Ormai la maggior parte di noi è tornata dalle ferie, si è ripresa la solita routine che scandisce ogni settimana fatta da ore di lavoro, stress, pensieri del quotidiano. Mondadori lo sa bene e ha deciso di fare uscire tante novità per rallegrare i suoi lettori! Ce n’è per tutti i gusti: dalla saggistica alla narrativa, dai classici agli Oscar, dalla Varia agli Young Adult.
Quali sono le Novità di Mondadori?
Nella sezione Saggistica possiamo trovare:
Aldo Cazzullo con il secondo libro della trilogia che sta scrivendo su Dante – il poeta che ha formato l’Italia: Il posto degli Uomini – Dante in Purgatorio dove andremo tutti.
«I nostri nemici finiranno all’Inferno; le nostre mamme in Paradiso; ma a noi un po’ di Purgatorio non lo leva nessuno. Per questo il Purgatorio è il posto degli uomini, dove andremo tutti. Meglio sapere per tempo quel che ci aspetta. Dante stesso pensava di finirvi da morto, nel girone dei superbi» Aldo Cazzullo prosegue il viaggio sulle orme del «poeta che inventò l’Italia». Il romanzo della Divina Commedia, dopo l’Inferno, racconta ora il Purgatorio: il luogo del «quasi», dell’attesa della felicità; che è in sé una forma di felicità. Un mondo di nostalgia ma anche di consolazione, dove il tempo che passa non avvicina alla morte ma alla salvezza. Una terra di frontiera tra l’uomo e Dio, con il fascino di una città di confine.
La tecnica narrativa è la stessa di A riveder le stelle. La ricostruzione del viaggio nell’Aldilà viene arricchita dai riferimenti alla storia, alla letteratura, al presente. Il Purgatorio è il luogo degli artisti: il musico Casella, il poeta Guinizzelli, il miniaturista Oderisi, che cita l’amico di Dante, Giotto. Ci sono anche i condottieri pentiti nell’ultima ora.
E ognuno di noi, dopo due anni di pandemia, ha capito quello che il Purgatorio vuole significare. Può così sentirsi come Dante: «Puro e disposto a salire a le stelle».
Oppure possiamo trovare:
Giacomo Poretti con il suo libro intitolato Turno di notte:
Com’è che, dopo un’infanzia passata a sognare di diventare calciatore, astronauta o magari avvocato o filosofo, uno si ritrova a fare l’infermiere nella corsia di un ospedale? Sandrino – detto Saetta perché nessuno è veloce come lui ad accorrere al letto dei ricoverati – se lo chiede ancora oggi, dopo tanti anni trascorsi a galoppare su e giù per i corridoi dei vari reparti, richiamato dal suono insistente dei campanelli con cui i pazienti esigono le sue attenzioni, giorno e notte.
Già, la notte le ore che tutti attendono per abbandonarsi al riposo sono per l’infermiere, esattamente come per il navigatore solitario, il momento più difficile: quello in cui si percepisce tutta la solitudine e la responsabilità di non poter lasciare la barca ingovernata. Ma per Sandrino sono anche l’occasione per far spazio ai ricordi più esilaranti, drammatici o commoventi che hanno costellato la sua carriera, iniziata come ausiliario delle pulizie.
Turno di notte è un romanzo fatto di mille personaggi meravigliosi – suore, infermieri, pazienti, dottori – alle prese con tutte quelle piccole cose e quelle questioni enormi che sono il sale delle nostre giornate.
Con la leggerezza profonda che lo contraddistingue, Giacomo non solo ci racconta una storia, fatta di tante storie che ci fanno ridere e piangere, ma riesce, senza dare troppo nell’occhio, a farci pensare. Alla malattia, alla cura, alla paura e alla speranza: insomma, a quella cosa esaltante, spaventosa e inesplicabile che chiamiamo vita.
Novità di Mondadori in Narrativa:
Iniziamo con Maria Pia Ammirati con il suo romanzo intitolato Vita ordinaria di una donna di strada:
Nadia non lo sa nemmeno, cos’è la dolcezza. Ha sedici anni, è bellissima, e cresce in un mondo – siamo in una povera campagna a nord di Bucarest – dove le parole servono per dare ordini o per ferire. Un giorno Nadia scopre il sesso, ma lo scopre dalla parte sbagliata, almeno per la famiglia, che decide di ripudiarla. Da quel momento per lei inizia un’inesorabile discesa agli inferi: prima viene venduta come promessa sposa, poi viene ceduta a “protettori” brutali e feroci.
