Buongiorno iCrewer! Oggi ho pensato di parlarti di un libro uscito proprio negli ultimi giorni e che mi pare molto interessante: Salvare il fuoco, di Guillermo Arriaga, edito da Bompiani.
Lo scrittore – che in realtà non si limita a scrivere libri, ma ne parleremo meglio poi – è particolarmente noto per la sua opera Il selvaggio, uscita qualche anno fa, sempre per Bompiani. Le pagine di questo romanzo ci fanno sprofondare nel Messico degli anni ’60, tra drammi, violenza e misteri. Una trama che si snoda non solo in un paesaggio urbano, ma anche tra i selvaggi boschi del Canada.
Guillermo Arriaga riprende alcuni dei temi presenti nel suo precedente lavoro anche in Salvare il fuoco. Qui l’autore analizza una società complessa e ricca di contraddizioni, senza però rinunciare al mistero e alla suspance. Il suo è un ritratto così accurato e coinvolgente, da essersi guadagnato il Premio Alfaguara 2020, con questa motivazione:
“Salvare il fuoco è un romanzo polifonico che racconta con intensità e dinamismo eccezionali una storia di violenza nel Messico di oggi, dove l’amore e la redenzione sono ancora possibili. L’autore fa uso sia di una straordinaria potenza visiva sia della reinvenzione del linguaggio colloquiale per portare a compimento un’opera di inquietante verosimiglianza. I diversi piani narrativi hanno il loro punto di contatto nel corpo umano, motivo di celebrazione e allo stesso tempo vittima degli eccessi.”
Dagli atti della giuria del Premio Alfaguara 2020 presieduta da Juan Villoro
La trama di Salvare il fuoco
Marina appartiene alla buona società messicana: è una coreografa, sposata con tre figli, vive in un bel quartiere residenziale, frequenta i ristoranti di classe e le persone giuste. Un giorno il suo amico Bernardo la coinvolge in un progetto che la spinge fuori dal suo mondo: dovrà avvicinare i detenuti di un carcere di massima sicurezza all’arte.
E proprio in carcere Marina incontra José Cuauhtémoc: “aspetto europeo ma sangue indio”, lui è il fuoco che infiamma una donna rassegnata a una vita senza scosse. Dà nuova linfa alla sua arte, la accende di passione e arriva a farle commettere reati in nome del legame fortissimo che da subito li unisce.
José è in prigione perché colpevole di omicidio e proprio dal suo passato violento arriva un cacciatore in cerca di vendetta. E lui è la preda perfetta, chiuso com’è tra quattro mura. Ma né Marina né José, animati da un fuoco che purifica e dà speranza, sono disposti a rinunciare alla loro occasione senza lottare.
Guillermo Arriaga
Nato nel 1958 a Città del Capo, in Messico, Guillermo Arriaga Jordán è uno scrittore, ma anche un regista, uno sceneggiatore e un produttore. Tra i maggiori successi raggiunti dalle sue opere su pellicola, possiamo citare in particolare il premio per la migliore sceneggiatura, ricevuto al Festival di Cannes 2005 per Le tre sepolture di Melquiades Estrada.
Lo sviluppo della sua carriera nell’ambito della scrittura di romanzi è più recente, ma è diventata per Guillermo Arriaga quasi un’ossessione. A testimonianza di ciò possiamo trovare i numerosissimi titoli firmati a suo nome, come Pancho Villa e lo Squadrone Ghigliottina, Un dolce odore di morte, Il bufalo della notte e Il selvaggio, oltre al neonato Salvare il fuoco.
Certo è, però, come l’autore riesca a imprimere il suo tocco speciale anche alla carta stampata, visto che ben due dei suoi romanzi si sono guadagnati riconoscimenti ufficiali: Il selvaggio ha vinto il Premio Mazatlán de Literatura del 2017, mentre Salvare il fuoco, come ti dicevo più su, si è aggiudicato il Premio Alfaguara del 2020.
Non resta che aspettare con ansia il prossimo lavoro di Guillermo Arriaga, sia al cinema, sia in libreria!