Caro Lettore, oggi torno a parlarti delle mie ultime letture, nella speranza di poterti indicare dei romanzi che ti possano entusiasmare e fare emozionare. In particolare, vorrei parlarti del romanzo di esordio di Valentina Orengo, Più in alto del giorno, edito per Garzanti.
Ho percepito questo romanzo come una sorte di ode all’estate, la stagione in cui tutto si ferma, in cui si ha il tempo di restare soli con se stessi e in cui tutto di noi può cambiare. Ed è proprio quello che accade alla giovane protagonista del romanzo, Mimì, una ragazzina di 13 anni che, abituata alla grande città, si ritrova a trascorrere l’estate in un piccolo paese affacciato sul mare, che lei stessa rinominerà “il Paese Piccolo”. La giovane sembra essere destinata a trascorrere la sua estate da sola, seduta a leggere libri, finchè non incontra Alfred, un misterioso ragazzino che le farà conoscere la vera amicizia e le bellezze celate in quel Paese Piccolo. Immersi nella spensieratezza della pre-adolescenza, i due si ritroveranno improvvisamente ad essere i custodi di un segreto più grande di loro, una realtà violenta che rivela gli aspetti più cupi della vita e che li porterà ad un grande cambiamento: l’abbandono dell’infanzia.
Più in alto del giorno è un romanzo di formazione e per me, questo è già un grande punto a suo favore. Ho sempre amato i romanzi di questo tipo, perché noi lettori diventiamo i diretti testimoni della crescita dei protagonisti, ne possiamo seguire tutti i risvolti psicologici, offrendoci un punto di vista davvero intimo e vicino ai personaggi. Ed è proprio questo che ho riscontrato e apprezzato in Più in alto del giorno: Mimì si apre completamente con noi, possiamo comprenderla a pieno e ritornare anche noi in quella fase che non è più infanzia ma che non è ancora piena adolescenza, dove la spensieratezza e l’ingenuità si alternano ai primi approcci a sentimenti più forti e alle paure. È proprio con gli occhi di Mimì che scopriamo le bellezze e i dettagli che rendono Paese Piccolo un luogo pittoresco, che cela in sé una sua bellezza e in cui possiamo associare un delicato profumo d’estate Sarà grazie all’incontro con Alfred che Mimì riesce realmente a vedere tutto ciò che la circonda, a vivere in prima persona la sua estate (e la sua vita). Un romanzo che diventa anche una sorta di manifesto dell’amicizia, quella pura, che ti porta a vedere il mondo con altri occhi e che non arretra davanti alle difficoltà e alle paure: Alfred e Mimì si ritroveranno di colpo a dover abbandonare la spensieratezza che aveva caratterizzato la loro estate, ma non per questo il loro rapporto ne risente, anzi, si fortifica, e i due si trovano a diventare grandi insieme.
Tutto questo è coronato dalla scrittura dell’autrice, uno stile che parte calmo, lento ma che poi pagina dopo pagina ti avvolge e ti porta a divorare le pagine del romanzo. Uno stile descrittivo, che ci porta a respirare l’aria estiva e rilassante di Paese Piccolo, legato a una trama avvincente, profonda e mai banale. Un altro aspetto positivo e che rende la lettura ancora più gradevole è l’estremo realismo con cui l’autrice dipinge questa fase della vita della protagonista. Una pre-adolescenza che non viene né idealizzata né sminuita e banalizzata, ma che viene semplicemente descritta per quello che è: una fase di transizione in cui il bambino che è in noi deve iniziare a fare i conti con ciò che la società si aspetta da lui. Noi adulti nella maggior parte dei casi ci siamo dimenticati come sia stata quella fase della nostra vita, come se fosse rimasta alterata nei nostri ricordi, ma Valentina Orengo è riuscita a catturarne l’essenza e a riportarla con estremo realismo a noi, e questo, per me, è uno degli aspetti più lodevoli di questo romanzo.