Pirandello sarebbe stato benissimo in questo nuovo mondo fatto di mascherine e distanze sociali, avrebbe sorriso e anche lui, ovvio, avrebbe utilizzato la sua maschera, o le sue molteplici, plurime maschere, quelle che ha indossato per tutta la sua esistenza.
Pirandello in un mondo di mascherine
Magari, immagino, avrebbe fantasticato sui piccoli segreti che ognuno di noi nasconde dietro il veletto azzurro della mascherina chirurgica, perchè no? Questa mascherina che siamo obbligati a portare ogni giorno per tante al giorno è una costrizione o è una liberazione?
Ho perso l’abitudine di mettere la mano davanti alla bocca quando sbadiglio, c’è la mascherina tanto… Sorrido civettuola se un uomo interessante mi fa una battuta o mostra di apprezzarmi… nessuno si accorge del mio compiacimento, c’è la mascherina tanto.
Succhio caramelle di nascosto, dietro la mascherina… Che altro nasconde la mascherina? Quanto Pirandello ci avrebbe ricamato sopra, lui che per accedere all’Olimpo dei premi Nobel abbracciò con entusiasmo il fascismo, lui che si intratteneva personalmente con Benito Mussolini e Gabriele D’Annunzio, che era il cocco dei salotti buoni della politica romana.
Non erano forse maschere anche quelle? non si è adeguato anche lui al sistema in cui gli era capitato di vivere? e vi si è adeguato benissimo, è evidente. Quante maschere ha indossato insieme alla sua amatissima Marta, attrice di punta delle sue opere teatrali e sua musa ispiratrice. O magari insieme a lei le maschere se le toglieva…
No, non credo, sono disillusa in questo: il grandissimo maestro Pirandello, che ha donato all’umanità una moltitudine di opere profondissime, che indagano e scandagliano l’animo umano fino nelle sue più inconfessabili omissioni, indossava una maschera ancora più spessa con lei. Non perchè non la amasse, ma perchè la amava troppo.
Pirandello in un mondo di mascherine
L’autore innamorato dell’attrice principale: un clichè già vecchio ai tempi di Pirandello, una cosa vista e rivista da rotocalchi di pettegolezzi. D’Annunzio del resto non faceva diversamente con Eleonora Duse. Ebbene una maschera anche quella, Pirandello si è visto vivere, come il suo Mattia in ‘Il fu Mattia Pascal‘ e si è adeguato alla vita.
Nulla di male, figuriamoci, è così che va il mondo, questione di sopravvivenza… mi chiedo come avrebbe indossato Pirandello la nostra scomoda e soffocante mascherina. Cosa ci avrebbe nascosto dietro, quali guizzi della sua irriverente intelligenza avrebbe tenuto ben chiusi dietro all’elastico, quali intuizioni sul disfacimento di ogni tipo di etica, di distinzione tra bene e male.
Se da una parte la stampa e la pubblica opinione ci invita a un ritmo di vita meo frenetico, a un’alimentazione più sana, a un’attenzione maggiore a ritmi biologici e naturali, dall’altra si lascia che adolescenti in via di sviluppo assumano ormoni per contrastare il proprio sesso di nascita, per combatterlo, per annientarlo alla ricerca di una fluidità che con la natura delle cose ha davvero poco a che fare.
Una maschera… Ancora maschere dietro le mascherine che ci rendono tutti uguali, un pastone omogeneo di umanità senza sesso, senza identità.
Cosa avrebbe detto Pirandello in un mondo di mascherine? Come si sarebbe adattato? Lo rileggerò per trovare qualche spunto di sopravvivenza.