Disponibile in libreria dal 21 maggio Katitzi va in città di Katarina Taikon, edito Iperborea nella traduzione di Samanta K. Milton Knowles, per la collana I Miniborei.
Un classico per l’infanzia che unisce temi di amicizia, famiglia, infanzia, con tematiche legate alle minoranze e al razzismo. Una lettura adatta a tutti soprattutto ai più piccoli dai 7 anni in su.

Katitzi va in città : la trama
Con il patrocinio della Sezione Italiana di Amnesty International, continua la serie di Katitzi, l’amato classico svedese su una vivace e avventurosa ragazzina rom decisa a realizzare i propri sogni e a combattere i pregiudizi, vincitore in Italia del Premio Orbil e del Premio Scelte di classe 2019.
Quando non è impegnata a cacciarsi in qualche guaio, Katitzi ama sognare a occhi aperti: diventerà una principessa, avrà splendidi vestiti e nelle sale del suo castello risuonerà la più bella musica rom. Non saranno certo le angherie di una matrigna senza cuore a distruggere i suoi piani! Eppure, la vita al campo è diventata troppo difficile, anche per una bambina solare e piena di vita come lei, e così una mattina Katitzi prende il suo scialle più bello, fa una carezza al piccolo Swing e scappa di casa.
Ormai ha undici anni, non ha paura del grande mondo e sa cavarsela benissimo da sola. Le basta scambiare qualche chiacchiera con il lattaio e leggere la mano, con un po’ di fantasia, a un paio di persone che incontra sul suo cammino per riuscire a raggiungere Uppsala, dove abita la sua adorata mamì.
Estratto
Ecco un breve estratto da Katitzi va in città di Katarina Taikon.
La matrigna di Katitzi e Lena non è buona con loro. Pretende di essere chiamata «signora» e le tratta malissimo, soprattutto Katitzi: con la sua capacità di cacciarsi in ogni sorta di guaio e la sua abitudine di intromettersi nei discorsi degli adulti, Katitzi finisce sempre per far arrabbiare la signora, che non perde occasione per picchiarla.
La signora non è rom. Anni fa è scappata di casa con papà Taikon, per amore, ma ormai non sopporta più quella vita, i continui spostamenti e l’atteggiamento ostile delle altre persone. È scontenta e insoddisfatta, ha sempre l’emicrania e si occupa solo dei suoi figli.
Prima di cominciare a leggere il libro, ci sono ancora un paio di cose da sapere a proposito di Katitzi.
Per qualche anno, prima di arrivare al campo con papà Taikon, Katitzi è stata in un orfanotrofio. Appena tornata dalla propria famiglia, Katitzi era stupita di dover vivere in una tenda e non in una casa, di dover dividere il letto e persino la ciotola per mangiare con la sorellina. Ma vuole così tanto bene a Lena, a Paul, a Rosa e a papà Taikon che ben presto si è abituata alla vita nel campo.
Solo che ogni tanto, quando le cose si fanno troppo difficili, sogna a occhi aperti. Ricorda il tempo in cui aveva giocattoli e bei vestiti, e qualche volta immagina di essere una principessa o una cantante famosa. Resta così, con gli occhi spalancati e la bocca mezza aperta, e a Lena e Paul tocca scuoterla per svegliarla.
Ma ora vediamo un po’ cosa succede a Katitzi in questa nuova avventura.
Una recensione importante
Katarina Taikon scelse un’arma formidabile per rivendicare i propri diritti e far conoscere il suo popolo: l’arte del racconto. Attraverso la vita di una bambina rom, le sue pagine parlano di diritti – e violazioni dei diritti – delle persone minorenni, di infanzia libera e dura insieme, di crescita e consapevolezza. Senza perdere mai la leggerezza e il divertimento, questa lettura apre una porta sulla conoscenza, sulla strada verso il rispetto e la dignità.
Queste sono le parole usate da Amnesty International Sezione Italiana per descrivere il libro Katitzi va in città di Katarina Taikon.