Questa è la storia di Nuvola, l’unicorno bianco…
Ti sei mai sentito diverso? Non accettato da qualcuno? Immagino la risposta sia sì. Ebbene non fartene una colpa, nessuno di noi è diverso e nessuno mai può permettersi di farci sentire inferiori o, peggio, non adatti.
Ricordalo sempre: tutti noi splendiamo e lo facciamo nel modo migliore!
Nuvola, l’unicorno bianco: conosciamo la nostra nuova amica!
In una radura distesa e pacifica, dove gli alberi crescevano folti e maestosi e i fiori erano sempre rigogliosi e profumati, viveva un grazioso unicorno: il suo nome era Nuvola.
Il suo manto era bianco e lucente, pareva brillare, ma le vere particolarità dell’unicorno erano la sua coda e la sua criniera: oltre ad essere folte e morbide, erano di colore rosa, tanto da fare invidia a tutti gli altri unicorni della radura.
Nuvola, però, a differenza di tutti gli altri suoi simili non aveva il corno e questo la rendeva tanto triste.
«Non sono un vero unicorno!», diceva ostinata alla mamma «sono diversa» e i begli occhi verdi le si velano di lacrime.
«Non dire così», la consolava la mamma, leccando via le prepotenti lacrime salate che le scivolavano giù per il muso. «Sei un unicorno bellissimo anche senza quel corno sulla fronte, sei speciale», la mamma le sorrideva con amore e allora Nuvola si sentiva rincuorata.
Il piccolo unicorno trascorreva le sue giornate in giro per il prato; le piaceva rincorrere le colorate farfalle che volteggiavano nell’aria creando un favoloso gioco di colori, annusare il dolce profumo delle violette, riposare all’ombra dei grandi alberi e dissetarsi con l’acqua fresca del laghetto.
Nuvola non aveva amici: nessuno voleva giocare con lei, tutti gli altri unicorni la schernivano: «Senza il corno non sarai mai un unicorno come tutti noi!».
La più cattiva era Moretta, un unicorno nero come il carbone «Non sei degna di essere chiamata così!» le diceva sprezzante passandole accanto.
Nuvola, l’unicorno bianco fa uno strano incontro…
Un giorno, il bianco unicorno se ne stava sconsolata sul ciglio del laghetto a scrutare la propria immagine riflessa nell’acqua. Oh, come avrebbe voluto che sulla sua bella testolina ci fosse stato il prezioso corno! Ma lei ne era nata senza e a quanto pare nessuno poteva aiutarla.
«Staresti benissimo con un bel corno, allora si che saresti davvero l’unicorno più bello», le disse una vocina
«Chi è là? Chi parla?», Nuvola si mise sull’attenti scrutando a destra e a sinistra, ma non vide nessuno.
«Sono qui», disse la vocina, Nuvola si voltò e proprio accanto a lei c’era una piccola rana verde
«E tu chi sei?», le chiese curiosa
«Io posso aiutarti a risolvere il tuo problema». Così dicendo la rana le scrutò la testa
«Dici sul serio?», Nuvola era sempre più incuriosita
«Proprio così», la ranocchia annuì saggiamente e poi continuò «ma devi avere molto coraggio».
«Oh, eccome se ne ho», rispose l’unicorno gonfiandosi il petto d’orgoglio
«Bene, allora apri le orecchie e ascoltami attentamente. In cima a quel monte laggiù», così dicendo indicò una montagna attorno alla quale aleggiava tenebrosa la nebbia «cresce un’erba miracolosa: la devi raccogliere e mangiarla, è un’erba magica e ti aiuterà a farti crescere il tuo bel corno».
«Che c’è? Non mi credi?», chiese la rana quasi offesa, socchiudendo gli occhi fino a farli divenire una fessura
«Oh no, no, ti credo è solo che…».
«È solo che…», la incalzò il buffo animale
«La mamma mi ha vietato di andare proprio su quel monte», l’unicorno si interruppe per qualche istante, non sapeva se continuare o no, ma la rana la incitò a proseguire «lì vive una strega cattiva che vuol fare del male a tutti gli unicorni, ecco perché noi ce ne teniamo ben lontani».
«Bazzecole» rispose la rana «non vive alcuna strega, sono solo fandonie raccontate per mettere paura a voi giovani unicorni!».
Il giovane animale sgranò i suoi grandi occhi e drizzò ancora di più le orecchie, così la rana proseguì.
«Ti dico adesso quello che dovrai fare: domani mattina, di buon’ora, ti dirigerai sulla montagna, l’erba germoglia a mezzogiorno, così quando arriverai sarà già bella rigogliosa e la potrai mangiare», le disse la rana
«E il corno mi crescerà all’istante?», chiese trepidante Nuvola, che non stava già nella pelle
«Non avere fretta, giovane unicorno, dopo tornerai a casa e al mattino seguente troverai sulla tua testolina, il tuo amato corno».
Cosa farà Nuvola? Accetterà la proposta della rana? Per scoprilo non ti resta che attendere il seguito della favola!