Giorno dopo giorno scopre la terra di nessuno delle periferie, della crudeltà, della lotta spietata degli ultimi per la conquista di un letto, di un bagno, di una tazza di latte. Fino a convincersi che per chi come lei è nata nell’ignoranza e nella povertà non esiste altra strada che la prostituzione. Impara a sue spese a dosare le parole e i gesti, e a non mettersi mai contro un mondo che considera carne da fiera la sua lancinante bellezza. La sua è una guerra per la sopravvivenza combattuta senza il conforto di nessuno. Ma Nadia è intelligente e tenace, e capisce che l’unico modo per salvarsi è mantenere freddezza e controllo, e abituarsi all’intimità dei corpi degli altri con lo stesso distacco del chirurgo. Solo così riesce a ritagliarsi una difficile rispettabilità.
Un giorno l’organizzazione decide che è pronta per il salto di qualità: una casa chiusa in Germania. Non può rifiutarsi. Si ferma a Praga qualche mese, e qui intuisce per la prima volta che il mondo non è solo inferno. Arrivata a Colonia, scopre una prostituzione burocratizzata e regolamentata. E una tregua dall’inferno le sembra quasi possibile. È vero che i demoni della sua Romania notturna e sulfurea sono sempre più lontani, ma ora a giocarsela a sorte sono i ben più pericolosi demoni della psiche. Arriva un uomo gentile che prova a sedurla. Chi è, e che legame ha con il suo passato?
Con Vita ordinaria di una donna di strada Maria Pia Ammirati ha compiuto un viaggio freddo e viscerale nel cuore oscuro dell’Europa della prostituzione. Pochi romanzi avevano sinora mostrato con tale intensità narrativa e rabdomantica intuizione sociologica cosa conduca una giovane donna a diventare prostituta e a sedersi sui gradini più umilianti della società.
Possiamo trovare il nuovo libro di Sarah Crossan intitolato Vero e mio e segreto e doloroso:
Arrivati a un certo punto della vita, ogni amore è un amour fou. E questa è la storia di un amour fou e dello sconvolgimento da esso portato nella testa e nell’esistenza di Ana, che finisce per mettere in secondo piano marito, figli, lavoro, tutto, davanti al fascino terribile e lancinante di un sentimento straordinario che ha quel sapore pazzesco che la vita quotidiana, gli amori quotidiani non hanno o non hanno più.
La relazione tra Ana e Connor dura da tre anni. Nelle stanze d’albergo e nei caffè, nei testi cancellati rapidamente dai cellulari e nei fine settimana clandestini e sempre troppo brevi, hanno costruito un mondo in cui non ci sono altro che loro due. Ma poi accade l’inimmaginabile: Ana riceve una telefonata che le comunica che Connor è morto in un incidente in bicicletta e di colpo si ritrova completamente persa, sola, intrappolata nel suo segreto. Come possiamo perdere qualcuno che il mondo non ha mai saputo fosse nostro? Come ci addoloriamo per qualcosa che nessun altro potrà mai scoprire?
“Una ragazza dovrebbe avere una stanza tutta per sé e una rendita di 500 sterline l’anno.” Con questa frase politicamente rivoluzionaria e di cui purtroppo la memoria collettiva ha conservato solo la prima parte, Virginia Woolf lega strettamente il discorso sull’emancipazione femminile ai soldi, presentati come la premessa stessa della libertà. Il denaro è il vero tabù da violare quando si parla di donne perché è il potere più grande, quindi per definizione è stato per anni solo degli uomini. Ma allora perché tutt ә continuano a consigliare alle donne, oggi come allora, di sposarsi con un uomo ricco? Perché in molte famiglie si insiste a non insegnare alle ragazze a gestire il denaro, facendo loro credere che farsi procurare da qualcun altrә la sicurezza materiale sia un traguardo di vita? In queste pagine troverete imprenditrici scaltre e un po’ corsare, che tra rispettare le leggi o se stesse non hanno mai avuto dubbi, artiste carismatiche che non hanno pensato nemmeno per un momento di dover essere protette dal patrimonio dei loro partner. Vedrete politiche convinte che il miglior modo per arrivare in alto è non farsi vedere mentre si sale, e mistiche per le quali è la natura delle intenzioni, non il denaro con cui le realizzi, a segnare il confine tra ciò che è bene e ciò che è male. Vi emozionerete per campionesse sportive che per vincere tutto hanno rischiato di perdere la sola cosa che contasse davvero, e vi innamorerete di intellettuali contraddittorie che con la loro creatività hanno fatto abbastanza soldi per dichiarare una guerra (e pazienza se era quella sbagliata). Sono donne alle quali la libertà è spesso costata cara, ma che non hanno mai smesso di pensare di potersela permettere, perché volere beni propri e volere il proprio bene spesso sono la stessa cosa. In ciascuna delle loro vite risuona forte la frase fulminante e sovversiva di Cher che, quando sua madre le consigliava di smettere di cantare e trovarsi un uomo ricco, ebbe l’ironia di rispondere: “Mamma, l’uomo ricco sono io”.
