Caro iCrewer, da oggi è in libreria La seconda moglie di Juls Way edito da Word Edizioni. Un romanzo storico e un inno al femminismo in un contesto insolito, quello dell’epoca vittoriana.
La seconda moglie
“All’alba del nuovo secolo, lady Lavinia Roseland, figlia del Conte di Carvanon, è costretta a un matrimonio combinato con lord Edward Montegue.
Un’unione nata male in partenza: lei ha una reputazione macchiata, un carattere terribile e una lingua ben affilata; lui, vedovo e con una carriera politica da portare avanti, la vorrebbe tenera e devota.
Tuttavia, Edward non è immune al fascino di Lavinia che, con le sue mise maschili, si fa ambasciatrice di idee nuove e rivoluzionarie. Ad avvicinarli sarà la strana e improvvisa sparizione del padre di lei.
Marito e moglie si ritroveranno così nella romantica Cornovaglia, ospiti di una tenuta ricca di misteri, per scoprire vecchi e nuovi intrighi della famiglia Carvanon.”
Chi erano le dame di fine ottocento
Nella Londra di fine 800 esattamente come nel resto d’europa, costume, morale e diritto vedono la donna in uno stato di minorità.
Lavorare non era una scelta dettata da passione o desiderio di autonomia, ma una condizione dettata unicamente dalla pura necessità economica. Un atto di sussistenza più che di indipendenza, mentre l’aspirazione sociale diffusa anche fra le lavoratrici rimaneva quella di essere, come le donne dei ceti agiati, spose e madri all’interno della famiglia.
Siamo ben lontani dal concetto di uguaglianza, le donne sono ritenute incapaci di agire secondo ragione, sempre sottoposte alla podestà di un uomo. Un tempo in cui per tutte le donne essere se stesse e poterlo esprimere era un puro atto di ribellione, che nel migliore dei casi veniva ignorato e nei peggiori messo a tacere.
La moglie era un bene come un altro, un possedimento che il marito sceglieva come disporre. L’amore non aveva importanza, era sufficiente che la donna fosse rispettosa e devota.
Il giro di boa
Se siamo arrivati a questo punto della storia, è perchè non tutte le donne si sono rassegnate all’arrendevolezza e alla misoginia. Esattamente come la protagonista de La seconda moglie , sono tante le donne che hanno rifiutato il ruolo di succubi e indifese.
Ognuna a proprio modo ha trovato la chiave per farsi strada e prendere le redini dei propri pensieri, della propria vita, della propria libertà.
Nel corso del tempo, in moltissime hanno rifiutato di stare silenziosamente al “proprio posto”, basta pensare alla scrittrice Virginia Woolf, alla filosofa Simone de Beauvioir, la ricercatrice Marie Curie.
Queste sono solo le donne più note per aver cambiato la loro vita, la percezione di genere e il mondo intero con il loro operato. Di molte invece non conosceremo mai l’identità, semplici eroine della quotidianità, che hanno comunque contribuito a cambiare le cose.
Attraverso le parole, la letteratura, l’arte, la resilienza e la quotidianità, etichette come strega, svergognata, isterica e frustrata si sono trasformate nella nostra armatura. Ogni piccolo passo ha trasformato principesse bisognose di essere salvate, in Donne che sanno bene come salvarsi da sole.
La seconda moglie è un romanzo che non vedo l’ora di leggere e di cui ti lascio giusto un assaggio…
«Allora ditemi, lady Montegue, come immaginate la donna del nuovo secolo?»«Sarà libera.»