Parole il romanzo di Anita Sessa
Sai caro iCrewer l’ho conosciuta Anita Sessa, e sì, come pensavo, ragazza fantastica!
Ma questo non mi solleva dal portare critiche, giuste e ponderate, al suo ultimo romanzo, questo è il mio ruolo qui cara Anita.
Parole rientra in quello che oggi chiamiamo contemporary romance che altro non è se non il romanzo rosa, ma si sa che siamo un popolo di esterofili.
Lei, lui, l’altra ci sono, ma c’è molto di più.
Livia è alle prese con un passato così doloroso che non la lascerà mai e i cui spettri tornano quando meno se l’aspetta.
È la prima volta che lascio mettere piede a qualcuno in casa mia. Non che non mi sia mai capitata l’occasione di portare qualcuno a casa, anzi. C’è stato un breve periodo in cui ho perso la rotta per un po’, lasciando che a guidarmi fossero i sensi più che il cervello. Poi, ho preso un bel respiro ed è sopraggiunta la consapevolezza di non poter andare avanti in quel modo. Quando arrivi a farti un esame di coscienza da sola, allora capisci davvero quali siano le cose per cui vale la pena spendersi. Il resto ti conviene mollarlo.
Descritta come una ragazza giovane e fragile a causa di una serie di dolori che l’hanno segnata fin da piccola, Troviamo in questo personaggio la forza della rinascita che si fa i strada in un percorso tortuoso e pieno di domande a cui dare una risposta. Mi è piaciuta molto l’evoluzione del personaggio soprattutto dal punto di vista psicologico.
Jacopo è un uomo intorno ai quarant’anni che sfida il presente per un futuro da costruire. Un uomo che si aggrappa in qualche modo alle fragilità di una ragazza per trovare qualcosa in cui credere di nuovo, uno che a volte da poco peso alle parole. Un personaggio ben strutturato anche se a tratti, soprattutto all’inizio, può sembrare stravagante per la situazione che lo introduce.
“Non sei un’appendice del mio essere, Livia. Semmai è il contrario. Semmai sono io che non riesco a pensare di poter passare ancora un solo giorno senza di te. Qui” dice, premendo ancora di più e più fondo, “non c’è mai stato nessuno se non tu. Né Chiara né chi è venuto prima di lei. Qui, Livia, sei riuscita a penetrare solo tu.”
L’altra è l’altra. Chiara come il padre si Livia sono attori, non comparse, nella vita dei due protagonisti e risultano interessanti nello svolgimento della storia.
L’ho detto direttamente ad Anita e lo ripeto qui. Partirei dall’epilogo per un nuovo romanzo dal sapore più introspettivo.