Caro iCrewer oggi il nostro viaggio ci porta nel Lazio, nel parco letterario Pier Paolo Pasolini, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista italiano, considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del XX secolo.
Il Parco è all’interno del Centro Habitat Mediterraneo LIPU di Ostia che si trova alla foce del Tevere, nei pressi dell’Idroscalo. È un centro naturalistico realizzato in una zona prima abbandonata e occupata da una discarica a cielo aperto, proprio nelle vicinanze del luogo dove, la notte del 2 novembre del 1975, Pasolini fu ucciso.
“Nel quartiere borghese c’è la pace di cui ognuno dentro si contenta, anche vilmente, e di cui vorrebbe piena di ogni sera l’esistenza.”
Non è semplice riassumere in poche righe la vita e le innumerevoli opere di Pier Paolo Pasolini ma il suo messaggio è ancora attualissimo e ci invita a non omologarci alla massa. Lui non l’ha mai fatto né nella sua vita privata né’ nelle sue opere.
Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922 da Carlo Pasolini, tenente di fanteria e da Susanna Colussi, insegnante, di Casarsa della Delizia nel Friuli, che ebbero anche un altro figlio, Guido. La figura dominante per Pasolini è la madre, mentre il padre è un uomo dal carattere forte, molto temuto dal figlio. Questo difficile rapporto con la figura paterna genere in Pasolini un conflitto edipico, di cui egli ebbe consapevolezza.
Nel 1942, mentre il padre è prigioniero in Kenya, la famiglia si rifugia a Casarsa. Questo periodo in Friuli ebbe grande importanza nella formazione intellettuale e nelle scelte etiche di Pasolini. Da qui, però dovette poi fuggire quando alla vigilia delle elezioni del 1948 un ragazzo confessò al parroco di Casarsa di avere avuto rapporti con lui, allora giovane insegnante. Quindi si trasferì a Roma con la madre e visse, all’inizio, anni difficilissimi. Più tardi il padre li raggiunse riportando i contrasti, che Pasolini riuscì a vedere quasi con tenerezza solo dopo la morte di lui. Era intanto riuscito ad avere un impiego come insegnante a Ciampino; e più tardi a lavorare a qualche sceneggiatura cinematografica.
La morte del fratello Guido nel 1945, appena diciannovenne sconvolse la sua famiglia, e fu un lutto che segnò profondamente Pasolini. Guido militava in un gruppo partigiano facente capo alla brigata “Osoppo” e venne ucciso dai partigiani jugoslavi.
Nel 1960 Pasolini realizza il suo primo film da regista e soggettista, “Accattone“.
In questi scritti esprime il proprio dissenso e si scaglia contro tutto ciò che sente inautentico: contro il mondo borghese, il capitalismo e il neocapitalismo, la società di massa e il consumismo, il villaggio globale, la televisione, l’omologazione, la rivoluzione antropologica.
Negli ultimi anni di vita è dolorosamente ripiegato in un pessimismo assoluto nei confronti della realtà violentemente degradata. Muore assassinato in circostanze oscure tra il I° e il 2 novembre 1975, proprio nella periferia suburbana di Ragazzi di vita, di Una vita violenta e di Accattone.
Ti invito come sempre a visitare il Parco letterario dedicato a questo eclettico autore. E Ti aspetto la prossima settimana per un nuovo viaggio.