Caro iCrewer oggi vorrei raccontarti un breve aneddoto in cui sono incappato l’altra sera. Un piccolo e simpatico incidente di percorso che può capitare a chi come me, anzi come noi, è un amante dei libri e della lettura. Ho sentito una grande nostalgia per un libro che ho letto qualche mese fa. Possibile? È successo anche a te?
Certo non era la prima volta che mi succedeva, ma in maniera così forte e così sentita non mi era mai capitato. Per questo sono rimasto spiazzato e per questo scrivo questo articolo, per aiutarmi a comprendere e a capire quale meccanismo si è avviato nella mia mente. Lo condivido con te che ci leggi sempre con attenzione e affetto, chissà che insieme non si riesca a trovare una spiegazione plausibile a questo fenomeno malinconico.
Nostalgia per un libro: mai successo?
Per capire il perché del mio stupore nell’aver provato nostalgia per un libro, bisogna partire da una caratteristica del mio essere lettore che mi contraddistingue da sempre: non rileggo mai un testo che ho già letto. Non mi piace. Iniziare una storia sapendo già come andrà a finire non è nelle mie corde. Non mi appassiona, non mi incolla alle pagine e mi fa pensare che sto rubando del tempo a una eventuale nuova lettura.
Saranno si e no quattro o cinque i libri che ho letto più di una volta: in genere i classici che si sono letti durante il percorso scolastico, quando la lettura sembrava più un obbligo che una passione e un piacere.
Lo ammetto, questo è un forte limite, un vero peccato, perché mi rendo conto che con il passare degli anni, e quindi il crescere della maturità (si spera), certi testi potrebbero essere visti con occhi diversi e apprezzati molto di più rispetto alla prima lettura. Sono così anche con i film. Raramente li guardo due volte, pur sapendo che, specie per il cinema d’autore, la seconda visione è quella che fa apprezzare al meglio la pellicola. Verrò esiliato dalla crew per questo mio vizio di approcciarmi all’arte scritta e cinematografica; chissà cosa ne pensano i colleghi della redazione di cinema.
Tornando alla nostalgia per un libro, come dicevo, l’altra sera prima di iniziare a leggere il volume che ho attualmente in lettura, scorrendo la bacheca di uno dei social network a cui sono iscritto, sono incappato in un articolo che parlava di villette a schiera. Non so nemmeno io perché mi sono messo a leggerlo.
Fatto sta che la mia mente è partita ed è volata a uno dei racconti che avevo letto nel libro Dieci dicembre di George Saunders. In particolare a quello in cui si narra di un ragazzo che torna nel suo quartiere dopo aver passato diversi anni in guerra.
L’anello di contatto è stato sicuramente la descrizione dettagliata del quartiere, fatto appunto di villette, quelle tipiche americane che se non sbaglio si definiscono cottage. Ho provato un forte desiderio di tornare lì, di catapultarmi in quelle pagine e di rivivere quella storia. Perché? Di sicuro perché ho molto amato il racconto e più in generale il libro, che ricordo, è composto da dieci racconti uno più bello dell’altro.
È proprio questo il punto: cosa resta dentro di noi ogni volta che terminiamo una lettura che ci ha emozionato e travolto? È possibile che i libri che leggiamo vivono dormienti dentro di noi? Sì. Ne sono sicuro. E hanno una energia così forte da poter scatenare una nostalgia per un libro? Evidentemente sì.
Mi piacerebbe molto sapere il tuo parere. Anche perché a questo punto immagino che ci siano lettori che sentono la mancanza di Harry Potter, di Renzo e Lucia o di qualsiasi personaggio e storia li abbia davvero emozionati e coinvolti.
Per me questa nostalgia per un libro è stata una sensazione bellissima da provare. Mi ha fatto intendere ancora di più la bellezza e l’importanza del leggere. Mi ha permesso di aumentare la stima per chi scrive, che non solo è in grado, con la sua fantasia, di lasciarci a bocca aperta pagina dopo pagina, ma anche di insinuarsi nelle nostre emozioni e restarci per sempre.
Un potere da vero supereroe!
Un libro è per sempre, altro che diamanti! Donne fatevi regalare libri (che sono anche più economici per noi ometti).
Battute simpatiche e spiritose a parte, concludendo, spero che questa emozione così forte, questa voglia di tornare a vivere una storia che avevo letto qualche mese prima, mi porti a riconsiderare la questione del leggere a distanza di tempo un libro.
La promessa è che ci lavorerò.