Sicuramente merita un approfondimento della Rubrica F(t)E(a)M.
Per la sezione Varia invece abbiamo come Novità il libro di Julia Elle con il suo romanzo Le parole che vorrei saperti dire:
In questo libro troverai le parole che troppo spesso non sappiamo dire, quelle parole che troppo poco abbiamo sentito quando eravamo piccoli, che tanto ci sono mancate per completare in modo armonioso il nostro puzzle interiore. Un libro per amare e per sentirsi amati, per dire e ascoltare proprio quello di cui avevamo bisogno.
Per la sezione Young Adult possiamo trovare: Lucille Ninivaggi con il suo romanzo La tatuatrice gentile
Lara ha sempre amato disegnare, inventare nuovi mondi dove rifugiarsi nei momenti più bui. Per lei, la fantasia è stata l’antidoto ai tanti dolori che hanno segnato la sua vita fin dall’infanzia. Ora, diventata donna, ha trovato il coraggio di lasciare un lavoro che non sentiva giusto per sé, trasformando la sua passione in un mestiere che finalmente le dà gioia, la tatuatrice.
Ma Lara non si limita a tatuare e basta. Lei, quando qualcuno, per lo più donne, la contatta per farsi fare un tatuaggio, prima di tutto chiede che le racconti la sua storia. Lei la ascolta con attenzione e se ne prende cura, con la stessa gentilezza e il medesimo rispetto che l’adorata nonna Ada riservava alle sue amatissime piante. E poi traduce quei racconti di vite spesso offese in tatuaggi meravigliosi, trasformando così il dolore in bellezza, e quindi in forza. Come se, attraverso quei tatuaggi, Lara aiutasse le donne che si rivolgono a lei a tirare una riga – una riga bellissima, fitta di colori, volti e fiori – su ciò che sono state e a segnare il punto della rinascita.
Ogni volta che accade questo miracolo di empatia e di rinascita, il piccolo studio di Lara si riempie di nuova luce e si realizza quello che nonna Ada le diceva sempre, “ci sono volte in cui fare qualcosa per gli altri equivale a farlo per se stessi”. Perché le storie di cui si fa custode e interprete Lara, storie di donne coraggiose che non vogliono permettere al male che le ha investite di fermarle, aiutano anche lei a guarire, a sentirsi meno sola e finalmente al sicuro. E a preparare gli occhi e il cuore ai nuovi sogni che verranno.
La Scholomance è una scuola di magia diversa da tutte le altre. Qui non esistono insegnanti né vacanze, e non è possibile riuscire a stringere amicizie disinteressate perché gli unici legami che si possono costruire sono strategici. Soprattutto, è una scuola dove il fallimento è sinonimo di morte certa (sul serio!).
Le regole, alla Scholomance, sono drammaticamente semplici: non devi mai aggirarti da solo per i corridoi della scuola. E devi prestare continua attenzione ai mangia-anime, pericolose creature mostruose che si annidano ovunque. Sopravvivere è più importante di qualsiasi voto. Una volta entrato nella scuola, infatti, hai solo due modi per uscirne: diplomarti o morire! Ma l’ingresso alla Scholomance di una nuova studentessa, El, è destinato a cambiare le carte in tavola e a portare alla luce alcuni segreti dell’istituto. Galadriel “El” Higgins, infatti, è straordinariamente dotata. Forse, tra tutti gli studenti, è l’unica preparata a una scuola tanto pericolosa. Pur non avendo dalla sua un gran numero di alleati – la maggior parte degli studenti la tiene a distanza perché di lei ha molta paura e perché non è quel che si dice una ragazza amabile – e non incarnando esattamente l’idea di eroina senza macchia, potrebbe senza troppi sforzi evocare un potere oscuro così forte da radere al suolo intere montagne e annientare milioni di persone ignare e innocenti. Per lei, infatti, sarebbe un gioco da ragazzi usare la sua magia per sbarazzarsi una volta per tutte dei mostri che infestano la scuola e che attendono la notte per aggredire e uccidere i suoi compagni. Il problema non proprio trascurabile è che farvi ricorso potrebbe portare alla morte di tutti gli altri studenti.
