Il premio Nobel per la Medicina 2022 è stato vinto dal biologo svedese Svante Pääbo “per le sue scoperte sui genomi degli ominidi estinti e l’evoluzione umana“. L’annuncio è stato dato come da tradizione al Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia, e trasmesso in diretta, via Internet e social network. Il riconoscimento anche per quest’anno è pari a 10 milioni di corone svedesi, al cambio odierno circa 917mila euro.
Svante Pääbo vince il Premio Nobel per la Medicina 2022
Il dipartimento diretto da Pääbo pubblicò nell’agosto 2002 un importante studio sul gene del linguaggio FOXP2 che si scoprì mancare o essere danneggiato in individui con disabilità linguistiche.
Nel 2006 annunciò di avere in programma la ricostruzione dell’intero patrimonio genetico dell’uomo di Neanderthal. Nel 2007, Pääbo fu nominato dalla rivista TIME tra le 100 persone più influenti al mondo.[5]
Nel febbraio 2009, all’incontro annuale della American Association for the Advancement of Science (AAAS), fu annunciato che il Max Planck Institute aveva completato la prima versione del genoma dei Neanderthal. Oltre 3 miliardi di coppie di geni erano state selezionate in collaborazione con la 454 Life Sciences. Questo progetto, coordinato da Pääbo, dovrebbe gettare nuova luce sull’evoluzione del genere umano.
Nel marzo 2010, Pääbo e i suoi collaboratori pubblicarono un report sull’analisi del DNA ricavato da un osso trovato nella grotta di Denisova in Siberia; il risultato era che si trattava di una specie di Homo non ancora conosciuta, l’Homo di Denisova.
Nel maggio 2010, Pääbo ed i suoi colleghi pubblicarono una sequenza sperimentale del genoma dei Neanderthal sulla rivista Science, mediante il quale il biologo ed il suo team avevano concluso ipotizzando una parentela tra gli uomini di Neanderthal e gli Eurasiatici (ma non gli Africani). La comunità scientifica dà via via sempre più credito a questa teoria nonostante lo scetticismo di una parte della comunità degli archeologi.
Dal sequenziamento del genoma del Neanderthal alla paleogenomica
Grazie alle sue ricerche iniziate ormai più di un decennio fa, Pääbo è riuscito per primo a sequenziare sia il genoma mitocondriale che l’intero genoma nucleare di Neanderthal, una specie che si è estinta circa 30.000 anni fa.
Ma Paabo non è noto solamente per essere riuscito in questa impresa: ha fatto la sensazionale scoperta di un nuovo ominide di cui non sapevamo l’esistenza, denominato Denisova e ha scoperto che il trasferimento genico è avvenuto da questi onimidi all’Homo sapiens circa 70.000 anni fa a seguito della migrazione dall’Africa. Questa considerazione ha una grossa rilevanza specialmente in campo medico e fisiologico, rivelando che il modo in cui il nostro sistema immunitario risponde alle infezioni possa derivare proprio dal flusso di geni antichi ottenuto da questi nostri lontani “cugini”.
Through his pioneering research, Svante Pääbo – this year’s #NobelPrize laureate in physiology or medicine – accomplished something seemingly impossible: sequencing the genome of the Neanderthal, an extinct relative of present-day humans. pic.twitter.com/XO64ysoWnw
— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 3, 2022
Le ricerche di Pääbo sono finanziate dall’European Research Council (ERC) grazie alle quali ha ottenuto risultati strabilianti facendogli ricevere il suo primo ERC Advanced Grant nel 2008 per studiare l’evoluzione genomica e fenotipica di bonobo, scimpanzé e umani. Nel 2015 gli è stata inoltre assegnata una seconda sovvenzione avanzata ERC per studiare le sequenze del genoma di ominidi estinti: questo secondo progetto ha portato al sequenziamento di nuovi genomi di Neanderthal, compresi quelli provenienti da Croazia e Siberia, nonché nuovi genomi di Denisoviani e dei primi esseri umani moderni.
Ready to use in the classroom – explore the 2022 #NobelPrize in Physiology or Medicine! The Nobel Prize lesson “Research on human evolution” includes a slideshow with a speaker’s manuscript, a short video and a student worksheet.https://t.co/9VWmwTGAhW
— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 4, 2022