A settant’anni dalla nascita della televisione italiana Aldo dalla Vecchia dà alle stampe La tele a Torino, pubblicata da Buendia Books.
Autore televisivo da trentasei anni, Aldo dalla Vecchia ha realizzato il suo sogno d’infanzia: far parte della “scatola magica”.
Ha riversato la sua competenza, il suo amore per il piccolo schermo, il fascino della ricerca e l’entusiasmo in 108 pagine dense di contenuti curiosi, aneddoti poco conosciuti, biografie di piemontesi, di nascita o di adozione, che hanno intrecciato le loro vite con i raggi catodici, interviste inedite (con un ricordo affettuoso di Raffaella Carrà) e un racconto sorprendente…
La tele a Torino è un’opera multiforme e polifonica, vivace e coinvolgente come un grande spettacolo: un ottimo modo per celebrare un’importante ricorrenza e le radici torinesi della tivù
Ecco la trama e un’intervista all’autore a cura di Buendia Books.
La tele a Torino: la trama
Aldo Dalla Vecchia celebra questo anniversario con un punto di vista ancora poco indagato, le origini sabaude della tivù.
Un saggio sulla preistoria del piccolo schermo, con un “Dizionario minimo dei piemontesi che hanno frequentato la televisione”, interviste esclusive a personaggi femminili che hanno fatto la storia del medium (la prima regista Alda Grimaldi, la conduttrice Enza Sampò, un omaggio a Raffaella Carrà) e un approfondimento sul Museo della Radio e della Televisione.
Completa il volume un racconto inedito, Questione di fili, di ambientazione torinese.
La copertina, poetica e suggestiva, è opera dell’artista Ernesto Anderle, noto sul web per le pagine Facebook Roby il pettirosso e Vincent Van Love.
Aldo dalla Vecchia: l’intervista
Cosa rappresenta, per te, il piccolo schermo?
Il piccolo schermo per me rappresenta il sogno d’infanzia diventato realtà. Da bambino passavo ore e ore a gua-
dare la televisione, che negli anni Settanta era molto diversa da oggi. Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto avere a che fare in qualche modo con quella scatola magica. Da adulto, sono riuscito a realizzare il mio sogno d’infanzia, diventando autore televisivo: il mio amatissimo mestiere da trentasei anni.
In 108 pagine ti sei cimentato nella saggistica e nella ricerca, in 83 ritratti, in 4 interviste, in un racconto: come è stato dedicarti, in un unico progetto, a forme di scrittura breve così diverse?
Mi è piaciuto immensamente, proprio perché ho messo insieme tanti tipi di scrittura diversi: il saggio, andando a raccontare “la preistoria sabauda della tivù”; la biografia, nel “Dizionario minimo dei piemontesi che hanno frequentato la televisione”; l’intervista, nel capitolo “Grandi signore, piccolo schermo”, grazie agli incontri con Alda Grimaldi ed Enza Sampò e all’omaggio a Raffaella Carrà; la narrativa, con Questione di fili, il racconto che chiude il volume.
In oltre tre decenni di attività televisiva, ho avuto modo di conoscere centinaia di persone e personaggi, davanti alle telecamere e dietro le quinte. Mi ha molto colpito, durante la stesura de La tele a Torino, una donna straordinaria che non avevo ancora avuto la fortuna di incontrare: Alda Grimaldi, la prima regista della storia della televisione italiana, attiva negli studi torinesi della Rai ancor prima della nascita della tivù. Un vulcano inesauribile di energia e
una fonte preziosa di ricordi, aneddoti, testimonianze. Poterla intervistare è stato un enorme privilegio.
Aldo Dalla Vecchia (Vicenza, 1968) è autore televisivo e giornalista da trentasei anni. Abita a Milano con le gatte Carmelina, Assunta, Anicetta, la cagnolina Alma e il gatto Attilio.
Vorrebbe passare la vita a scrivere libri e basta, ma non è ancora possibile. In tivù ha firmato decine di programmi, come Target, Verissimo, Il bivio. Ha collaborato tra gli altri con Corriere della Sera, Epoca, A e Mistero, di cui è il coordinatore editoriale da otto anni.
Attualmente scrive per il settimanale Oggi. Da qualche anno tiene un corso sulla scrittura televisiva al Master Fare TV dell’Università Cattolica di Milano. È autore di ventitré libri.