Con un’impeccabile maestria, Naomi Novik ha creato una scuola che pullula di una magia che non avete mai visto prima e un’eroina così atipica e ricca di sfumature che vivrà a lungo nei vostri cuori e nelle vostre menti.
Per la caterogia Classici abbiamo il titolo Sul sublime purtroppo senza autore:
I cavalli degli dèi balzano in aria d’un colpo quanto lontano abbraccia con gli occhi un uomo che da un’altura scruta il mare colore del vino: Omero, nell’Iliade, misura «il loro slancio su distanze rapportate all’universo intero», e se quei cavalli saltassero due volte non ci sarebbe più spazio al mondo. Nell’Odissea quello stesso Omero, ora vecchio, è come un sole al tramonto, «simile all’Oceano che retrocede in sé stesso e si isola nei propri confini». L’Iliade è capace di rappresentare il divino come grande, immacolato, puro. Allo stesso modo il libro biblico della Genesi, raccontando «Dio disse: sia la luce. E la luce fu», fa mostra della medesima sublime potenza. Chi parla così è l’autore, al quale non riusciamo a dare un nome, del breve trattato Sul sublime, quello che, dopo la Poetica di Aristotele, ha conosciuto maggior fortuna nella cultura occidentale; colui che ha consacrato per sempre la nozione di tutto ciò che è elevato, possente di sentimento, agonistico, vibrante nel cuore stesso degli esseri umani, e nella letteratura: nell’epica, nella tragedia, nella lirica, nell’oratoria – in Omero, Saffo, Sofocle, Platone, Demostene. «Una sorta di apice e perfezione dei discorsi», e «un punto di partenza grazie a cui i massimi poeti e prosatori primeggiarono e abbracciarono l’eternità con la loro fama», ecco cos’è il sublime per questo scrittore: il quale sostiene altresì che sua caratteristica precipua è l’appagare il pubblico «con la sensazione che gli ascoltatori stessi abbiano creato quello che hanno ascoltato», perché il sublime predispone alla grandezza del pensiero e richiede, ma anche restituisce, una «contemplazione reiterata».
Per la versione Oscar abbiamo due New Entry:
Se c’è un’opera della letteratura russa che ha segnato – con la discontinuità propria del genio – una svolta decisiva, un vero “sparo nella notte”, è Evgenij Onegin: iniziato dal ribelle enfant prodige della poesia russa nel 1823 e pubblicato in volume da uno scrittore maturo e affermato nel 1833, questo romanzo in versi è assolutamente innovativo e multiforme.
Nei suoi otto capitoli Puškin narra le vicissitudini di un “giovin signore” dell’Impero zarista, un dandy ozioso e disilluso, ma solo apparentemente vanesio: sotto la superficie egli cela infatti un dolore esistenziale profondo, uno spaesamento, un male di vivere insanabile che lo condurrà a rifiutare la felicità che amore e amicizia potrebbero dargli. È un racconto su un amore che ha fatto palpitare generazioni di lettori, e su molto altro: è in questi versi che la lingua letteraria russa, ancora in formazione, assume un volto e mostra le proprie possibilità, non senza misurarsi con i modelli dell’Europa occidentale. Ed è in queste pagine che la sensibilità ancora tipicamente romantica si apre a un più robusto realismo, spalancando davanti al lettore uno straordinario affresco dell’epoca di Puškin, con i suoi ideali, pregiudizi e conflitti.
Molteplici sono state le interpretazioni dell’Onegin che, come tutti i veri classici, non finisce mai di dire quello che ha da dire. Questa nuova traduzione – che dell’originale restituisce il ritmo e la ricchezza linguistica – offre ancora una volta al lettore italiano del Ventunesimo secolo il piacere di immergersi nella Russia dell’Ottocento e di seguire il destino dei diversi personaggi fino a trovare il “suo” Onegin e la “sua” Tat’jana.
Il Loop è chiuso. La vita sta tornando alla normalità quando la bucolica campagna viene improvvisamente allagata da un’acqua scura scaturita dall’immensa infrastruttura sotterranea abbandonata. Nelle aule e nei cortili delle scuole cominciano a diffondersi voci, storie sull’inondazione e su come abbia portato qualcosa con sé. Un fatto è chiaro: il passato non è pronto per essere dimenticato.
Insomma Mondadori non ha lasciato niente al caso: per tutti i gusti, diversi titoli. Sta a te caro lettore scegliere quello che preferisci!
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