Il titolo è già tutto un programma e fa intuire il contenuto, Omicidio a regola d’arte. Le indagini del commissario Chiusano, vol.2 di Letizia Triches, pubblicato dalla Newton Compton Editori il 14 gennaio 2021, è il classico giallo con moltissime sfumature di nero che vede impegnata in una misteriosa vicenda la “commissaria” Chantal Chiusano, personaggio creato da Letizia Triches e già protagonista del primo volume a lei dedicato, Delitto a Villa Fedora.
Letizia Triches, docente e storica dell’arte non è nuova al genere giallo-noir, ha infatti pubblicato vari racconti e romanzi, è stata semifinalista al prestigioso Premio Scerbanenco e vincitrice della prima edizione del Premio Chiara. Con la Newton Compton, oltre a Omicidio a regola d’arte, ha pubblicato Il giallo di Ponte Vecchio, Giallo all’ombra del vulcano, I delitti della laguna, Quel brutto delitto di Campo de’ Fiori e il già citato Delitto a Villa Fedora. Alla passione per il giallo, Letizia Triches associa quella per la saggistica, sue sono, infatti, diverse pubblicazioni sulle riviste Prometeo e Cahiers d’arte.
Diviso in 29 capitoli, Omicidio a regola d’arte di Letizia Triches, si presenta con una struttura particolare. L’autrice si muove fin dall’inizio della storia su due fronti: il commissario Chantal Chiusano e la psichiatra Sara Steno. Due donne che non hanno nulla in comune se non il fatto di aver sposato due pittori dei quali resteranno vedove, in modalità diverse e misteriose, a pochi giorni di distanza l’una dall’altra.
Letizia Triches ha la bella capacità di saper coinvolgere e appassionare il lettore con una scrittura elegante e suggestiva, ricca di riferimenti storico-artistici che arricchiscono la storia raccontata già di per sé intricata. Del resto un buon giallo ha delle regole da rispettare, non ultima quella di tenere il lettore in sospeso fino alla fine, lasciando aperti altri possibili sviluppi. E, considerando la conclusione della storia che fa intuire un seguito, penso proprio che “la commissaria” Chantal Chiusano ritornerà in un altro volume.
Omicidio a regola d’arte di Letizia Triches, struttura e contenuti
Com’è buona norma nello stilare una recensione, procediamo con ordine a cominciare dal titolo: Omicidio a regola d’arte è un titolo che presenta una doppia chiave di lettura e può essere interpretato sia in senso traslato che letterale. Da brava storica dell’arte, Letizia Triches immerge la storia del romanzo nel mondo delle mostre, del mercato artistico e di tutto quanto orbita intorno alla compra-vendita di quadri e gestisce con cognizione di causa il contesto in cui fa muovere i suoi personaggi. Inoltre l’autrice porge al lettore un giallo ben fatto, strutturato proprio “a regola d’arte”, la conseguenza logica è che il senso traslato e il senso letterale diventano due visuali che si interfacciano e inter-cambiano, rendendo Omicidio a regola d’arte un libro coinvolgente.
L’input della storia vede un morto che assiste al suo funerale e già da queste primissime battute Letizia Triches cattura l’attenzione del lettore che una pagina dopo l’altra, viene trascinato ed immerso nel contesto di una intricata vicenda con numerosi colpi di scena. Per tutta la prima parte si assiste ad un antefatto alterno, giocato sui ricordi delle due protagoniste principali ovvero Chantal e Sara, che raccontano in prima persona i rapporti e i contesti in cui si sono trovate con i rispettivi mariti, prima che venissero a mancare.
Man mano che il giallo prosegue, la narrazione di Letizia Triches diventa sempre più complessa e al tempo stesso avvincente, malgrado i tanti personaggi presenti nella storia e le tante situazioni che il lettore è costretto a tenere a mente per non perdere il filo conduttore, Omicidio a regola d’arte è un giallo che davvero sembra condurre il lettore per mano, inoltrandolo passo passo nell’iter della trama e dei suoi numerosi meandri.
Ben tratteggiati i personaggi, bella la capacità di Letizia Triches di entrare nella loro mente e raccontarla descrivendone le pieghe più perverse e nascoste. Ben descritti i luoghi: dai bassifondi ai quartieri eleganti e signorili, Napoli si sciorina agli occhi di chi legge in tutta la sua bellezza. Letizia Triches ha proprio scritto un giallo a “regola d’arte” e lo testimoniano anche le diverse critiche positive che testate giornalistiche importanti le hanno dedicato e a ragione, direi.
Giallo-noir con risvolti psicologici ed artistici, uno stile avvincente, incalzante e coinvolgente, ricco di descrizioni dettagliate e particolareggiate… Serve altro per dire che Omicidio a regola d’arte di Letizia Triches è un romanzo da leggere e da consigliare agli appassionati del genere?