Buongiorno iCrewer! Il libro che voglio presentarti oggi ha come protagonista uno dei Paesi più noti, di cui sicuramente tutti conoscono la collocazione geografica (ed è tutto dire, considerando che non si può affermare lo stesso per molti altri Stati, e io per prima chiedo venia): gli Stati Uniti d’America. Come ho intenzione di fare ciò? Attraverso il nuovo libro di Sarah Smarsh: Heartland. Al cuore della povertà nel paese più ricco del mondo, pubblicato da Edizioni Black Coffee.
Quest’opera è stata definita da Guido Caldiron, su Il Manifesto, come “un memoir dolente estraordinario che ha la forza dell’inchiesta e il timbro del romanzo” e si tratta del secondo volume della collana This Land, che la casa editrice dedica agli U.S.A.
Sai, credo che leggere questo lavoro di Sarah Smarsh possa essere estremamente interessante e formativo, non solo perchè, come ogni viaggio tra le pagine, potrebbe insegnarci qualcosa di nuovo di noi stessi, ma anche perchè narra di una parte di mondo, di realtà, che passa spesso inosservata.
Un po’ per i film che vediamo, un po’ per l’immagine stereotipata che tempo e comunicazione di massa ci hanno trasmesso, tendenzialmente, pensando al Nord America, credo che alla mente ci vengano prima di tutto contesti urbani, di grande industrializzazione. Luoghi di successo e insieme di miseria. Ci sono, però, anche molti altri scenari. Paesi e città che passano al di sotto del radar delle delle notizie internazionale e che, volenti o nolenti, finiscono sullo sfondo.
Ma è davvero lo sfondo la loro giusta collocazione? Forse saranno proprio le parole di Sarah Smarsh a fare un po’ di luce sulla questione.
La trama di Heartland. Al cuore della povertà nel paese più ricco del mondo
Discendente da cinque generazioni di agricoltori, Sarah Smarsh ci introduce alle vicende della sua famiglia per tratteggiare una storia molto più condivisa. Attraverso il racconto della sua infanzia e della vita dei suoi parenti, l’autrice ci invita a comprendere le dinamiche sociali della classe media negli Stati rurali d’America, dove si produce il fabbisogno alimentare di un Paese intero, senza che i lavoratori possano di fatto goderne.
Emancipatasi da questa terra di mestieri umili e dimessi, alla quale da troppo tempo gli Stati Uniti guardano con sufficienza, Smarsh si svincola anche dall’eventualità di una gravidanza adolescenziale, una consuetudine che da generazioni sconvolge la vita delle donne della sua famiglia.
Rivolgendosi a questa figlia mai nata, trova finalmente la serenità necessaria per raccontare che cosa succede quando il sogno americano si inceppa. Combinando l’analisi sociale e ambientale a uno sguardo intimo, Heartland riflette sui concetti di classe e identità, e su cosa significhi possedere meno di niente in una nazione fondata sul valore dell’abbondanza a ogni costo.
«Il memoir di Sarah Smarsh, lucido e coinvolgente, ci chiede: qual è il problema del sogno americano? Chiunque abbia un po’ di coscienza dovrebbe interessarsi a comprendere l’ineguaglianza, sempre più marcata, nel benessere della popolazione – una classe media solida e in espansione è un requisito imprescindibile per la democrazia
e, senza dubbio, per il funzionamento della nostra Costituzione.Heartland è un libro necessario, un ritratto fedele e amorevole della classe media americana, capace di parlare a lettori di qualsiasi estrazione»
San Francisco Chronicle
Sarah Smarsh
Sarah Smarsh è un a giornalista americana. Si occupa di scrivere di temi socio-economici, politici e di ordine pubblico per testate come The New York Times, National Geographic, The New Yorker e Harper’s.
Il suo primo romanzo, Heartland. Al cuore della povertà nel paese più ricco del mondo, pubblicato in Italia da Edizioni Black Coffee, è stato un successo immediato.