C’è sempre un prima, un durante, un dopo! Mi riferisco al periodo che il 2020 ci sta facendo passare, e sarà un anno tra i più ricordati.
Prima, Durante, Dopo. PDD la nuova sigla della Pandemia.
Prima.
Caro iCrewer, nessuno ad inizio di questo anno bisestile avrebbe immaginato la sua nefanda intromissione; eppure è avvenuta, è iniziata durante il carnevale con le prime avvisaglie, si è conclamata a marzo con le prime chiusure, ha continuato imperterrita a spargere ed espandersi durante l’estate, complice il nostro comportamento, per ritornare a chiuderci con l’autunno e… chissà se il Natale ci lascerà liberi!
Avrai capito che sto parlando ancora di Covid19. Voglio parlarne per demonizzarlo una buona volta, perché è grazie a lui che ci siamo riscoperti, cantanti, scrittori, suonatori, attori, cuochi, la lista è lunga ma è doverosa per ringraziare tutti coloro che si sono spesi per aiutarci a superare le distanze, la solitudine, l’indifferenza.
Durante.
Le molteplici iniziative si sono succedute sin dai primi momenti, la rete è stata investita soprattutto dalla musica, melodica, jazz, classica, suonata nei modi più disparati; poi è stata la volta dei monologhi e qui la fantasia si è scatenata, sono entrati in ballo il teatro, le barzellette, le poesie; e poi la cucina, piatti cucinati in tutte le salse, preparazioni semplici ed elaborate che ci hanno fatto ritrovare gesti semplici di una volta.
Dopo.
Appena abbiamo avuto lo spiraglio di “libertà” ne abbiamo approfittato, ci siamo scatenati, incuranti delle ammonizioni, delle cautele da mantenere, ed ora…
Paghiamo le conseguenze!
Prima, Durante, Dopo. PDD la nuova sigla della Pandemia.
Mi sono inventata questa sigla per fare il paio con tutte le altre nate in questo periodo.
Cosa ci sta insegnando?
Prima eravamo vicini vicini ora dobbiamo attuare il distanziamento sociale.
Durante la chiusura abbiamo imparato ad usare un po’ di più la rete informatica che ci ha dato e continua a dare l’opportunità di mantenere i contatti e apprendere nuovi modi di essere utili per la grande comunità umana, nessuno escluso.
Nei mesi scorsi sono nate iniziative per dare sollievo alla solitudine degli anziani che in tutti i sensi, sono coloro che maggiormente sono stati investiti. Grazie ai volontari sono state create catene di solidarietà per recapitare la spesa, le medicine, e tra le altre ora ne emergono altre.
È emersa ora questa iniziativa, ma è stata portata avanti durante la prima chiusura grazie all’inventiva di una libreria spagnola che utilizzava, già da diversi anni questo progetto come terapia per gli anziani: il libraio che legge i libri agli anziani attraverso il telefono.
Come ti dicevo il distanziamento sociale ha evidenziato la necessita di trovare un’alternativa al contatto diretto e il telefono è diventato lo strumento per attuare una sorta di compagnia a chi non può ricevere visite o si è ritrovato in questa specie di bolla che sembra non voglia allentarsi.
In definitiva: un antesignano dell’attuale audiolibro .
Francesco Pannofino, è la voce narrante di questo fantastico libro Harry Potter e la pietra filosofale; un celebre attore italiano di cinema, TV e teatro nonché voce ufficiale italiana di George Clooney. Amato per aver interpretato René Ferretti nella serie televisiva “Boris” e l’investigatore Nero Wolfe nell’omonima serie televisiva italiana. Inoltre è conosciuto anche per aver prestato la voce a molte star di Hollywood, tra cui Denzel Washington, Antonio Banderas, Tom Hanks, Kevin Spacey e molti altri.
L’Italia non è da meno, anche noi abbiamo librai che attraverso il web, e articoli sui giornali, hanno sponsorizzato la loro volontà di utilizzare questo genere di lettura, in particolare per i bambini. No videochiamate o chat, solo e semplicemente una telefonata per rompere talvolta il “silenzio“, per ritrovare e costruire una relazione, una formula per ripristinare atti che, al pari di scrivere una lettera, sta diventando desueto, con l’avvento della tecnologia.
Proprio ieri sera al TG1 un altro bel caso di spirito di iniziativa, questa volta è una signora novantaquattrenne, avresti mai pensato che sapesse usare la tecnologia così bene?
Insegna “esperanto“, si chiama Norma e insegnante lo è per davvero, da decenni, e non potendo continuare in presenza si è reinventata la formula con il pc e la piattaforma Zoom.
Dopo
Al momento le prospettive di un dopo possiamo solo provare a desiderarle perché si avverino al più presto, il confinamento di oggi è il sistema per guardare sempre avanti trovando in ogni giorno che passa un nuovo orizzonte. Anche la felicità di scoprire di essere in grado di portare sollievo con una parola, un gesto.
In esperanto: “Dankegon kaj ĝisrevido – grazie mille e arrivederci”.