su ciò accade intorno a noi. Ciò che ci accade nel profondo non va sottovalutato così come non andrebbe sottovalutata l’importanza di stare soli. La solitudine fa paura a molti ma solo se impari a stare bene da solo potrai essere in grado di star bene insieme agli altri.
In questo clima di ansia e angoscia, siamo stati tutti un po’ costretti a riflettere. Alcuni hanno compreso qualcosa che fino ad ora gli era sfuggito, altri hanno avuto delle conferme, altri ancora non hanno capito assolutamente nulla ma tutti si sono resi conto di quanto possa essere preziosa una cosa che forse diamo per scontata: la libertà. Non credi?
Chi è Matteo Gennari?
Quarantacinquenne nato a Milano ed emigrato in Brasile nel 2003. Laureato in Lettere moderne, prima di Antivirus ha scritto altri libri tra cui: Un succo naturale, grazie (Bookabook, 2016), Favelado. Quaranta racconti da Rio de Janeiro (Ofelia editrice, 2017), Cristo si è fermato a Rio (Unicopli, 2019).