Caro iCrewer, la segnalazione di oggi è molto particolare. Più che una mera biografia il libro di Silvia e Claudia Pinelli, Pino, vita accidentale di un anarchico, inserita nella collana Ombre di Milieu Editore è un omaggio profondo al padre Giuseppe” Pino” Pinelli, ferroviere anarchico assassinato nel 1969 dalla polizia nella Strategia della tensione.
Oltre alle sorelle Pinelli, alla stesura del libro hanno collaborato Nicolò Volpato e Claudia Cipriani due documentaristi autori di diversi cortometraggi e sette lungometraggi.
I loro documentari, tra cui La guerra delle onde, Lasciando la Baia del Re, L’ora d’acqua, sono stati trasmessi da reti televisive, proiettati al cinema e hanno ricevuto riconoscimenti importanti (tra cui la nomination ai David di Donatello).
Pino vita accidentale di un anarchico, l’impegno delle sorelle Pinelli alla ricerca della verità
Silvia e Claudia Pinelli, le figlie di Giuseppe Pinelli, sono da anni impegnate nella raccolta di testimonianze, approfondimento e il recupero delle memorie su un periodo storico che certamente ha visto l’Italia vivere uno dei momenti più bui e negativi della sua repubblica.
È il 1969, come spiega l’introduzione al libro “l’anno in cui i Beatles suonano dai tetti, mentre imperversa la Guerra Fredda. È l’anno di Woodstock e della luna, mentre i conflitti e le rivolte fanno scoppiare bombe.
E, tra le conseguenze di quelle bombe, il ’69 è l’anno in cui perde la vita Giuseppe Pinelli, detto Pino, il giovane partigiano, l’anarchico, il ferroviere, l’uomo.
Non a caso, la strage di Piazza Fontana, con i suoi 17 morti ha segnato l’inizio di una strategia eversiva predeterminata delle forze neofasciste tese a diffondere paura nella popolazione e contrastare il risorgere delle lotte sociali e l’avanzata elettorale del Partito comunista italiano.
Pino vita accidentale di un anarchico, la vita di Giuseppe Pinelli raccontata dalle figlie
Pino vita accidentale di un anarchico racconta “la storia di Giuseppe Pinelli attraverso le parole scritte dalle figlie, Claudia e Silvia, in un docu-romanzo grafico con fotografie originali di Uliano Lucas”.
Un lavoro editoriale che si ricollega al docufilm animato in cui gli autori raccontano in maniera inedita, attraverso immagini e fotografie,”una storia intricata e opaca, per cui ancora non si è raggiunta una verità giudiziaria ma che non è mai stata dimenticata,”
Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre ’69, il corpo di “Pino” precipitò da una finestra della questura di Milano. L’uomo, appena 41 anni, era sospettato di un coinvolgimento con la strage di Piazza Fontana. La sua morte venne fatta passare per un suicidio ma la famiglia e i compagni non smisero mai di cercare la verità.
Solo a quarant’anni dalla morte, nel Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dichiarato:
«Rispetto e omaggio per la figura di un innocente Giuseppe Pinelli che fu vittima due volte. Prima di pesantissimi e infondati sospetti e poi di un’improvvisa e assurda fine». Pinelli diventava così «la diciottesima vittima della strage di Piazza Fontana».
Il discorso politico e il contesto storico – fatti di contestazioni, di “strategia della tensione”, di un’Europa divisa – si combinano qui al racconto intimo e familiare.
L’uomo che attraversava Milano a tutte le ore in sella al suo motorino rosso, che conobbe la moglie a un corso di esperanto, che nutriva una passione per l’Antologia di Spoon River e per Topolino, continua così a vivere con le sue idee in chi rimane, nelle figlie e nella moglie, che non hanno mai smesso di lottare.
Più che un libro, Pino vita accidentale di un anarchico è un documento storico, la testimonianza di una memoria che, oggi più che mai, è importante ricordare per riscoprire un passato la cui violenza ancora riecheggia nel presente, attraverso le piccole storie degli uomini e delle donne che vi hanno preso parte.
Mi raccomando Pino vita accidentale di un anarchico sarà nelle librerie dal prossimo 9 Dicembre.
Buona Lettura