Ogni autore ha un suo posto dell’anima, Mu è quello di Nunzio Di Sarno. Il viaggio attraverso le lande sconosciute di quella terra immaginaria, diventa la prima raccolta di poesie dell’autore che viene pubblicata nell’agosto 2020 dalle edizioni Oèdipus. Mi sono imbattuta in Mu di Nunzio Di Sarno e, come ho già avuto modo di scrivere nella segnalazione pubblicata la scorsa settimana in questa rubrica, il titolo ha attratto inevitabilmente la mia curiosità, dal momento che, ammetterai caro lettore, è alquanto inusuale.
Mi sono ripromessa di leggere la raccolta di poesie sicuramente incuriosita dal titolo, ma ancora di più dalla prefazione che anticipa la ricerca dell’autore: influenzato dalle filosofie zen di derivazione orientale, Nunzio Di Sarno compie un percorso interiore, un viaggio nell’anima che non è soltanto spirituale, ma è anche filosofico, politico, psicologico e sociale.
Detto fatto, raccolta letta e adesso tento di tirarne le fila e raccontartela. E qual è il modo migliore di iniziare a raccontare una raccolta di poesie se non attraverso le parole dello stesso autore?
Scrivo perché la poesia è visione/ il primo passo per la trasformazione./Scrivo perché la parola è una traccia/ e il suono è operativo.
Scrivo perché la beatitudine è bellezza/e il vuoto è compassione.
Scrivo perché Milarepa cantava.
I versi del brano Manifesto riportati sopra rappresentano, a mio avviso, la summa ideale, la presentazione di tutta la raccolta: Nunzio di Sarno li pone come brano d’apertura di Mu e non a caso. C’è in Manifesto una dichiarazione di appartenenza alla parola poetica che non è soltanto l’adesione ad uno stile letterario, ma rappresenta la visionarietà, tipica di chi frequenta versi e affini e, attraverso essa, la ricerca della propria interiorità che inevitabilmente si trasforma lungo il sentiero da percorrere: l’approdo è la bellezza in senso lato. C’è molta filosofia orientale in questi primi versi, ma tutta la raccolta ne è pregna.
Quattro sezioni per Mu di Nunzio Di Sarno
Mu di Nunzio Di Sarno è una raccolta divisa in quattro sezioni, semplicemente numerate con cifre romane e senza sottotitoli, ognuna di esse ha una sua connotazione specifica.
Nella prima sezione, Nunzio Di Sarno sembra compiere un viaggio nel suo Mu personale e dà alla sua poetica una connotazione essenzialmente intimista: attenzione, non è però un intimismo ripiegato su se stesso, il poeta parte dal proprio vissuto e allarga il suo spettro visuale al mondo. Un io che diventa noi con mancanze, desideri, sogni e amarezze che accomunano gli uomini. Brano dopo brano, partendo da se stesso, Nunzio Di Sarno allarga la sua visuale al mondo: il suo sentire, le sue esperienze, diventano così il sentire e le esperienze di chiunque.
Non è difficile né improbabile sentirsi chiamati in causa in prima persona leggendo Mu e spesso, l’autore non manca di quelli che possono apparire come veri e propri elementi pedagogici, più evidenti in alcuni brani: uno fra tutti Del perché gioire della neve.
Arriva all’improvviso/ tra la paura di chi la teme/ e la gioia di chi l’attende/a schiacciare il superfluo/per cui tanto e da tanto/ci affanniamo/ A liberarci dal rumore/ che idioti ci ostiniamo/ ad aumentare/ […]
Ad insegnarci il riflesso/mutante della mente/che tutto sottende./ A mostrarci la natura /pura e impermanente/unica nostra essenza.
In diversi brani non mancano riferimenti precisi a scelte politiche, a condizioni umane e civili che coinvolgono l’intera società e assumono quasi l’aspetto di vera denuncia. Il linguaggio di Nunzio Di Sarno, qui diventa più duro, incisivo a tratti sferzante, in netta contrapposizione con il carattere intimista della sezione.
