Si è spento oggi, 27 luglio 2022, a Roma lo scrittore partenopeo Raffaele La Capria, all’età di novantanove anni. L’autore era una voce di denuncia, una penna messa a servizio delle realtà scomode di cui si preferisce non parlare, e anche un importante esponente della letteratura italiana del secondo ‘900.
Chi era Raffaele La Capria?
Nato a Napoli nel 1922, Raffaele La Capria compì studi di Giurisprudenza, salvo poi viaggiare per il mondo, trascorrendo periodi in Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Nel 195o si trasferì definitivamente a Roma, ma senza perdere una vena d’internazionalità: nel 1957, infatti, si recò ad Harvard per frequentare l’International Seminar of Literature.
Durante la sua carriera letteraria, esordita con Un giorno d’impazienza, fu autore di circa una ventina di romanzi e molteplici raccolte di racconti. Tra quest’ultimi, spicca il pezzo Non bisognerebbe parlarne, scritto per Napoli nessuna e centomila, volume curato da Repubblica. Tuttavia, la sua opera più celebre è di sicuro Ferito a morte, volume che denuncia la realtà del capoluogo partenopeo, e che si è aggiudicato il Premio Strega del 1961.
Sempre in ambito letterario, Raffaele La Capria compose svariati pezzi comparsi sul Corriere della Sera e dal 1990 co-diresse la rivista letteraria Nuovi Argomenti.
Oltre all’attività di scrittore, Raffaele La Capria fu sceneggiatore di radioprogrammi Rai e co-sceneggiatore in molti film del regista Francesco Rosi. Collaborò, poi, con Lina Wertmüller alla sceneggiatura del film Ferdinando e Carolina.
Nel corso della sua carriera, l’autore fu insignito di numerosi premi e riconoscimenti, come il Premio Campiello alla carriera; il Premio Chiara, sempre alla carriera; il Premio Viareggio per la raccolta L’estro quotidiano; il Premio Alabarda d’oro alla carriera per la letteratura e infine il Premio Brancati.
Ecco le parole con cui lo ricorda il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi:
“La scomparsa di Raffaele La Capria priva Napoli di uno dei suoi più acuti interpreti e di uno dei suoi più intriganti narratori. I suoi romanzi, dal memorabile ‘Ferito a morte’ del 1961 sino ai più recenti, le sue intense raccolte di racconti, le stilisticamente efficaci scritture autobiografiche, le eleganti traduzioni di scrittori cruciali per la modernità hanno sempre rappresentato punti di vista originali e provocatoriamente divergenti sulla contemporaneità.
Nell’esprimere la mia vicinanza al dolore dei familiari e degli amici di ‘Dudu’ a nome di tutta la città, sono sicuro che le scritture di La Capria saranno sempre impareggiabili strumenti di comprensione del mondo che ci circonda e soprattutto continueranno a restituire un potente sguardo obliquo e perciò rivelatore della complessità della nostra città. Sarà dovere di questa Amministrazione omaggiarne la memoria”.