Ti ricordi? Ne abbiamo annunciato l’uscita sabato scorso, il 30 maggio. La prima puntata del podcast Per antiche strade. Storie di viandanti che hanno fatto l’Europa, è online. Il podcast, realizzato da Matteo Caccia, va a raccontare in 8 puntante il nuovo libro di Mathijs Deen, ed è prodotto da Iperborea in collaborazione con l’Ambasciata e il Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi.
Un podcast per ogni capitolo
Tutto inizia da un ricordo
Tutto inizia da un ricordo di Mathijs Deen. «Questa è la E8, che va da Londra a Mosca» gli aveva detto suo padre, un giorno, quando con tutta la famiglia si erano recati a casa dei nonni, a poco più di cento chilometri dalla loro abitazione. La distanza era limitata, ma per arrivarci, dovevano percorrere un tratto di questa fascinosa strada. E come poteva non esserlo negli occhi di un bambino che si affacciava al mondo? Una strada che congiungeva Londra e Mosca! Due mondi così diversi ma entrambi in qualche modo epici.
Se ci penso, anche adesso una strada che congiunga Londra e Mosca entrerebbe nella mia top ten delle strade fascinose. Questo viaggiare per strade dalle origini perse nel tempo e dai luoghi evocativi, rendeva speciale per il piccolo Mathijs anche quel breve viaggio di routine. E grazie a quest’esperienza, l’interesse per le strade europee non lo avrebbe mai più abbandonato.
«Ecco. Parla di questo, questo libro. Parla delle strade e delle loro storie. Parla di quanto possiamo andare lontano partendo da casa nostra. E anche, un pochettino, di che facciamo abbiamo quando partiamo. Che faccia si ha quando si compie un viaggio che può durare mezz’ora e che faccia si ha quando si compie un viaggio che può durare una settimana, un anno intero?» Quest’ultima frase, tratta dal podcast, mi ha particolarmente colpito. Non ci avevo mai pensato.
Davvero l’espressione è diversa? Da un lato mi viene da pensare che, se la mia faccia dovesse davvero cambiare in base alla durata del viaggio, la cartina tornasole sarebbe la larghezza del mio sorriso. Da un’orecchio all’altro indicherebbe un viaggio lungo, come quando sono partita – pre Covid-19 – per un viaggio di lavoro di due mesi lungo le strade del Sud America.
«Ci racconta storie di grandi viaggiatori per raccontare le strade. È come se creasse una nuova epica delle strade dell’antico continente» sottolinea Matteo Caccia nel podcast. Se penso alle strade americane mi viene subito in mente la Route 66 e con lei il capolavoro di John Steinbeck, Furore. Mi viene in mente anche la Pacific Coast Highway, una strada in grado di percorrere quasi tutta la costa californiana. I suoi due estremi sono Leggett, a nord di San Francisco, e Dana Point, nella Contea di Orange, a sud di Los Angeles.
E mi viene in mente anche il capolavoro fotografico di Robert Franck, Gli Americani. Jack Kerouac, nell’introduzione al libro, scrive «quella folle sensazione in america, quando il sole picchia forte sulle strade e ti arriva la musica di un jukebox o quella di un funerale che passa.»
Se penso, invece, alle strade europee… non me ne viene in mente una. Non ricordo un nome che ne identifichi una. In realtà, neanche una sigla. Eppure so che ci sono. Ma forse, come dice Matteo Caccia nel podcast, l’impressione di noi europei è quella di esser sempre stati qui, fermi, «è come se non fossimo stati portati da qualcuno, o non avessimo conquistato qualcosa.»
Il precursore
Nel primo capitolo di Per antiche strade Mathijs smentisce questo fatto, «ci racconta che noi tutti veniamo da un unico continente: l’Africa». E questo vale anche per noi europei. Quindi qualcuno, tantissimi anni fa (si parla di Pleistocene), è approdato in quella che ora chiamiamo Europa. E cos’ha fatto? Scoprilo ascoltando il podcast e leggendo il libro!
Noi ci vediamo alla prossima puntata!