Premio Nobel 2021, quante sorprese! Dopo il Nobel per la Medicina, la Fisica la Chimica e la Letteratura l’Accademia svedese si è riunita per decidere a chi assegnare il Nobel per la Pace. La notizia è stata annunciata in diretta da Norwegian Nobel Institute di Oslo che ha selezionato 329 candidati, tra cui l’attivista per il clima Greta Thunberg, il gruppo per i diritti dei media Reporters Without Borders (RSF) e l’ente sanitario globale l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Premio Nobel 2021 a due giornalisti il Nobel per la Pace
Come ti ho spiegato nei precedenti articoli, il Premio Nobel per la Pace ha l’obiettivo di individuare chi tra individuo o un’organizzazione abbia “fatto il massimo o il miglior lavoro per la fraternità tra le nazioni”.
Ebbene, la scelta è stata unanime e in qualche modo, ha rispettato i criteri richiesti dal premio. A vincere il famoso premio infatti sono due giornalisti indipendenti Dmitry Muratov e Maria Ressa, meritevoli”, così spiega la motivazione dell’Accademia,
“per la coraggiosa battaglia,”per difendere la libertà di espressione “nonostante condizioni avverse” nelle Filippine e in Russia, da cui i due reporter provengono, in quanto un giornalismo “libero, indipendente e basato sui fatti è una protezione contro l’abuso di potere, le falsità e la propaganda di guerra”
Una motivazione che non lascia dubbi sul valore etico e professionale dei due giornalisti impegnati, nelle rispettive nazioni, in una costante e coraggiosa lotta contro gli abusi del potere. È noto quanto nelle Filippine e nella Russia di Putin la libertà di parola e di stampa sia osteggiata dal regime e per questo messa costantemente sotto attacco.
Premio Nobel 2021, una vita in difesa della libertà di stampa
Una realtà che Dimitri Muratov, con trascorsi giovanili alla Pravda, lavora e testimonia ancora adesso esponendosi come elemento fondamentale del giornale russo indipendente Novaya Gazeta, oltre ad esserne uno dei fondatori.
Nel giornale affidava i suoi reportage e le sue inchieste anche Anna Politkovskaya, la giornalista di cui parlarono tutti i media, uccisa quindici anni fa per per aver denunciato le violenze dei militari russi ai danni dei civili in Cecenia. Non fu la sola, la stessa sorte è toccata a Natalya Estemirova, anche lei uccisa nel 2009 in Cecenia.
“Novaya Gazeta, nonostante le difficoltà, continua senza sosta a pubblicare i propri articoli attraverso l’impegno costante di 60 giornalisti e la collaborazione editoriale di grandi politici come Gorbaciov a cui il Nobel è stata assegnato nel 1990.
Anche Maria Ressa è sempre stata n prima linea. Di origini filippine ma con doppia cittadinanza americana la giornalista 58enne, ha prestato la sua attività per dieci anni presso un ufficio della CCN a Manila e successivamente sempre per la stessa emittente in un ufficio a Giacarta dove ha lavorato fino al 2005.
Attualmente scrive su Rappler, la testata online indipendente nata nel 2016 di cui è anche fondatrice. Per le sue inchieste sul Presidente delle Filippine Duterte, la Ressa è stata più volte perseguitata e arrestata, ottenendo per dieci volte la libertà su cauzione.
È senza dubbio una personalità di spicco dell’informazione tanto da essere inserita tra le 100 donne più influenti del mondo.
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