Non sarebbe stato male a mio avviso, aggiungere un’ulteriore sezione dedicandola proprio a questa tematica. Non appare in Mu un criterio di divisione specifico per argomento: il nostro autore, probabilmente avrà diviso la sua raccolta in ordine temporale, Mu infatti raccoglie sei anni di produzione poetica di Nunzio Di Sarno.
La seconda sezione si può definire un poemetto articolato in tre parti: Nunzio Di Sarno adotta uno stile differente rispetto alla prima sezione. La tematica di fondo è l’io, la presa di coscienza e l’accettazione dei propri limiti e delle relative fragilità, facendo delle proprie sconfitte un punto di forza per ripartire:
La vita scaturisce/sempre di nuovo/nel momento/ in cui può sembrare sconfitta/
È lì che un miglior stato/ mi appartiene/ […]
L’evoluzione della terza e quarta sezione di Mu di Nunzio Di Sarno
Nella terza sezione Nunzio Di Sarno dà a Mu una diversa connotazione: i versi brevi e concisi, lo stile scarno ed essenziale, sottolineano una possibile evoluzione nel suo modo di fare poesia. Del resto è normale che nella vita letteraria di un autore avvenga un cambiamento dettato da esperienze, conoscenze e consapevolezze diverse. I versi della terza sezione sono quindi versi più brevi ma più densi e pregnanti: in poche scarne parole Nunzio Di Sarno riesce a concentrare ampi concetti che offrono al lettore diversi spunti di riflessione.
Tutti i brani presenti nella terza sezione sono privi di titolo, tranne il primo, Parigi 11/1/ 14. Questa sezione e questo titolo racchiudono forse un’esperienza parigina che Nunzio Di Sarno ha voluto trasformare in versi? Sembrerebbe di sì…
Le tematiche di fondo riprendono in qualche modo quelle delle sezioni precedenti: un’interiorità da scandagliare continuamente alla ricerca del Mu personale, quella terra misteriosa che altro non rappresenta se non la vera essenza dell’uomo.
La sezione finale, la quarta, sembra quasi racchiudere la fine del viaggio: Nunzio Di Sarno, dopo aver percorso diverse strade per approdare a Mu, sembra non aver più bisogno di tante parole: versi brevissimi che potrebbero sembrare haiku ma non ne hanno le caratteristiche specifiche. Piuttosto si ha l’impressione di essere davanti ad aforismi densi di saggezza acquisita dopo un lungo percorso.
Le tematiche anche in questa quarta sezione sono varie, l’autore passa da considerazioni che riguardano l’io interiore a considerazioni politiche e sociali, dalla contemplazione della natura all’osservazione della varia umanità che ha intorno: il tutto con largo uso di metafore.
Nella ricerca continua/ di bagnarmi/ dimentico/ di essere acqua.
“Poetica psicologica” quella di Nunzio Di Sarno?
Una caratteristica presente in tutte le sezioni della raccolta è l’uso di un linguaggio discorsivo ma incisivo e, a volte, audace e provocatorio con cui Nunzio Di Sarno comunica con il lettore, invitandolo e a volte incitandolo, spingendolo alla riflessione e soprattutto all’introspezione.
Una raccolta molto articolata Mu di Nunzio Di Sarno: un’evoluzione interiore e letteraria che traspare nelle quattro sezioni che compongono la raccolta. E se vogliamo usare una metafora, forse c’è troppa carne al fuoco. Dalle tematiche al cambio di stile, all’uso dell’inglese: diversi brani sono infatti in lingua inglese ma senza traduzione. Se da un lato potrebbe dare un tocco di sdoganamento dai confini letterari puramente italiani, dall’altro è un limite dal momento che manca la traduzione.
Se mi è concesso coniare un nuovo genere di poetica potrei definire quella di Mu una “poetica psicologica”: temo però che la Kritica, quella con la K maiuscola e forse anche lo stesso Nunzio Di Sarno possano denunciarmi per vilipendio alla pubblica letteratura e offesa alla poetica.