Quest’anno si celebrano i 500 anni dalla morte del ‘giovane favoloso’. Nato nel 1483 a Urbino, Raffaello Sanzio è stato uno dei più celebri pittori del Rinascimento, scomparso ancora nel fiore degli anni e all’apice del successo, per malattia. Le fonti dell’epoca riportano il cordoglio che suscitò la morte dell’artista, considerato quasi divino per la sua bravura nel dipingere e per il fascino che la sua persona emanava. Inoltre, si dice che la sua morte avvenne il Venerdì Santo. E questo ha contribuito non poco ad alimentare il mito sulla sua natura divina.
Recita così il suo epitaffio: «Qui è quel Raffaello, dal quale la natura credette di essere vinta, quando era vivo, e di morire quando egli moriva.»
Raffaello raccontato da Raffaello
Costantino D’Orazio scrive un libro davvero interessante in cui fa parlare le opere realizzate da Raffaello per tracciarne a sua volta un quadro.
Così scrive nell’introduzione: «Dietro ogni ritratto del Sanzio c’è una storia che non riguarda soltanto la vita e le esperienze dei personaggi, ma le loro aspirazioni. Sembra che ciascuno di loro abbia trovato ascolto presso Raffaello, che ha fatto tesoro delle loro confessioni nell’elaborazione dei dipinti. In assenza di documenti che possano dare informazioni certe sui rapporti tra l’artista e la maggior parte dei suoi clienti, queste immagini posso diventare uno strumento utile per comprendere la personalità del Sanzio e analizzare il suo metodo di lavoro.»
Infatti, mentre di altri artisti quali Michelangelo e Leonardo possediamo diversi scritti che ci permettono di capire meglio il loro lavoro e la loro personalità, di Raffaello ci sono giunte pochissime parole scritte di suo pugno.
Entrano così in campo personaggi più o meno noti, come Pietro Vannucci (detto il Perugino), Elisabetta Gonzaga, i papi Giulio II e Leone X, Donato Bramante, Michelangelo Buonarroti e Leonardo da Vinci. La scrittura usata da Costantino d’Orazio è credibile: si immedesima nel personaggio ritratto da Raffaello e restituisce al lettore un’immagine vivida sia dell’artista, sia del soggetto ritratto. Ogni piega, ogni linea, persino l’inclinazione del volto sono in grado di comunicarci qualcosa di più sulla mano che ha dato loro l’immortalità.
Sono rimasta affascinata anche dal fatto che Costantino d’Orazio sia riuscito a far parlare personaggi ignoti. Un esempio? La Dama con il liocorno. La figura femminile ritratta nell’omonima opera di Raffaello, infatti, non è ancora stata identificata per mancata di documenti.
Ho trovato molto utile il paragrafo a fine capitolo in cui si sintetizza chi è il personaggio che parla. Non tutti i soggetti ritratti, infatti, sono conosciuti universalmente. Questo permette anche ai non addetti ai lavori di godere pienamente del valore di questa lettura, permettendo connessioni che altrimenti non sarebbero accessibili ai più. Inoltre, alla fine di questo paragrafetto, viene anche esplicitata – se c’è – la relazione che intercorre tra Raffaello e il soggetto raffigurato.
Cosa non mi è piaciuto
Se posso esprimere una critica al libro Raffaello. il giovane favoloso è questa: avrei preferito che le fotografie dei dipinti di cui si parla fossero alla fine o all’inizio del capitolo e non tutte raccolte insieme alla fine del libro. Questo perché per chi come me ha una memoria più fotografica che testuale, dal singolo titolo non riuscivo subito a recuperare il dipinto nel mio archivio mentale e quindi dovevo scorrere a fine del libro e poi ritornare indietro. Essendo i capitoli brevi, questo avveniva un numero elevato di volte e, alla lunga, l’ho trovato un po’ scomodo. Questo per quanto riguarda da versione digitale.
Un commento finale
Credo che la genialità di questo libro sia stato proprio l’approccio: una narrazione non convenzionale di un artista su cui si sono spese fiumi di parole in tutte le epoche. Un racconto denso di spunti, in grado di soddisfare la curiosità del lettore senza appesantire la lettura. Un libro che consiglio sia a coloro che già amano l’arte, sia a chi non ha ancora sperimentato quest’amore perché, proprio grazie a questo libro, potrebbe scoccare il colpo di fulmine.
L’autore: Costantino d’Orazio
Storico dell’arte e saggista italiano, Costantino d’Orazio lavora presso la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. È stato curatore del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma e ha collaborato con diverse università. Ha pubblicato numerosi cataloghi di mostre e diversi saggi, tra cui Andare per ville e palazzi (2015) per il Mulino; Caravaggio segreto (2013), Leonardo segreto (2014), Raffaello segreto (2015), Michelangelo. Io sono fuoco (2016), Leonardo svelato (2019) e Il mistero van Gogh (2019) per Sperling&Kupfer; Bacon e Freud. Il lato oscuro di Londra (2019) per Skira.