Un secolo più un anno… e si ricomincia, per Sarah Yerkes che esordisce in poesia a 101 anni, l’età è solo un numero sulla carta d’identità.
Che l’età sia soltanto un numero sulla carta d’indentità e che gli anni sono soltanto quelli che ci si sente addosso, a prescindere dalla data di nascita, non è un luogo comune ne una favola e neanche una consolazione per chi, superata una certa, fa volentieri a meno di svelare quella data che segna l’inizio della sua esistenza. Del resto è pur vero che si può essere già vecchi a trenta anni e giovanissimi a ottanta, senza scomodare la famosa sindrome dell’altrettanto famoso eterno ragazzo della favola. Questi benedetti anni che a volte pesano come un macigno, altre sembrano soltanto una convenzione, ci piaccia o no passano, si accumulano, regalano esperienza, saggezza, a volte disincanto ma sono anche capaci di regalare sensazioni, emozioni e gioie ancora più pregnanti e preziose, quando il tempo che si ha ancora da vivere è oggettivamente più breve di quello che si è già vissuto.
“La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio.”
Franz Kafka, autore della massima riportata che la sapeva lunga su tante cose, attribuisce alla capacità di saper vedere e cogliere la bellezza intrinseca in tutto ciò che ci circonda, i poteri di un elisir di lunga vita e di eterna giovinezza:niente di più vero dico io e niente di più vero avrà, probabilmente, pensato e detto Sarah Yerkes che a 101 anni, ha scoperto la bellezza della poesia.
La notizia ha giustamente fatto il giro del mondo e non poteva essere altrimenti. In primo luogo è già straordinario arrivare a 101 anni (ed arrivarci lucidi) ed è maggiormente eccezionale reinventarsi appassionati e capaci di cogliere bellezza quando, ormai, si è proiettati verso un altrove tutt’altro che terreno.
“Mi sento davvero come se delle fate si trovassero sopra la mia culla, dandomi la giusta energia per creare», ha dichiarato la donna a Tara Bahrampour del Washington Post.
Sarah Yerkes, residente a Washington in una comunità di pensionati, è stata un’importante architetto e scultrice e non aveva mai dato attenzione alla scrittura prima dei 90 anni: stimolata da un amico a partecipare ad un seminario dedicato, appunto, alla scrittura, scopre di avere un’interiorità che preme per venire alla luce ed una vena poetica, a cui prima non aveva mai dato voce. La conseguenza diretta è che alla tenera età di 101 anni, ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, intitolata Days of Blue and Flame.
Che devo dirti caro iCrewer, l’avranno aiutata le fate sopra la sua culla? Oppure la senilità si trasformata in estro? Non lo sapremo mai! Ma è proprio vero che la vita non smette mai di stupirci, come è vero che ogni persona sfrutta le proprie potenzialità soltanto in minima parte e, a volte, non sa neanche di averle… poi basta un’occasione, un piccolo imput, un caso fortuito ed ecco che saltano fuori, si esprimono e lasciano stupiti. Chissà se anche in te dorme un poeta o chissà se anch’io, verso i novant’anni, mi metto a poetare come se non ci fosse un domani e magari verso i cento (ammesso che ci arrivo, integra e sana di mente, sopratutto) mi danno anche il Nobel per la letteratura… e sorridiamo, dai… ma ammetto che avere una vecchiaia così ricca e piena di poesia come la nostra Sarah Yerkes a me piacerebbe, eccome!
In attesa di vedere come sa fare poesia una donna di 101 anni, (ti confesso che ho la viva curiosità di leggere il libro) leggo e ti informo che Sarah Yerkes, con Days of Blue and Flame, pubblicato il 15 Giugno 2019 ma, a quanto mi risulta non ancora disponibile in Italia, è entrata nel primato come la più anziana esordiente della storia. A noi che amiamo la poesia, oltre allo stupore, resta la viva ammirazione per un’età di tutto rispetto e per una mente così lucida e curiosa, da fare invidia a chi di anni ne ha grossomodo la metà.
Non si è mai troppo vecchi finché si desidera sedurre e, soprattutto, finché si desidera essere sedotti.
… e la poesia seduce, affascina e coinvolge. Lo sapeva bene Charles Baudelaire (autore della massima che hai appena letto sopra); la nostra Sarah Yerker lo ha scoperto a 101 anni. Meglio tardi che mai.