Nonostante tutto ( Panesi Editori) è l’ultimo romanzo di Francesca Lizzio, scrittrice siciliana di 29 anni, sorriso dolce e introspettivo, dalla “personalità ironica e sarcastica” almeno così la definiscono le note che la riguardano. Non contenta ho cercato di conoscerla attraverso le sue parole e ho trovato alcuni suoi aspetti molto interessanti.
Nonostante tutto, “sono i personaggi che mi cercano non il contrario”
Ho scoperto la sua timidezza profonda, interpretata come indifferenza, la difficoltà di rapportarsi agli altri, il desiderio di comunicare il suo disagio. Sentimenti e sensazioni che Francesca condivide dal 2015 in un suo blog, Cuore di Cactus che dà il nome anche al suo primo libro pubblicato nel 2017.
Al di là degli interessi per l’editoria, per Francesca scrivere è un modo per esorcizzare la timidezza che lei definisce un mostro senza pietà.
Preferisco pensare che ci sia di più. Oltre i timori riverenziali verso l’incomprensione umana, si percepisce chiaramente che i personaggi delle sue storie sono soprattutto donne in continuo conflitto con se stesse, alle prese con le contraddizioni sentimentali, la certezza che la vera amicizia e la famiglia siano valori imprescindibili.
Nonostante tutto si può ricominciare…
Non so nulla di Sara, il personaggio di Fiore di Cactus ma ho imparato a conoscere l’introspezione, la sofferenza e la resilienza di Cristina la protagonista di Nonostante tutto, il secondo romanzo di Francesca Lizzio che, in verità, ho letto con piacere. E questo è già un buon segno. Mi ha convinto anche il titolo che ritengo azzeccato per la storia, in qualche modo trade union tra una realtà da scoprire e il futuro che si prospetta.
Non si può dire che la vita di Cristina, così come ce la presenta l’autrice, sia facile; l’abbandono improvviso dell’uomo con il quale aveva progettato una vita in comune assume il sapore del fallimento, tutto appare senza significato. Se l’istinto la porta a rinchiudersi nella sofferenza la ragione costringe Cristina a metabolizzare la nuova realtà. Dimenticare è l’unica via per andare avanti. Il lavoro con i bambini e la vicinanza delle amiche più care sembrano essere la panacea ai problemi fino a quando un particolare, per nulla irrilevante, le stravolge la vita. A mettere benzina sul fuoco anche l’altalenante rapporto con le due sorelle con le quale condivide i ricordi di una infanzia molto difficile e piena di segreti.
Al di là di una realtà oggettivamente complicata, Cristina non è mai sola, ha la fortuna di contare sulla presenza costante di amiche votate alla sua causa, pronte a risolverle ogni tipo di problema pratico. Ce ne fossero in giro…
Nonostante tutti i problemi e le difficoltà a volte la vita riesce a farti incontrare qualcuno che ci aiuta ad alleggerirci il cuore
Insomma, la vita della giovane maestra è un vero e proprio puzzle che si compone lentamente rivelando alla fine la migliore delle immagini. Un’immagine alla quale probabilmente non avrebbe mai pensato ma che si rivela la più giusta.
Il consiglio di Francesca quindi è chiaro. Nel marasma delle incertezze la soluzione è vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che rinchiudersi in una realtà opprimente, che dal passato non si può sfuggire, meglio affrontarlo e ricominciare anche perché la famiglia è la famiglia! E anche su questo siamo d’accordo!
A questo aggiungerei che la realtà può anche non piacerci ma va accettata per quella che è, dobbiamo solo sforzarci di vedere l’arcobaleno dietro ad ogni temporale. Come dire che la speranza è sempre l’ultima a morire, basta dare uno sguardo dall’altra parte della strada, scrive Francesca…
Cosa penso del romanzo di Francesca Lizzio? leggero ma non troppo, non sempre scorrevole, soprattutto all’inizio la scrittura risulta quasi schizofrenica. Avrei evitato.
Nel complesso il romanzo è piacevole, alcuni spunti fanno riflettere, si respira un’atmosfera empatica, fatta di buoni propositi e questo fa sorridere e riscalda il cuore. Mi chiedo quanto ci sia di Francesca in Cristina o magari è il contrario? Chissà!