Ragazze lontane di Isabella Nicora ed edito da Edizioni Leucoteca è un libro che ti pone in primo piano l’unione familiare, ti mostra come la famiglia, appunto, costituisca il perno centrale di tutto. Immagina un albero dal quale poi dipartono tutti i rami arricchiti dalle preziose foglie.
Così come l’albero non potrebbe esistere senza le radici, la famiglia non potrebbe sussistere senza coloro che ne sono le fondamenta.
Ragazze lontane: una cover fatta di elementi geometrici che si incastrano tra loro
La copertina di questo libro è composta da una miriade di figure geometriche nei toni del giallo e del verde. Personalmente, avrei scelto un’altra cover, magari delle ragazze raffigurate di spalle che osservano una vecchia casa d’un tempo.
Sicuramente, questa copertina avrà un suo significato ben preciso. Forse queste forme geometriche che si incuneano e che assumono forme diverse, rappresentano i componenti di una famiglia che si incastrano sì tra loro, pur restando diversi.
Questa è la storia di Giovanna e Salvo Manzi, onesti e umili lavoratori. Li conosciamo da giovani, li osserviamo nel loro essere genitori, rimboccarsi le maniche, cercare di costruire un futuro migliore per la loro prole, senza mai darsi per vinti.
Attorno a loro si snodano, appunto come rami di un albero, le vicende dei loro familiari: i figli in primo piano e poi i parenti di sangue e quelli acquisiti, ognuno con il proprio carattere, ciascuno con un modo di essere.
Il libro si suddivide in cinque parti, ognuna di queste comprende vari capitoli, ciascuno di essi, a sua volta, riporta in alto a sinistra la località e l’anno di riferimento. Quasi fosse una lettera. Inizialmente troviamo un prologo che parte dall’anno 2017, narrato in prima persona, poi facciamo un balzo indietro di svariati anni fino a giungere al 1943, anno in cui ha inizio la nostra storia.
Giungiamo fino al 2017, momento in cui tutto si conclude, come un cerchio che si chiude.
Proprio come il prologo, anche l’epilogo è narrato in prima persona, il resto della storia, invece, ci viene raccontato in terza persona – e chissà che non si tratti della stessa persona che vediamo nel prologo e nell’epilogo -.
Subito dopo l’inizio compiamo dei fugaci balzi indietro nel tempo trovandoci negli anni 1927, 1933, 1935.
Il ritmo narrativo è fluido e si mantiene sempre sullo stesso tono. Le digressioni presenti non appesantiscono la storia.
Il linguaggio è scorrevole, il libro ben scritto, i dialoghi per la maggior parte presentano nella loro strutturazione frasi tipiche dell’idioma locale. Ricordiamo che si tratta di una famiglia originaria della zona di Rieti.
Come sempre, l’utilizzo di formule dialettali, calate nella storia, conferisce un tocco di familiarità alla stessa.
Ragazze lontane: i legami della famiglia sono affetti che porterai sempre con te, ovunque andrai, ovunque sarai
Questa storia ci mostra le vicende di questa famiglia che deve fare i conti con gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, una famiglia che però non si è mai arresa.
Giovanna e Salvo sono le due figure portanti, coloro che tengono in piedi l’intera storia e dai quali, poi, si dipanano tutte le altre. Due persone sempre disponibili ad aiutare chi ne ha bisogno ed in particolare i loro familiari. Una donna ed un uomo che non si lesinano dal lavorare, rapportandosi sempre con umiltà, rispetto e grandezza d’animo.
«Giovanna e Salvo partirono molto presto con la corriera proveniente da Rieti che, una volta fatta la fermata a Borgorose, subito dopo il curvone in fondo alla strada principale, terminava il viaggio a Roma.»
Entrambi hanno sempre mostrato un grande amore per i propri figli, curandoli amorevolmente, soffrendo nel momento in cui si sono trovati dinanzi ad una decisione importante – che avrebbe modificato la loro vita – che ha riguardato la loro terza figlia.
«Se Dorina era al settimo cielo, Giovanna ripartì per Roma col vuoto nel cuore.»
L’amore tra Giovanna e Salvo così saldo, la loro unione tanto intensa da non lasciarsi scalfire, quella capacità di cercare insieme – e poi trovarla – la soluzione ai problemi.
Quell’affrontare sempre uniti, occhi negli occhi, mano nella mano, tutte le situazioni, spalleggiandosi, sostenendosi, mettendo da parte i malumori.
«Gli voltò le spalle per entrare nel palazzo dove lavorava da anni e, mentre saliva le scale, Salvo la osservò, orgoglioso di avere al suo fianco quella donna così forte.»
Un rapporto esemplare il loro, un modello per molte attuali coppie di oggi: a conti fatti quelli odierni sono tempi facili, a dispetto di quelli difficili di un tempo.
«Ragazze lontane. Così diverse l’una dall’altra, splendide nella loro unicità.»