Da pochi giorni in libreria, il volume John Florio. La vita di un italiano nell’Inghilterra di Shakespeare di Frances A. Yates, cura e traduzione di Giorgio Ghiberti, edito da Casadei Libri. Arriva in Italia, a quattrocento anni dalla scomparsa di John Florio, l’uomo che si sospetta si celi dietro Shakespeare, il libro della ricercatrice inglese, scritto nel 1934, che cercò di svelare il mistero della sua identità. Grazie alla penna di questa studiosa tenace e indipendente, una delle figure più interessanti e brillanti del Novecento – per approfondire la sua storia si consiglia il libro di Marjorie Jones, Frances Yates e la tradizione ermetica edito da Casadei – si snoda tra i principali protagonisti culturali e politici dell’era elisabettiana.
John Florio di Frances A. Yates: la trama

Un libro prezioso che si addentra nella vita, negli interessi, negli studi di John Florio, insegnante e forgiatore di parole «italiano di lingua e inglese di cuore», e racconta un’epoca intera. L’autrice, la cui importanza per lo studio della cultura e delle idee in Italia, Francia e Inghilterra è ben nota in tutto il mondo e che tanto ha scritto e indagato per far luce sull‘influenza della cultura italiana nell’Europa moderna, cerca di rispondere alle domande che in molti si sono posti negli ultimi secoli: ma chi era davvero John (o Giovanni) Florio? Quali furono i rapporti di Florio con William Shakespeare? E’ forse lui a nascondersi dietro il suo nome?
Per i suoi contemporanei, una delle figure più prominenti dei circoli letterari e sociali del suo tempo, primo traduttore in inglese del Decameron di Boccaccio e degli Essays di Montaigne – una traduzione, quest’ultima, di tale qualità che permise all’opera di diventare un punto di riferimento per la cultura dell’epoca.
Nell’ultimo secolo e ancora oggi ci si è concentrati piuttosto sul rapporto, presunto o reale, tra il sapiente linguista, Florio, e il bardo inglese, dietro la cui figura si cela ancora un fitto mistero, legato in particolare alla sofisticata educazione letteraria e all’assenza di un reale rigo autografo. Ma al di là di ogni suggestione, potrebbe davvero celarsi la presenza dell’umanista italiano del Rinascimento inglese in alcuni testi shakespeariani, così ricchi di geniali invenzioni linguistiche?
«Io qui ho tentato di fornire, se non la vita completa di un elisabettiano tutt’altro che irrilevante almeno alcuni elementi utili a colmare i vuoti in quel che sappiamo di Florio. E spero che finalmente sarà possibile, alla luce di questa più completa conoscenza, arrivare a una conclusione definitiva sulla dibattuta questione delle sue relazioni con Shakespeare» afferma l’autrice nella prefazione del libro.
Questo libro rappresenta un tassello fondamentale per ricostruire la vita di Florio, la sua complessa e interessante storia, ma ha anche il grande merito di tratteggiare un’epoca intera, un mondo in cui, prendendo in prestito le parole di Giorgio Ghiberti, curatore e traduttore del libro, «nella stessa persona, poteva convivere il cortigiano, l’uomo d’armi, l’avventuriero, il letterato, il poeta, e dove la fortuna d’un uomo poteva mutare in un istante; un mondo in cui all’Italia e al Mediterraneo si guardava affascinati al modo che noi allora si guardava all’Oriente; un mondo in cui si presentiva imminente un futuro glorioso: il mondo dell’età dei Marlowe, dei Johnson, e di quello di Shakespeare…».
Cenni biografici dell’autrice
Frances A. Yates Scelse di studiare “storiografia interdisciplinare” e per più di quarant’anni fu legata al Warburg Institute della University of London, rivestendo anche incarichi di docenza. Gran parte del suo lavoro si è concentrato su neoplatonismo, filosofia e occultismo nel Rinascimento. Le sue opere principali, come Giordano Bruno e la tradizione ermetica o l’Arte della memoria, si concentrano sul ruolo centrale svolto dalla magia, dalla tradizione ermetica e dalla cabala nella scienza e nella filosofia nel Rinascimento.
Oltre che di Giordano Bruno e Raimondo Lullo, si è occupata anche di Giovanni Florio, William Shakespeare e di storia della tradizione mnemotecnica da Simonide a Gottfried Leibniz. Insignita nel 1972 con il rango di Officer dell’Ordine dell’Impero Britannico, nel 1977 fu elevata al rango di Dama (Dame). Nel 2008 è uscita Frances Yates and the Hermetic Tradition, la prima biografia di Frances Yates, a cura di Marjorie G. Jones, tradotta in italiano da Andrea Damascelli per Casadei Libri nel 2014 con il titolo Frances Yates e la tradizione ermetica.