Il Parco letterario di Melfi è dedicato a Federico II, uno dei personaggi più affascinanti della storia europea per la sua cultura, per la volontà di stabilire un governo illuminato e per la determinazione con cui contrastò il potere papale.
Il nostro viaggio letterario quindi continua e ci porta a Melfi, all’estremo nord della Basilicata, nella provincia di Potenza e nel cuore del Vulture. Proprio qui, in onore di Federico II, nasce il Parco Letterario a lui dedicato.
Federico II soggiornò tantissime volte a Melfi, città che prescelse come luogo della sua residenza estiva e nelle foreste del Vulture praticava la falconeria come hobby.
Melfi è racchiusa entro una cintamuraria, unica nell’Italia meridionale, dominata dal Castello normanno-svevo: giace su una collina che le ha conferito il carattere di fortezza militare e quel fascino tipico di un antico borgo medievale. La città offre bellezze architettoniche come le chiese rupestri di SantaMargherita e SantaLucia (XIII sec.), contornate dalle bellezze naturali del Vulture e dei Laghi di Monticchio.
A Melfi sono anche molto sentite le tradizioni: come il corteo storico “La festa dello Spirito Santo” e il Convegno Nazionale di falconeria”; o anche feste legate ai prodotti tipici locali come il “Marroncino” castagna che si può trovare alle pendici del Vulture. Proprio per valorizzare e rendere fruibili le ricchezze naturali e culturali di questo territorio il parco prevede eventi dedicati assolutamente da non perdere.
Ma andiamo a conoscere meglio Federico II di Svevia
Federico Ruggero nasce a Jesi il 26 dicembre 1194, sotto una tenda innalzata nella piazza, come aveva voluto la madre, Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero Il Normanno, Re di Sicilia, e moglie dell’Imperatore Enrico VI, della grande dinastia tedesca degli Hohenstaufen, figlio di Federico I Barbarossa. Il padre Enrico VI muore nel 1197, quando Federico II ha solo tre anni. A lui è destinata l’eredità del regno dell’Italia meridionale. Nel 1198 scompare anche la madre e Federico, il 18 maggio 1198, a soli quattro anni, viene incoronato Re di Sicilia, Duca di Puglia e Principe di Capua, e viene affidato alla tutela del Pontefice Innocenzo III. Incoronato Re il 26 dicembre del 1208, a quattordici anni, Federico mostra subito di avere le idee chiare. I suoi primi pensieri sono rivolti al sud dell’Italia dove la situazione era tutt’altro che facile.
Particolare menzione merita l’attività letteraria, dato che Federico II raccolse attorno alla Magna Curia la scuola che fu detta siciliana, alla quale lo stesso Dante riconoscerà la priorità storica nel poetare in lingua volgare e nella formazione del nostro linguaggio poetico.
Le liriche espresse da questa corrente poetica parlano di amore, lamentano la lontananza dell’amata, celebrano la sua bellezza. Esse si articolano con una metrica nuova, raffinata: JacopodaLentini è considerato l’ideatore del sonetto, adottato da allora per oltre sette secoli.
All’Imperatore stesso sono state attribuite tre liriche: “Dolze mio drudo”, “De la mia disianza” e “Sospiro e sto ‘n rasura”
Ecco la lirica De la mia disianza:
De la mia disianza
c’o penato ad avire
mi fa sbaldire – poi ch’i’ nò ragione,
Che m’à data fermanza
com’io possa compire
lu meu placire – senza one cagione,
a la stagione – ch’io l’averò ‘n possanza.
Federico II fu un uomo molto colto, parlava infatti il tedesco, il francese, conosceva il greco, il latino, l’arabo, il volgare siciliano, che egli stesso volle valorizzare e l’ebraico. La sua inestinguibile curiosità intellettuale gli fece guadagnare l’appellativo di “Stupor munndi”, ovvero meraviglia del mondo.
Egli fu anche autore di un trattato di falconeria De arte venandi cum avibus, che è anche un libro simbolico e filosofico.
Vale sicuramente la pena, se ne hai la possibilità e se non lo hai già fatto, scoprire questo meraviglioso parco letterario. Nel frattempo continua a seguirci in questo nostro itinerario tra gli autori classici e alla scoperta dei posti meravigliosi cui questo sono legati.