Sono state nominate le tre finaliste del Premio letterario nazionale per la donna scrittrice Savona 2023. Le finaliste sono: Simona Baldelli con Il pozzo delle bambole (Sellerio), Michela Monferrini con Dalla parte di Alba (Ponte alle Grazie) e Valeria Parrella con La fortuna (Feltrinelli).
Le finaliste del Premio letterario nazionale per la donna scrittrice Savona 2023
Simona Baldelli con “Il pozzo delle bambole” (Sellerio), Michela Monferrini con “Dalla parte di Alba” (Ponte alle Grazie) e Valeria Parrella con “La fortuna” (Feltrinelli) sono le finaliste della 38^ edizione del Premio Letterario Nazionale per la Donna Scrittrice – Savona 2023 -, promosso dal Comune Savona, che ne ha affidato l’organizzazione al Teatro dell’Opera Giocosa ONLUS – Teatro di Tradizione.
La scelta della terna, tra le sessantadue opere in concorso, è stata effettuata dalla Giuria dei critici composta da: Elvio Guagnini (Presidente), Emanuela Ersilia Abbadessa, Maria Pia Ammirati, Mario Baudino, Francesco De Nicola, Luigi Mascheroni, Ermanno Paccagnini, Mirella Serri e Pier Antonio Zannoni (Segretario Coordinatore).
La stessa Giuria ha assegnato il Premio Opera Prima a Greta Pavan per il romanzo “Quasi niente sbagliato” (Bollati Boringhieri) e il Premio Speciale della Giuria a Rosella Postorino per il romanzo “Mi limitavo ad amare te“ (Feltrinelli).
Le tre opere finaliste, ai fini dell’assegnazione del premio principale, saranno votate congiuntamente dalla Giuria dei Critici e dalla Giuria Popolare nel corso della cerimonia conclusiva che si svolgerà a Savona domenica 16 luglio, alle ore 21,00, sulla Fortezza del Priamàr.
Le motivazioni
Simona Baldelli, Il pozzo delle bambole, Sellerio, 2023
Dalla cupa atmosfera di un orfanotrofio nei primi anni del dopoguerra alla scoperta della lotta sindacale, all’apertura infine verso il futuro di una vita finalmente libera, alla gioiosa speranza che fiorisce nel clima del ’68: Simona Baldelli, con Il pozzo delle bambole (Sellerio) ci consegna un romanzo dai toni persino – ma non solo – dickensiani, confermando la qualità e la duttilità di un’autrice che ha saputo nel tempo persuasivamente misurarsi con il fantastico da un lato e la non-fiction narrative dall’altra, conservando però un’alta riconoscibilità stilistica, una coerenza segreta di scrittura e una non ideologica passione politica. Senza nulla imporre al lettore, ma accompagnandolo in un modo, nello stesso tempo reale e favoloso, di scoperte e di conoscenza.
Michela Monferrini, in “Dalla parte di Alba” (Ponte alle Grazie), disegna un ritratto accurato e appassionato della scrittrice Alba de Céspedes, amatissima da generazioni di lettrici nel nostro Novecento. Fra autobiografia e romanzo, un libro che è una profonda riflessione sul senso della scrittura e che ci consegna un profilo indimenticabile di un’autrice “femminista” che creò indimenticabili personaggi femminili.
Il libro di Valeria Parrella La fortuna (Feltrinelli) è un romanzo storico ambientato a Pompei: descrive l’educazione sentimentale e culturale del diciassettenne Lucio, adolescente connotato da grandi doti di visionarietà e di intuito. Termina con l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e la distruzione del mondo del protagonista. E’ un bellissimo racconto storico che accompagna la riflessione esistenziale e filosofica con un intenso linguaggio lirico.
Premio opera prima
Il premio Opera Prima è stato vinto da Greta Pavan con Quasi niente sbagliato, Bollati Boringhieri.
È con una scrittura insieme puntuta e impietosa, mobilissima che Margherita, l’io narrante di Greta Pavan, Quel niente sbagliato, si muove per diciassette capitoli alternando e mescolando lo scorrere degli anni, ciascuno dei quali fissato intorno ad uno specifico episodio, forse anche marginale ma significativo nella sua vita, in una Brianza dalle situazioni lavorative all’insegna di sfruttamento e precariato. Una Brianza sorridentemente violenta, svelata soprattutto attraverso la metafora olfattiva, che però l’autrice cesella con ritratti splendidamente pungenti.
Premio speciale della giuria
Il premio speciale della giuria è stato attribuito a Rossella Postorino con Mi limitavo ad amare te, Feltrinelli.
Un libro che ben rappresenta le qualità letterarie di Postorino e la sua storia di autrice di opere di alto profilo artistico e civile. Qualità che si ritrovano in questo romanzo dove la grande storia e i suoi eventi terribili (la guerra in Jugoslavia, l’assedio di Sarajevo) si intrecciano con (e vengono rappresentati attraverso) vicende personali di chi ha dovuto subirne duramente le conseguenze (famiglie ed bambini) in termini di violenza, sradicamento, assimilazione, desideri di ritorno e ricostruzione. Uno splendido saggio – attraverso intense pagine narrative – dei tanti modi di attraversare e vivere le tragedie della violenza degli uomini e della guerra.