Il nuovo libro di Daria Bignardi, “Ogni prigione è un’isola”, ci porta in un viaggio tra le carceri italiane e le isole, esplorando le similitudini e le connessioni tra questi due mondi apparentemente distanti. La Bignardi, scrittrice e giornalista, parte da due rivolte in carcere durante la pandemia per raccontare storie di isolamento, sia forzato che naturale, intrecciando le vite dei protagonisti con le proprie esperienze.
In questo libro, Daria Bignardi ci mostra come le prigioni e le isole possano avere molto in comune. L’isolamento è il tema centrale: nelle carceri, è imposto come punizione, mentre sulle isole può essere una scelta o una condizione inevitabile. La narrazione si muove tra Milano, dove la storia inizia con una rivolta a San Vittore, e Modena, teatro di un’altra tragica rivolta.
Ogni prigione è un’isola: storie di vita e di morte
La Bignardi ci introduce a personaggi reali che hanno vissuto nelle carceri italiane, raccontando le loro storie con una sensibilità che solo una scrittrice con la sua esperienza può offrire. Una delle storie più toccanti è quella di Hafedh Chouchane, il primo dei nove morti nel carcere di Modena durante la rivolta dell’8 marzo 2020. La Bignardi riesce a farci percepire il dolore del fratello di Hafedh, Ahmed, attraverso una telefonata intensa e piena di emozione.
“Ogni prigione è un’isola” non è solo un racconto di eventi, ma anche una riflessione personale dell’autrice. La Bignardi mescola le storie dei protagonisti con le proprie esperienze, offrendo una prospettiva unica e profondamente umana. Il libro sfugge alle categorie tradizionali di romanzo e saggio, creando un genere proprio che coinvolge il lettore in un viaggio emotivo e intellettuale.
Come ti senti riguardo all’isolamento? Pensi che le isole e le prigioni abbiano davvero qualcosa in comune? Condividi i tuoi pensieri nei commenti!