Rafa Nadal vince gli Australian Open 2022. Non è certo una notizia di poche ore fa, tutti i media hanno trasmesso e continuano a raccontare con video e immagini quelle che è accaduto al Rod Laver Arena di Malboure domenica scorsa. Per più di cinque ore al campo centrale del circolo australiano si è assistito ad uno evento sportivo che probabilmente rimarrà alla storia.
Per chi come me è rimasto incollata alla poltrona fino alla fine del match la finale dell’Australian Open se la ricorderà per un bel pezzo. D’altra parte se a scendere in campo per giocarsi una finale da urlo è stato il mitico Rafa Nadal, al di là dell’avversario di turno, capisci bene che le emozioni erano nell’aria prima ancora di cominciare.
Rafa Nadal il ritorno del guerriero
Lo ammetto sono una “nadaliana cronica“! Senza nulla togliere alla bravura tecnica di Djokovich , all’imperitura eleganza stilistica diRoger Federer, (per il quale nutro una stima illimitata) e le performance del granitico Danil Medvedev, vedere giocare lo spagnolo di Maiorca è stata ancora una volta una grande emozione.
Questione di estetica? per carità, le qualità del fascino spagnolo sono assolutamente apprezzabili, ma di certo non è questo che fa di Rafa Nadal il campione dei campioni.
Sul campione spagnolo, dal 2010 ad oggi sono stati scritti molti libri, io ti segnalo quello uscito nel 2019 pubblicato da Kenness Publishing e scritto da Vincenzo Mortucci, Nadal L’extraterrestre, è molto interessante!
Non è così per dire, lo è senza se e senza ma! La convinzione che, dopo un anno di sosta forzata per infortunio, fosse giunto alla fine della sua carriera o quanto meno che non fosse facile recuperare automatismi e posizioni in classifica, era ipotizzabile.
Tutti convinti di trovarsi davanti ad un comune mortale? Mi dispiace per gli scettici, personalmente, non ho mai avuto dubbi che prima o poi l’anima del guerriero sarebbe uscito fuori anche in queste circostanze.
Distratti dalle vicende del serbo, la vittoria di Rafa al torneo ATP di Sidney è quasi passata in sordina, quasi non fosse importante il suo rientro nel giro e la immediata conquista della prima coppa australiana messa in palio.
Non per lui! Per un personalità forte e al contempo umile come la sua, scendere in campo a distanza di un anno significava testare i limiti, ritrovare l’automaticità dei gesti, la forma fisica, la fiducia persa, e forse quelle qualità che hanno fatto di lui un indomabile guerriero. Mi piacerebbe che il messaggio arrivasse ai giovani, agli aspiranti campioni del domani.
Con discrezione lo spagnolo si è presentato al filo di partenza del primo dei quattro grandi slam della stagione, senza programmi o grandi aspettative, giocando ogni incontro come fosse l’ultimo, con la caparbietà di sempre, la stessa voglia di far bene e magari se possibile anche vincere, perché no!
Un grammo di nostalgia e voglia di ritornare a stupire era plausibile, il suo nome tra i campioni uscenti del torneo era fermo al 2009, dopo di lui solo Roger Federer e il serbo, vincente negli ultimi tre anni dopo aver battuto nel 2019 lo stesso spagnolo, Dominik Thiem nel 2020 e Medvedev nel 2021.
Rafa Nadal una vittoria che ha il sapore della leggenda
Arrivare alla fine e per di più vincere lo slam non era poi così scontato. Dopo tutto la semifinale con Berrettini non è stata una passeggiata, nella finale poi, dall’altra parte della rete non c’era mica uno sprovveduto anzi.
Dopo aver eliminato Diokovic nella finale degli US Open, Medvedev ha inanellato una lunga serie di vittorie, non ultima quella agli ATP Final di Torino, senza dimenticare le finali vinte nel 2021 nell”ATP Cup e la Coppa Davis con la nazionale russa.
Insomma una sfida in piena regola, quelle a cui non si poteva mancare, dove ad ogni punto sobbalzi per l’entusiasmo o imprechi per la delusione. Cinque ore di emozioni incredibili, testimoni di una rivincita in piena regola e non solo per il risultato Il russo non ci ha messo molto ad aggiudicarsi i primi due set e forse la certezza di potercela fare ha dato il via alla incredibile quanto fantasmagorica rimonta dello spagnolo.
L e vicende tecniche sono su tutti i siti sportivi, non ha granché senso che ne discorra io, la coppa d’argento alla fine della festa, dopo tredici anni è ritornata nelle mani del più vincente di sempre.
“Sono felice come quando avevo 19 anni e vinsi il primo Major. Perché alle soglie dei 36 non sai mai quale sarà la tua ultima occasione”.
Lo slam più atteso.. Un mese fa non sapevo nemmeno se avrei continuato.
Per il momento della mia carriera, per la situazione che si era venuta a creare, per il palcoscenico, per tutto quanto messo insieme, credo che questa sia la rimonta più straordinaria che mi sia capitata nella vita.
La situazione era molto critica, ma mi sono detto che avrei dovuto continuare a lottare fino a che avevo energie. Poi sono stato anche fortunato, ma mi sono dato una chance. Non volevo che finisse come quelle altre volte qui in Australia, dove ero uscito sconfitto con dei rimpianti.
Stavolta la cosa normale sarebbe stata perdere in tre set, anche se nel secondo avevo avuto le mie chance. Ma nello sport tutto può cambiare, stavolta la situazione è girata dalla mia parte”.
In campo non è sceso solo l’atleta, non ha vinto solo la forza, ha prevalso l’umiltà di chi non ha mai smesso d’imparare, la volontà nel superare le difficoltà, la caparbietà nel raggiungere gli obiettivi anche quando questi girano avversi.
Della vittoria di Nadal si sentirà parlare per molto tempo ed in fondo è giusto così. A Melborne si è consacrato la leggenda di un uomo e di un campione che a 35 anni e venti anni di successi riesce ancora a stupirsi per risultato raggiunto, gioire come il primo giorno, inginocchiarsi ringraziando per il dono ricevuto.
Caro Rafa, sei entrato definitivamente nella leggenda e da li non ti toglierà nessuno!