Non solo narrativa e saggi: tra le novità in libreria, la casa editrice Mondadori pubblica tre volumi per riscoprire i classici della letteratura. Si tratta della raccolta delle poesie giovanili di Aldo Palazzeschi, del secondo volume delle raccolte dedicate ai filosofi presocratici e A me stesso di Marco Aurelio.
Mondadori Classici: Poesie 1904-1914 di Aldo Palazzeschi
Dal 22 ottobre in libreria Mondadori ci propone la riedizione della raccolta di poesie giovanili di Aldo Palazzeschi. Con Poesie 1904-1914, Aldo Palazzeschi sistema e raccoglie le poesie del periodo giovanile, integrando e modificando, ma mantenendo quello stile proprio di quel tempo tra il futurismo e il crepuscolarismo.
La raccolta ha la post-fazione di Simone Magherini, in cui ci racconta con precisione la storia della nascita dell’opera e sottolinea il valore storico che assume il concetto di giovinezza per Palazzeschi come quel periodo tra l’infanzia e l’inizio della Prima Guerra Mondiale.
«La mia giovinezza era già finita, quando venne la guerra del ’15. Sono stato veramente giovane dal 1904, dal tempo delle mie prime poesie, fino al 1914. Una giovinezza piena, ardente, matura. Non ebbi giovinezza prima del 1904, non l’ho più avuta dopo»
Una giovinezza di sbrigliata avanguardia, di personale sperimentazione, secondo una linea che Edoardo Sanguineti colloca «tra liberty e crepuscolarismo», in netta, esplicita contrapposizione rispetto al linguaggio e agli accenti della tradizione lirica, con l’abbassamento dei toni e dei registri linguistici, con l’uso dell’ironia e del grottesco e, in rapporto al futurismo, assumendone solo in parte i dettami; in sintesi, come ha scritto Pier Vincenzo Mengaldo, realizzando in modo inconfondibile e ancora oggi, per noi, coinvolgente «un’integrale teatralizzazione» del discorso lirico.
Mondadori classici: Presocratici-Volume II
Pubblicato anche il secondo volume de Presocratici – Sentieri di Sapienza da Velia ad Agrigento da Parmenide a Empedocle. Dopo il fortunato primo volume che trattava la parte della Ionia, della Magna Grecia e di Atene antica, il secondo tomo ci porta verso l’Italia, dove sorgevano Velia e Agrigento. Il volume è a cura di Laura Gemelli che, in splendide introduzioni e accurate traduzioni, indaga i problemi e gli enigmi di tre grandi della filosofia greca: Parmenide, Zenone ed Empedocle. Ecco la presentazione del volume:
Dopo la Ionia di Talete, Anassimene e Anassimandro – dove il primo, fortunato volume dei Presocratici ci aveva condotto a leggere in una luce nuova anche Senofane, Eraclito e quello straordinario daimon quasi ubiquo che fu Pitagora -, i «sentieri di sapienza» di questo secondo volume ci portano verso la parte opposta del mondo greco, verso l’Italia, dove sorgevano Velia/Elea e Agrigento. Emozionante, come nel primo, il percorso, che affronta tre grandi: Parmenide, Zenone ed Empedocle.
Un’emozione che deve aver già provato Platone, il quale fa dire a Socrate: «Parmenide mi sembra essere, come dice il verso omerico, “venerabile” e, nel contempo, “tremendo”. Infatti sono venuto a contatto con quest’uomo quando io ero molto giovane e lui assai vecchio e mi sembrò di una profondità del tutto eccezionale».
Chi, del resto, non conosce le sue cavalle; i paradossi di Zenone; le «radici», l’Amore e la Discordia di Empedocle; la leggenda, di cui fanno poesia ancora Hölderlin e Matthew Arnold, del suo gettarsi nell’Etna per provare la propria immortalità? E di una lunghissima durata, se non dell’immortalità, ha goduto l’opera di Empedocle, letta nella sua interezza sino alla fine dell’antichità.
Con la chiarezza e l’eleganza che abbiamo imparato ad apprezzare Laura Gemelli affronta i tre in altrettante splendide introduzioni, ne indaga i problemi e gli enigmi, e ne offre traduzioni a un tempo fedeli e godibilissime. Che il paradosso di Achille e la tartaruga abbia qualcosa a che fare con il passo dell’Iliade nel quale al velocissimo Pelide che fa strage dei Troiani si presenta Apollo, sotto le spoglie di Agenore, precedendolo nella corsa sempre di poco senza farsi mai raggiungere? Oppure con la stessa disperata fuga di Ettore, che appare come un sogno nel quale chi insegue non riesce ad afferrare il fuggitivo?
«I paradossi» spiega la nostra curatrice «fanno balenare possibilità, sembrano sfidare l’intelligenza e, proprio per questo, risultano irresistibili», ma ingannano la mente facendola girare a vuoto per portarla alla paralisi.
Di Parmenide, infine, basterà ricordare l’immagine delle due «vie», «l’una che È e che non è possibile che non sia», la via della Persuasione che accompagna Verità, e «l’altra, che Non È e che è necessario che non sia», un sentiero impercorribile. Ne discutono ancora il Faustus di Marlowe e l’Amleto di Shakespeare.
Mondadori classici: A me stesso di Marco Aurelio
La nuova collana Mondadori, Oscar Sophia, dedicata alla (ri)scoperta dei classici della filosofia, presenta A me stesso di Marco Aurelio. La collana si propone la riedizione di grandi classici con una luce nuova e moderna per avvicinare alla filosofia anche il pubblico contemporaneo. Ed è con questa nuova energia che possiamo rileggere A me stesso, opera fondamentale della cultura occidentale, in cui Marco Aurelio si rivolge alla sua anima.
L’imperatore-filosofo, uno degli ultimi esponenti della corrente stoica, in una serie di brevi paragrafi e aforismi, esprime le sue riflessioni e il suo pensiero in un intimo colloquio con sé stesso. Opera che, per i temi trattati, è di grande modernità: il valore del presente, il dovere, la libertà interiore, la felicità insita nell’accettazione di un disegno superiore e nell’agire per il bene comune. Ecco la presentazione:
«Ricordati di ritirarti nel campicello della tua interiorità, e soprattutto di non affannarti: sii sempre padrone di te stesso, agisci liberamente e guarda le cose da vero uomo, da essere umano, da cittadino, da creatura mortale.»
Tra il clangore delle battaglie e le preoccupazioni della politica, Marco Aurelio, principe di uno dei più vasti e potenti imperi che la storia ricordi, così si rivolge alla propria anima, in un intimo colloquio che procede per aforismi e brevi paragrafi.
La sua è una prosa limpida, schietta, di cui la brillante traduzione di Stella Sacchini restituisce intatta la modernità. Altrettanto moderna è la riflessione dell’imperatore-filosofo su temi come il valore del presente, il dovere, la libertà interiore, la felicità insita nell’accettazione di un disegno superiore e nell’agire per il bene comune.
Un’opera originalissima, che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura occidentale, da Agostino a Petrarca a Rousseau, e che, pur non essendo originariamente destinata alla pubblicazione, ancora oggi invita con forza il lettore a «rivolgersi con cuore sincero al daimon che ha dentro di sé e averne cura e rispetto».