In una libreria di Sestri Ponente è stata aperta la raccolta di lettere dimenticate nei libri usati. La libreria indipendente San Benedetto ha avviato così la rubrica social Tra le righe, dove si possono leggere frammenti della storia.
Raccolta di lettere dimenticate nei libri usati: l’iniziativa
Negli scatoloni della libreria indipendente San Benedetto a Sestri Ponente, in via Donizetti, si trovano testimonianze di vite passate: lettere d’amore, biglietti di scuse, cartoline, post-it, foglie e fiori secchi, compiti scolastici, disegni e documenti che risalgono agli inizi del Novecento. Questi frammenti, scoperti tra le pagine dei libri usati, hanno ispirato da qualche mese la rubrica social “Tra le righe”, creata dai librai per dare loro nuova visibilità.
Gestita dalla cooperativa La Lanterna, legata alla comunità di San Benedetto al Porto e alla memoria di Don Gallo, la libreria si distingue non solo per la vendita di libri di seconda mano, ma soprattutto per il suo impegno nel recupero e reinserimento lavorativo delle persone in difficoltà. Spesso chi dona libri non sa che essi custodiscono veri e propri tesori affettivi, non reclamati ma raccolti e conservati con cura dai librai, che hanno deciso di trasformare queste memorie in un progetto di condivisione.
Come ha raccontato a GenovaToday, il libraio Michele Micalizzi:
“Riceviamo ogni giorno da anni libri in donazione e spesso troviamo tracce dei vecchi proprietari, dalle lettere ai biglietti. Buttarli via è un’idea che non ci è mai piaciuta, dunque li abbiamo conservati giorno dopo giorno, avremo una decina di scatole in cui abbiamo conservato tutto”.
Tra le righe: le lettere che raccontano la nostra società
Da circa tre mesi, la libreria ha avviato una piccola rubrica sulla propria pagina Facebook, dedicata ai documenti più curiosi trovati tra le pagine dei libri. L’obiettivo è sia quello di condividere queste scoperte con il pubblico, sia di provare a restituire i ricordi perduti ai legittimi proprietari, nel caso qualcuno riconosca la propria calligrafia. “È venuto fuori uno straordinario spaccato della società – racconta Michele – penso che analizzando questi scritti si potrebbe davvero avviare uno studio psicologico e sociale“.
Piccoli frammenti di esistenze che hanno avuto i libri come fedeli compagni, custodi di segreti, emozioni e ricordi. Passati di mano in mano, questi oggetti carichi di vita sono infine approdati alla libreria di Sestri, portando con sé messaggi “in bottiglia”, nascosti o dimenticati, ma ora riportati alla luce tra le loro pagine.
Su un cartoncino datato 1990 si leggono le parole di un padre: “Con le mie scuse per il mio comportamento sgarbato di stamattina, papà“. Poi c’è la lettera di Grazia che nel 1991 scrive all’amico Ennio, dispiaciuta di non poterlo incontrare, inviandogli un libro: “Spero che sia per te una lettura significativa in attesa di rivederci“. Sono stati ritrovati anche disegni di bambini e adulti usati probabilmente come segnalibri, poesie, vecchie tessere come quella dei “Comitati di lotta e leninisti universitari” che documentano un versamento di 250 lire, o un invito degli anni ’70 per l’inaugurazione di una mostra di tappeti del Caucaso in piazza Portello. E ancora liste della spesa, ricette, ricevute.
Le lettere d’amore
Non mancano i ricordi commoventi: “Cara Laura – recita una lettera ingiallita su un foglio a quadretti – voglio mettere la data a questo pezzo di carta 19-11-1968 e voglio conservarlo per farlo vedere a nostro figlio, perché capisco dopo 8 anni e mezzo di matrimonio e 6 anni di fidanzamento come si possano amare due persone e in special modo la sua mamma e il suo papà. Ti amo anche io tesoro e neanche un goccio meno dei primi tempi”.
E chissà se, prima di aver perso di vista il libro, il figlio della coppia ha avuto davvero l’occasione di leggere queste righe: “Anche per questo li condividiamo” spiega Michele.
Cartoline dal passato: “Per non dimenticare la nostra storia”
Ma ci sono anche documenti più vecchi, tra cui una cartolina postale “per le forze armate Africa Orientale” del 1936, anno XIV dell’era fascista come sottolinea la scritta di un soldato che chiede a un parente rimasto in Italia di inviargli un libro, una cartolina con una convocazione della gioventù italiana del littorio, e altro.
“Ci hanno detto che potremmo far stimare i documenti più antichi perché potrebbero avere un valore economico – continua il libraio – ma a noi non interessa. Il nostro scopo non è il lucro bensì il reinserimento lavorativo delle persone svantaggiate. E tramite questi scritti, che pubblichiamo quasi ogni giorno, vogliamo restituire l’espressione della vita quotidiana delle persone che hanno tenuto un libro in mano, riflettere su com’è cambiata la società e il modo di esprimersi, e sicuramente su cos’è successo ormai tanti anni fa per non dimenticare la storia e non ripetere gli errori del passato“.