Incontri speciali di una viaggiatrice curiosa in giro per il web… ovvero, come la poesia può essere trasformata e diffusa anche sui social.
Mi piace camminare e lo faccio quando posso e tutti i posti sono buoni. Anche il web. Sei mai stato in giro per il web? No, non sto parlando di ricerche specifiche ma di vero e proprio gironzolare senza una meta precisa, proprio come si può fare per le strade: può capitare di fare incontri interessanti. No, non sto parlando di incontri del primo tipo, ne del secondo, ne del terzo, mi sembra quasi di leggere la nuvoletta densa di ironia che esce dalla tua testa, caro lettore, questa è una rubrica di poesia e i miei incontri per il web, al massimo, possono essere incontri con i versi e con chi, ancora, si ostina a scriverli.
In una delle mie passeggiate tra siti, libri e autori inciampo su Fabrizio Caramagna. Inciampo, si, perchè conoscevo il suo sito Aforisticamente, lo conosce chiunque si trovi a vagare tra web e social, fra l’altro il sito è stato trasformato dal suo creatore in una piccola casa editrice; sconoscevo, però, la sua vena poetica. Se di vena poetica si può parlare. Inquadrare Caramagna come poeta puro, farebbe storcere il naso ai Critici, quelli con la C maiuscola e non sarebbe esatto neanche per chi, come me, conosce appena l’abc della poesia. Caramagna non è un poeta ma scrive da poeta: i suoi aforismi, le sue prose brevissime, assomigliano alla poesia ma non ne hanno i canoni…. Su questo argomento, comunque, potremmo aprire forum, convegni e dibattiti senza fine perchè diversi possono essere i pareri e le posizioni e perchè la poesia non si lascia ne restringere ne inquadrare, dal momento che è una voce dell’anima.
Comunque, come ti dicevo, inciampo in Fabrizio Caramagna e mi incuriosisco. Ora, come forse avrai capito, se qualcuno o qualcosa mi incuriosisce, divento una specie di Sherlock Holmes del web, capace di andare a cercare indizi e notizie anche fra i più sperduti e improbabili siti e passare interi pomeriggi a leggerli: una sottospecie di stolker seriale, insomma.
Spoilerando e cercando, scopro il mondo Caramagna, fatto dei già citati aforismi, tradotti fra l’altro in undici lingue e diffusi in tante riviste ed antologie nazionali e internazionali, oltre che urbe et orbi, in tutti i social. Scopro un mondo fatto di versi liberi, pensieri appuntati e piccole prose poetiche, fatto di sensibilità, di dolcezza, di sguardo puntato verso le cose minime e quasi invisibili ma aperto a scrutare il mondo e le persone, a coglierne le sottili sfumature, assumendo a volte, il tono crepuscolare della contemplazione: “Esistono strade piccole, strette, riservate, nascoste. Quelle che notano in pochi. Quelle che non urlano per rendersi visibili. Sono fatte di passi semplici, muri scrostati, colori segreti e luminosi. E da qualche parte c’è sempre un’emozione che aspetta di essere raccontata”.
Ora, quanto hai appena letto, non può essere definito poesia e risulterebbe sminuito se lo definissimo prosa: questo è ciò che rende particolare lo stile del nostro autore, può piacere o non piacere ma è sicuramente originale. I critici laureati lo inquadrerebbero come prosa poetica, a me, (che non sono laureata) piace dire che è scrivere con la penna intinta in quella parte di cuore più nascosta, più fragile, più intima.
Vero è che a scrivere con il cuore si può correre il rischio di apparire quasi patetici e a volte, di scivolare nel “sentimentalismo troppo sentimentale” che potrebbe far impallidire tutte le sfumature di rosa di un certo tipo di letteratura e poesia; chi preferisce colori più decisi, potrebbe storcere il naso e non apprezzare ma i gusti dei lettori vanno rispettati e Fabrizio Caramagna, è molto letto e apprezzato.
Fabrizio Caramagna, quarantaseienne torinese, personaggio cult del momento, si definisce “ricercatore di meraviglie”. La sua prima raccolta,“Contagocce” è del 2009 (Genesi Editrice) a cui, nel 2012, segue “Linea di seta” (LietoColle). Collabora con l’Associazione Italiana per l’Aforisma per promuovere la bibliodiversità e di bibliodiversità si può senz’altro parlare, leggendo la sua ultima pubblicazione, “Il numero più grande è due”, edito da Mondadori nel Gennaio 2019.
“Il numero più grande è due” è un libro non convenzionale, bibliodiverso appunto: piccole frasi, attimi di vita fermati sulle pagine come fotogrammi a raccontare una storia d’amore senza trama, una storia fresca e colorata come il rosso dei papaveri in copertina. “Dedicato alle ballerine del carillon, innamorate della musica rock. Ai girasoli che seguono la luna. Ai cuori intrepidi. Alle anime libere e selvagge”… Imput che risulta accattivante, bisogna convenirne, specie ai cultori di frasi ad effetto dalle anime candide. Fabrizio Caramagna, compie, dunque, un esperimento di prosa poetica che si colloca esattamente a metà fra poesia e prosa, tra romanticismo crepuscolare e sentimenti trova la sua originalità di stile e di scrittura che certamente avrà degli imitatori e, buon per lui, sta avendo un ottimo successo fra i lettori.
Io che non sono romantica ma che so apprezzare le piccole cose nascoste e invisibili agli sguardi distratti e superficiali, ti lascio per questo venerdì con una sua poesia (questa si) tutta da meditare:
c’è chi cerca un palcoscenico,
chi un ponte di comando,
chi un piedistallo.
Poi c’è chi vorrebbe solo una panchina
per fermarsi a respirare
e guardare
un filo d’erba
che cresce.