Pubblicata nell’agosto 2020 da Oèdipus Edizioni, Mu di Nunzio Di Sarno è la prima raccolta di poesie pubblicata dall’autore. Un esordio con un titolo che oltre a lasciare perplesso l’ignaro lettore, sicuramente lo incuriosisce. Due lettere, una sola sillaba, Mu che, per chi ignora i miti orientali e le conseguenti discipline di pensiero che ne derivano, non rivelano nulla e non fanno certo pensare a possibili collegamenti con la poesia. Tutt’altro.
Confesso la mia ignoranza in materia senza neanche tentare di giustificarla: quando ho letto il titolo della raccolta, passatami dalla nostra Maura caporedattore di iCrewplayLibri, sono rimasta perplessa. So bene che la poesia trova ispirazione ovunque ma che arrivasse scovarla anche da un suono onomatopeico che, di primo acchito, fa pensare a bovini pascolanti nei verdi campi primaverili, sinceramente mi ha lasciata con un grosso punto di domanda stampato a chiare lettere in faccia. Mi perdoni Nunzio Di Sarno (e pure tu caro lettore) ma è la prima cosa che mi è venuta in mente leggendo il titolo della raccolta.
So anche che chi viaggia sulle onde della poesia ha percorsi mentali personalissimi, non sempre facili da carpire in pieno, se va bene e se si possiedono capacità specifiche, si possono solo intuire. È proprio questa la particolarità della vera poesia: la capacità di essere multiforme, adattabile, libera e variamente interpretabile. Quindi, mi sono detta che se un autore, Nunzio Di Sarno nello specifico, sceglie quel titolo per il suo libro una motivazione deve esserci per forza.
E allora, come sempre, santo internet viene in soccorso degli ignoranti (letteralmente) e, fatte alcune ricerche, senza neanche troppa fatica scopro che Mu è o meglio era, un ipotetico continente scomparso nell’Oceano Pacifico, descritto dall’angloamericano James Churchward sulla base di una traduzione, rivelatasi poi completamente errata, del XIX secolo dell’abate fiammingo Charles Étienne Brasseur de Bourbourg da un manoscritto Maya. Secondo le attuali conoscenze scientifiche l’esistenza del continente non è compatibile con la storia geologica del Pacifico.
Nunzio Di Sarno: Mu, tra mito e letteratura
In poche e semplici parole Mu è un’invenzione: una specie di paradiso tropicale immaginario con molte attinenze al biblico giardino dell’Eden. Dal mito alle invenzioni letterarie il passo non è mai troppo lungo, quindi molti autori, nel corso della storia, hanno dedicato al fantomatico continente libri su libri, film, fumetti, videogiochi e persino album musicali: Mu è infatti anche il titolo del primo album di Riccardo Cocciante.
Il fascino di Mu stimola creatività e fantasia: facile per un autore lasciarsi catturare… E stavolta è toccato a Nunzio Di Sarno.
Il breve, brevissimo e alquanto sommario, accenno al mito di Mu era doveroso per tentare di entrare in connessione con la raccolta di poesie di Nunzio Di Sarno che oggi ti segnalo e che conto di leggere quanto prima. Partendo dal concetto che un autore non sceglie mai a caso il titolo per un suo libro, la scelta del titolo Mu penso abbia attinenze con il mito stesso o con i suoi ulteriori sviluppi.
Ogni leggenda, ogni mito può diventare una base sulla quale si edifica e si sviluppa un concetto, un pensiero filosofico, uno stile di vita. Leggendo le brevi note biografiche di Nunzio Di Sarno apprendo che, laureato in lingue e letterature straniere, ha anche conseguito una laurea in psicologia clinica, la cui tesi è incentrata sulle discipline orientali. Se ti stai chiedendo cosa c’entra Mu con le discipline orientali di cui il nostro autore è appassionato, ti rispondo subito caro lettore: Mu, oltre ad essere un continente mitologico, è uno dei concetti o pensieri filosofici sul quale poggia il Buddismo Zen di derivazione giapponese che si differenzia dal Buddismo Chàn di scuola cinese.
Fra i concetti filosofici esposti dal Buddismo Zen, riveste una parte importanza la singolare concezione del nulla, detto Mu. […] In generale si intende il nulla come mancanza, assenza o negazione…
Da un continente che non esiste, quindi lo sviluppo di un pensiero filosofico basato sul concetto del nulla, se non ho capito male… Chiarito l’arcano a me stessa (almeno spero) mi auguro di essere stata altrettanto chiara nello spiegare o meglio nel tentare di farlo, la scelta di Nunzio Di Sarno per la sua raccolta: un autore che a quanto sembra, trae ispirazione dalle discipline orientali di cui è appassionato seguace da molto tempo.
Un piccolo estratto dalla prefazione di Mu di Nunzio Di Sarno
Le prime parole che troviamo ad aprire la raccolta di Nunzio Di Sarno sono quelle di un koan zen: Un monaco chiese a Joshu: “Un cane ha la natura di Buddha?” Joshu rispose: “Mu”
Mu mantiene in sé gli opposti e spinge a trascenderli in uno slancio che scatta lontano dalla logica e dalla premeditazione.
E quando pensi di averlo afferrato è proprio lì che ti scappa.
Ci si può solo muovere insieme.
Il koan ci mostra la strada che si fa traccia e mappa.
Una mappa che si mantiene giusto per il passaggio e le luci che durano sono le realizzazioni, in balia dell’amore e l’amicizia, delle droghe, dell’alcool e delle meditazioni, della malattia, della morte e della disciplina, in seno alle famiglie “vecchie, nuove e ritrovate”.
In una parola la Vita.
[…]
Qui il lettore non può restare sulla soglia a guardare, è chiamato ad aprirsi ed immergersi per sentire su di sé, sposando i ritmi per ritrovarsi a pezzi. Unico sentiero per accedere alle forme nuove.
Da frequentatrice di versi e affini, devo dire che la mia curiosità è parecchio stimolata da Mu di Nunzio Di Sarno: spero di leggere la raccolta quanto prima, anche se sono quasi completamente all’oscuro di qualsiasi tipo di filosofia buddista. La poesia però è poesia, qualunque sia la sua fonte di ispirazione. E se è bella poesia, lo è a prescindere da tutto.