Oggi ti presento Platone.
Non il grande filosofo con la barba rappresentato dalle statue greche in marmo o il pensatore vissuto secoli fa distante nel tempo e nello spazio rispetto a noi, ti presento Aristocle, il Platone bambino, il ragazzo introverso, l’uomo che ha sofferto per la perdita del suo maestro al punto tale da provare davvero a cambiare il mondo.
Te lo presento attraverso il romanzo di Annalisa Ambrosio edito da Bompiani, che lo spoglia dell’aura di grande filosofo classico e padre del pensiero occidentale per raccontare Aristocle, il giovane amareggiato dal mondo e dalla società che ha saputo trasformare il suo dolore in forza.
Platone: storia di un dolore che cambia il mondo.
Nonostante la guerra Aristocle è stato un bambino privilegiato e la sua infanzia è stata felice. La prima volta che deve confrontarsi con un vero dolore è alla morte di Socrate, il suo maestro, ed è in quel momento preciso che il ragazzo diventa uomo.
“Ogni vita ha dei lutti che la sconvolgono e non è scontato sapere quali.”
Platone si ritrova a vivere il dolore della perdita e dell’ingiustizia perchè Socrate è stato ucciso dalla città di Atene che lo ha condannato a morte. Le stesse leggi che consentivano a tutti di mangiare, restare al sicuro e non litigare con i vicini gli portavano via ciò che aveva di più caro.
Da quel momento l’allievo non pensa ad altro che a trovare un modo per ricordare e dare eternità al suo maestro, si difende dal dolore e dalla paura scrivendo, creando storie che raccontano di Socrate e prestandogli la voce attraverso i dialoghi.
Da lì in avanti, per gli undici anni di esilio, non smetterà un attimo di scrivere in un disperato tentativo di continuare a stare con lui. Nelle storie vive e racconta il metodo imparato da Socrate: si è fermato, si è guardato dentro e scrivendo ha spiegato e si è compreso. Il lungo perido di apparente immobilità gli ha permesso di identificare e analizzare le sue verità, la sua strada è diventata più limpida, ora riconosce la sua missione e sà cosa fare: costruire un posto dove un uomo giusto non possa mai venire ammazzato.
Come può un un filosofo costruire un posto così? Facendo della filosofia e dell’intellettualismo etico un arma. Raccontare storie può cambiare il mondo, perchè chi conosce il bene non può evitare di farlo.
Sono due le strade per poter cambiare il mondo, un millimetro alla volta con un lento processo di trasformazione ma chi avvia il cambiamento quasi mai vive abbastanza per vederlo realizzato o distruggendo tutto per poi ricominciare, entrambe le soluzioni sono poco fattibili nella realtà.
Platone con le sue storie crea una terza via, una utopia, una nobile menzogna che idealizza un non-luogo in cui è possibile ricominciare senza dover realmente distruggere nulla. Un mondo ideale in cui si può lavorare in maniera pacifica abitandolo sin da subito, dove le cose vanno per il verso giusto e nella società ognuno fa quello che gli spetta, dove tutti sono uguali ma non tutti fanno le stesse cose e ciascuno si sente al suo posto.
Un posto così non esiste ma raccontarne la storia può accendere una luce che indica la direzione, in un certo senso se puoi sognarlo puoi farlo, basta trovare solo l’uomo giusto a cui raccontarla.
Non è un romanzo storico nè un saggio ma il racconto della fragilità che ogni persona ciclicamente vive nella propria vita, una lettura apparentemente leggera che porta a rivedere se stessi.
L’autrice:
Con Platone: storia di un dolore che cambia il mondo. ha mostrato un approccio alla filosofia in chiave moderna con un linguaggio leggero, esempi di vita del nostro tempo. Un modo appassionato di raccontare pensatori e idee, ancora vivi e attuali oggi come secoli fà, ma in una chiave decisamente più intima e personale.