Caro Lettore, oggi sono qui per parlarti dell’uscita di un nuovo libro che porta con sé l’idea per un’iniziativa davvero ammirevole. Sto parlando di Nel cuore dell’emergenza di Simona Mastrangeli, un Medical Novel disponibile a partire dal 12 aprile. Si tratta di un romanzo che ci racconta da una prospettiva più vicina quello che sta accadendo nel mondo dei medici e infermieri, persone come noi che in questo difficile periodo stanno dando il massimo per tutta la popolazione mondiale.
Ma qual è l’iniziativa avanzata dall’autrice di Nel cuore dell’emergenza? Dato la criticità della situazione, le entrate derivate dalla vendita saranno devolute al sostegno della terapia intensiva. Una iniziativa lodevole che speriamo possa raggiungere dei buoni risultati.
Intanto ecco per te un piccolo estratto di Nel cuore dell’emergenza di Simona Mastrangeli:
«Tutta la notte. Ci ho pensato tutta la notte e, guardando la sveglia digitale sul comodino, mi accorgo che sono già le 5:00 del mattino di lunedì 23 marzo del 2020, quando decido ad alzarmi dal letto. Avrei comunque dovuto farlo nel giro di un quarto d’ora per prepararmi ad andare in reparto. Ho sperato per più di un mese che non arrivasse fin qui, in Veneto. E, una volta arrivato, che non si spandesse a macchia d’olio per tutta la nazione. Ora prego solo che questo terribile momento finisca presto e che la gente si renda conto di quello che sta accadendo. È da giorni che mi sveglio la mattina con la paura di quello che può essere successo nella notte. Accendendo il cellulare, ogni volta scopro l’apertura di una nuova ala dell’ospedale adibita a terapia intensiva zona Covid-19: nuovi malati, nuovi turni da coprire sempre con lo stesso personale. Ogni turno prego che i presidi basteranno anche per il giorno dopo. Che noi medici saremo sufficientemente protetti, ma purtroppo a oggi non è per tutti così. Ogni volta che indosso il camice temo di non averlo fatto bene, che sia rimasta una zona scoperta, che il virus possa aggredire anche me e che poi io possa trasmetterlo ai miei cari. Questo significa essere in pandemia. Questo significa essere costantemente a rischio. Questo significa essere medico: combattere, non sempre ad armi pari, e avere paura. Molta paura, perché per noi il rischio è alto. Ma il giuramento di Ippocrate m’impone di essere al servizio dei malati bisognosi e io, nonostante la paura, lo rispetto.»