“QUALCOSA” la “favola” che Chiara Gamberale ha pubblicato nel 2017 diventa canovaccio per uno spettacolo teatrale.
La principessa Qualcosa di Troppo, figlia del re Qualcosa di Importante e della regina Una di Noi.
Una favola con una morale.
E come tutte le fiabe incomincia con “C’era una volta…” ma c’era veramente una volta? Oppure è oggi che sta succedendo, adesso che sto scrivendo, una favola moderna ma non troppo?
La principessa Qualcosa di Troppo è un vulcano iperattivo, curiosa che di più non si può, con tanta voglia di scoprire e provare nuove esperienze, insomma instancabile. E avanti sempre più avanti, alla ricerca sempre di cose nuove da fare, non ha limiti, vuole troppo.
Le nostre emozioni sono diventate corpi estranei, tendiamo sempre più a limitarle e quando si affacciano, sembra quasi che non le riconosciamo e non riusciamo a contrastare i momenti più difficili; dobbiamo per forza riempire la nostra vita di impegni, di appuntamenti talvolta fasulli, riempire vuoti con “pieni” inesistenti.
E’ il gioco perenne della nostra Principessa, fino a quando… fino a quando la perdita della sua adorata madre la pone ad un bivio; deve scegliere se continuare sulla strada e riempire questo vuoto che ha al posto del cuore con tante inutilità, o cercare di trovare la strada giusta per ridimensionare la sua frenetica vita.
In questo compito così arduo avrà al suo fianco il Cavaliere Niente, che vive da solo in cima a una collina passando tutto il giorno a “non-fare-qualcosa di importante”, e le mostrerà che il silenzio è cosa buona, come la noia.
Questa è una fiaba per adulti perchè ricca di spunti di riflessione e input creativi, ma anche per i bambini, o meglio giovani adolescenti, le cui giornate sono all’insegna di innumerevoli attività che svolgono per colmare il vuoto esistenziale che è dentro ciascuno.
La Principessa Qualcosa di Troppo vi aspetta domani 5 ottobre e fino al 7 al Teatro Eliseo di Roma non mancate.
“Il Cavaliere allora rise, ma non come faceva di solito. Rise a mezza bocca, rise triste. E disse: “Principessina, nell’esatto momento in cui ci sentiamo migliori degli altri, diventiamo uguali a loro”.