Nelson Mandela quel sorriso aperto e sincero che ti trasmette serenità e quegli occhi così puri che capisci subito che il suo cuore è lindo e casto come quello di un bambino. Un uomo, una figura che non puoi non conoscere, ma soprattutto non ammirare: stimare per ciò che ha fatto, per quanto ha detto, per tutte le lotte che ha perpetrato affinché i diritti umani, quei diritti sanciti sulla carta – ma spesso bistrattati nella realtà – venissero rispettati veramente.
Chi era Nelson Mandela?
Sapevi che era il figlio di un capo tribù? È nato a Mvezo in Sudafrica il 18 luglio del 1918 in un piccolo villaggio, ed è deceduto a Houghton, Johannesburg sempre in Sudafrica il 5 dicembre del 2013. Il suo nome completo è Nelson Rolihlahla Mandela che, nella lingua xhosa, vuole dire attaccabrighe: attaccabrighe in senso metaforico, naturalmente, perché se per un verso l’uomo sin da giovane ha mostrato quella indole da combattente, per altro verso si è rivelato essere un guerriero pacifista, il cui intento era quello di ottenere il riconoscimento di quei diritti spesso negati alla sua gente in maniera pacata e non attraverso l’utilizzo delle armi.
Le sue uniche armi, infatti, furono i gesti, le parole, la conoscenza delle Leggi, tutte quelle lotte che permisero che gli venisse riconosciuto l’appellativo di attivista per i diritti umani. I suoi studi lo collocano presso la facoltà di giurisprudenza d’altro canto, un uomo del suo calibro, tanto dedito alla ricerca della giustizia e all’applicazione della stessa – in particolare appunto del suo popolo – non avrebbe potuto essere diversamente.
Egli diventa quindi il simbolo della lotta contro l’apartheid, dando il proprio importante contributo alla fondazione dell’African national congress – Anc – nel 1944, che non è altro che il maggiore dei partiti sudafricani; nel 1948 hanno inizio poi le battaglie – sempre intese in senso metaforico, è chiaro – per combattere quello che è l’apartheid e tutto ciò che questo comporta.
Sono anni duri e Mandela viene arrestato nel 1952 per essere poi assolto qualche anno dopo.
Non sarà però né la prima né l’unica volta che si procederà all’arresto del leader sudafricano: Mandela, infatti, verrà condotto in carcere una seconda volta dieci anni dopo, ovvero nel 1962, e ci resterà per ben 27 anni, e sarà proprio durante questo lungo periodo che la sua fama non farà altro che aumentare a dismisura, che la gente si appassionerà e inizierà a parteggiare per questo grande uomo, proprio per il suo saper combattere senza l’utilizzo delle armi, per il suo essere fermo e deciso nelle proprie idee, per il suo essere, insomma, portatore di tutti quei diritti negati alla gente di colore. Mandela divenne il simbolo della lotta contro il razzismo.
Un uomo integerrimo che si è sempre rifiutato di accettare qualunque tipo di compromesso politico in cambio della libertà.
È solo all’età di 72 anni, precisamente nel 1990, che finalmente il leader torna in libertà e, nonostante l’età che avanza, decide che deve comunque portare fino in fondo ciò che aveva iniziato molti anni addietro: far sì che il suo popolo ottenga quei riconoscimenti da sempre negati, quella emancipazione che non ha mai potuto abbracciare; le lotte e gli sforzi non vengono resi vani perché nel 1991 viene istituita la Convenzione per un Sudafrica democratico e nel 1993 Nelson viene insignito del premio Nobel.
Nel 1994 viene eletto quale Presidente del Sud Africa: resterà al Governo sino al 1999 quando si ritirerà dalla scena pubblica.
La bontà d’animo di Mandela è notoria, un uomo che non era di provare odio per alcuno, un uomo per il quale la vendetta non era contemplata nel proprio stile di vita: a questa preferì operare per il perdono nonostante tutto il male perpetrato dai propri nemici. Riprova di ciò è l’istituzione della Commissione per la verità e la riconciliazione nel 1995: tutti coloro che si erano macchiati di terribili crimini durante l’apartheid vennero così assolti.
«L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo.» (Cit. Nelson Mandela)
Nelson Mandela: Contro il razzismo, il libro che tutti dovrebbero leggere
Nelson Mandela è un esimio uomo che non può non essere presente nei nostri ricordi, non possiamo dimenticare le sue lotte e i suoi pensieri perché, in fondo, dovrebbero essere quelli di ciascuno di noi. A tal proposito, quindi, voglio suggerirti la lettura di un testo dal titolo Contro il razzismo, edito da Garzanti, collana I piccoli grandi libri, che puoi trovare già dall’8 ottobre.
«Nell’ottobre del 1963, Nelson Mandela viene accusato di alto tradimento e terrorismo dalla corte di giustizia sudafricana: l’imputazione è di essersi battuto contro il regime dell’apartheid che schiavizza la popolazione nera del paese. Nel corso del processo, Mandela sfida gli accusatori dichiarandosi pronto a morire pur di continuare la sua battaglia per la pace e l’uguaglianza.
È condannato all’ergastolo ma la sua lotta non si interrompe: dopo ventisei anni di carcere durissimo, viene finalmente liberato e intraprende così il cammino che lo porterà a diventare il primo presidente democraticamente eletto della Repubblica Sudafricana.
In questi giorni, in cui il dibattito sulla discriminazione razziale domina le prime pagine dei giornali, Contro il razzismo ci consente di rileggere e di far tesoro delle parole alte e coraggiose di uno dei grandi eroi civili del nostro tempo.»
Abbiamo sempre cura di tenere a mente – e portare nel cuore – questo uomo e le sue grandi gesta.