Oltre ogni verità, di Gianluca Arrighi. Recensione
Già il titolo ti spinge, caro iCrewer, a porti delle domande. Dove si andrà a parare? Dove ci porterà questo racconto? Intanto ti dico che ci porta a scoprire un cadavere, deposto sotto le frasche in un campo della campagna di Rocca Alta, una cittadina sugli Appennini centrali.
Un classico del genere giallo: un giovane rinvenuto morto, l’urlo di spavento di una giovane donna, poche tracce, contrastanti testimonianze e un investigatore dal carattere brusco e irascibile, ma in fondo in fondo padre e marito amorevole.
Già così potrei definire Oltre ogni verità un giallo molto interessante e accattivante; il fatto è che via via che le indagini vanno avanti si entra in ben altri meandri: la tranquilla cittadina di provincia, messa alle strette dalle domande incalzanti di Jader Leone, comincia a tirare fuori la sua vera natura, i personaggi languidi e rassicuranti vacillano di fronte a quello che è forse il principale indiziato: il pregiudizio.
La vita solo apparentemente ordinata e scandita da abitudini di convivialità rischia di subire sconvolgimenti: la comunità si chiude a riccio, in un intrico di bugie e omissioni che getta ancora più mistero sulle cause della morte di un giovane perbene e impegnato socialmente.
Non mancano i colpi di scena: via via che l’indagine avanza ci troviamo di fronte a mezze verità svelate poco a poco, gli errori, le debolezze e le insicurezze, soprattutto del protagonista che deve a tutti i costi risolvere il caso, anche se ciò può minare le sue convinzioni personali.
La scrittura fluida e i dialoghi ottimamente costruiti rendono lo scorrere del racconto piacevole e intrigante e persino le psicologie dei personaggi sono svelate magistralmente al momento opportuno.
Il finale è inaspettato e rende davvero giustizia (non potevo non giocare un pochino con le parole…) a tutto il racconto, lasciando piena soddisfazione al lettore. Un giallo perfetto, dunque, che consiglio vivamente anche agli appassionati del genere, che non rischiano di imbattersi nei soliti cliché.