Uscirà in libreria il 4 dicembre prossimo, Il sentiero che porta alla casa del tè di Véronique Brindeau, edito Casadei Libri. Dopo “L’elogio del muschio” e di “Hanafuda il gioco dei fiori”, la scrittrice francese presenta ai suoi lettori una raccolta sull’arte dei giardini giapponesi, una tradizione antica che unisce natura, filosofia e armonia estetica, dove ogni elemento, dalle rocce all’acqua fino alla disposizione delle piante, è scelto con cura per creare un equilibrio perfetto tra uomo e ambiente.
Con il suo nuovo libro, Véronique Brindeau ci guida in un viaggio intimo e contemplativo attraverso l’arte dei giardini giapponesi, dove natura e spiritualità si intrecciano in un dialogo silenzioso. Il sentiero che porta alla casa del tè offre una prospettiva unica sulla bellezza nascosta e senza tempo di luoghi intrisi di storia e significati profondi, svelando la filosofia sottile che lega l’uomo al paesaggio. In occasione dell’uscita il 19 dicembre l’autrice verrà in Italia per presentare il libro. L’incontro si terrà nel suggestivo Orto Botanico di Roma, un luogo adatto a un’opera che rappresenta un ponte tra culture e un invito a scoprire la serenità e il mistero custoditi nei giardini del Giappone.
Il sentiero che porta alla casa del tè di Véronique Brindeau: la trama
L’autrice francese, solita narrare di luoghi poco conosciuti e molto caratteristici della cultura giapponese, con questo volume trasporta il lettore all’interno dei quattro giardini più suggestivi del Giappone e ne svela i segreti, l’arte e i significati nascosti. Il percorso parte da uno degli spazi più suggestivi della cultura giapponese: il giardino del tè. Con descrizioni accurate, il lettore è trasportato in una dimensione senza tempo, isolato dal mondo esterno, e percorre ogni componente architettonica e naturalistica per cogliere il significato profondo del rituale del tè.
Si passerà poi alla riscoperta di uno degli alberi più conosciuti appartenenti alla cultura nipponica: il Bonsai. L’autrice analizza il significato e le varie metafore che esso rappresenta, uscendo dagli stereotipi e scavando più in profondità alla ricerca di quei simbolismi che hanno reso il bonsai e le sue radici uno dei maggiori simboli del Giappone nel mondo. La terza tappa del viaggio sarà in uno dei luoghi più nascosti dell’isola: il giardino segreto di Komatsu, un luogo cristallizzato e celato, dove il muschio, nutrito dall’ombra, diventa metafora del legame profondo tra l’uomo e l’oscurità. Il percorso culmina con il tempio Entsû-ji, il primo tempio buddista dove si intrecciano storia, architettura e spiritualità. Situato in una posizione particolare, nel giardino del tempio troneggia il Monte Hiei, infatti grazie a un particolare artificio detto shakkei il monte sembra essere un elemento del giardino e non solo una parte del panorama.
In questa parte Brindeau analizza la storia, l’architettura e i simboli che questa struttura con il suo ampio giardino rappresentano. Un luogo costruito per far sì che il visitatore possa ampliare i propri orizzonti e porgere lo sguardo oltre l’apparenza alla ricerca di una spiritualità e una consapevolezza di sé. Il giardino, concepito come un micromondo, invita a guardare oltre l’apparenza verso una più profonda consapevolezza di sé e del cosmo.
Una breve biografia di Véronique Brindeau
Véronique Brindeau è insegnante di storia della musica giapponese all’Institut National des Langues et Civilisations orientales e coordinatrice editoriale alla Cité de la musique. Ha pubblicato delle traduzioni dei racconti di Ikezawa Natsuki e una raccolta di poesie di Ogawa Shizue. In Italia il suo delizioso L’elogio del muschio ha riscosso un piccolo grande successo di critica e di pubblico seguito da Hanafuda, il gioco dei fiori.