È passato del tempo tra il momento in cui ho letto per la prima volta la trama di Membrana di Chi Ta-wei e quello in cui ho effettivamente cominciato a leggere il romanzo, ma di certo non mi aspettavo una storia del genere. Ricordavo soltanto vagamente che il volume, tradotto da Alessandra Pezza e pubblicato da ADD editore, narrava una vicenda ambientata sui fondali marini, poi il vuoto. Forse è proprio per questo che sono stata così colpita.
Tuttavia, prima di entrare più nello specifico rispetto a Membrana (il cui titolo originale in cinese è 膜, mó), è giunto il momento di parlare del suo autore: Chi Ta-wei. Nato a Taiwan nel 1972, ha frequentato il dipartimento di lingue e letterature straniere dell’Università nazionale di Taiwan, per poi spostarsi in California, dove ha studiato letterature comparate. Ora è docente presso la National Cheng Kung University di Tainan (nel sud di Taiwan). Ha tradotto, inoltre, in cinese i lavori di molti autori stranieri, tra cui spicca Italo Calvino – che viene anche citato in alcune opere di Chi Ta-wei.
Membrana, pubblicato nel 1995, è stato uno dei primi romanzi in cui sono presenti i temi queer e trans.
Due parole sulla trama
Momo sta per compiere trent’anni e la sua vita le piace così com’è. È un’estetista di successo, con una clientela fissa che non la giudica per il suo essere praticamente un’eremita, e che torna da lei periodicamente per farsi trattare. Avere una pelle perfetta, liscia, giovane e tonica è infatti uno dei chiodi fissi dell’umanità, soprattutto da quando gli esseri umani si sono stabiliti sui fondali marini.
In superficie il sole era diventato nocivo, il pianeta poco abitabile, e si è quindi optato per la colonizzazione degli oceani. Ed è proprio lì che vive Momo, nella città di T, nei territori della Nuova Taiwan, protetta da una membrana che scherma i raggi ultravioletti e tiene fuori l’acqua.
Tutto procede tranquillo e sereno, fino a quando qualcosa, abbastanza improvvisamente, comincia a cambiare.
Membrana di Chi Ta-wei: la mia recensione
Lei è contenta di starsene sotto la membrana, in quell’angolo di mondo che ha curato fino a renderlo esattamente come lo desidera: centro estetico e appartamento congiunti quasi a formare il simbolo dell’infinito, clienti che prenotano soltanto per mail (perchè a Momo le videochiamate non piacciono), nessuno che la infastidisca o la importuni. Esce poco di casa, non sente il bisogno d’intessere complesse relazioni sociali con gli altri, lei sta bene così. O almeno, questo è ciò che Chi Ta-wei vuole farci credere.
Per la prima metà del romanzo la vicenda sembra stagnare, salvo poi, quasi improvvisamente, prendere il volo. Con uno stile molto fluido, a tratti ironico, e un linguaggio che si adatta all’occasione che sta narrando, l’autore ci sorprende, smantella tutte le certezze che avevamo per ricostruire un mondo nuovo. Ho adorato le note: non escono dal romanzo, ma sono esse stesse parte della storia.
Quando ho visto la lunghezza di Membrana, temevo che le pagine non sarebbero state sufficienti per descrivere esaustivamente il mondo del racconto, soprattutto visto che si trattava di uno scenario in cui, a causa dei gravi problemi ambientali che non sono stati presi sul serio fino a quando non è diventato troppo tardi, quasi la totalità dell’umanità è migrata sui fondali oceanici – ma ammetto che si tratta probabilmente di un dubbio che nasce dalla mia poca familiarità con i romanzi brevi. Invece, Chi Ta-wei racconta tutto quello che c’è da sapere, quando è necessario saperlo, senza seppellire la trama sotto una miriade di nozioni di worldbuilding.
Altra tematica centrale, insieme all’ambiente alla definizione di sé (problema su cui Momo riflette davvero molto) è quella del queer. Ho apprezzato che non sia stata presentata con una fanfara, o messa sotto il riflettore: semplicemente esiste in modo naturale all’interno del tessuto del romanzo, senza essere forzata o distorta. E se tutto ciò per noi è normale, dobbiamo comunque tenere a mente che Membrana è uscito per la prima volta nel 1995 – e ho la sensazione che il lettore medio potesse non essere così abituato o di mentalità aperta rispetto all’argomento.
Per riassumere – un po’ generalizzando – la mia opinione su Membrana di Chi Ta-wei, penso che sia un romanzo perfetto per riflettere su argomenti importanti, ma anche una buona scelta per passare del tempo in una storia che pare quasi godere nel portare il lettore fuoripista.