Il caso del Mostro di Firenze è una delle vicende più oscure e inquietanti della cronaca nera italiana. A distanza di oltre quarant’anni dagli efferati delitti che insanguinarono la Toscana tra il 1968 e il 1985, la verità sembra ancora lontana. Le condanne ai cosiddetti “compagni di merende” – Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti – non hanno mai convinto del tutto l’opinione pubblica, e oggi nuove rivelazioni potrebbero cambiare per sempre la narrazione ufficiale.
Chi era il Mostro di Firenze: una storia di sangue e mistero
Tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Ottanta, una serie di omicidi brutali commessi nelle campagne intorno a Firenze sconvolse l’Italia intera. Le vittime erano coppie appartate in auto, aggredite di notte da un assassino (o più di uno) che uccideva con una pistola calibro .22 e, in alcuni casi, compiva mutilazioni sui corpi femminili.
Il primo delitto attribuito al Mostro risale al 1968, ma fu solo negli anni Ottanta che le forze dell’ordine iniziarono a collegare i vari omicidi come opera di un unico killer seriale. Il caso divenne un fenomeno mediatico senza precedenti, dando vita a una delle indagini più lunghe e controverse della storia giudiziaria italiana.
Dopo anni di indagini e processi, l’attenzione si concentrò su un gruppo di uomini toscani soprannominati i “compagni di merende”, con Pietro Pacciani come figura centrale. Tuttavia, le prove contro di loro si basavano soprattutto su testimonianze contraddittorie e indizi deboli, e ancora oggi molti investigatori e giornalisti mettono in dubbio che siano stati davvero loro a commettere gli omicidi.
Il “Mostro di Firenze” non è mai stato identificato con certezza. Il suo nome continua a evocare paura, mistero e ossessione, diventando nel tempo un simbolo delle ombre più profonde della società italiana.
Il Mostro di Firenze. La verità nascosta: il nuovo libro di Rinaldi e Torrisi
Il giornalista d’inchiesta Pino Rinaldi, volto noto di Chi l’ha visto e Ignoto X, torna a indagare sul caso con un’opera che promette di riscrivere la storia:
Il Mostro di Firenze. La verità nascosta (Mursia, pp. 292, €17), scritto insieme al generale dei Carabinieri Nunziato Torrisi, uno dei primi investigatori a seguire la cosiddetta “pista sarda”, mai approfondita a fondo e poi archiviata alla fine degli anni Ottanta.
Il libro, riveduto e ampliato con cinque nuovi capitoli rispetto alla precedente edizione (Il mostro è libero se non è morto), offre una lettura radicalmente diversa rispetto alla versione processuale. Rinaldi e Torrisi sostengono che non esista alcuna prova concreta contro Pacciani, Vanni e Lotti, e che le indagini dell’epoca abbiano ignorato o soffocato altre piste investigative più promettenti.

La pista sarda: un’indagine mai conclusa
Secondo quanto raccontano gli autori, la “pista sarda” portava a una serie di sospettati con legami e moventi più solidi rispetto ai “compagni di merende”. Torrisi, che seguì personalmente quelle indagini, afferma che si era arrivati molto vicino alla verità, ma che le sue ricerche furono interrotte proprio quando si stavano toccando “livelli altissimi”.
Rinaldi spiega che l’inchiesta si basa su documenti originali, testimonianze e analisi tecniche che oggi assumono un nuovo valore alla luce delle nuove prove scientifiche e testimoniali. La Corte d’Appello d’Assise di Genova ha infatti riconosciuto come “prova nuova” parte del materiale presentato, e tra un mese o poco più la Cassazione dovrà decidere se riaprire il processo che condannò i “compagni di merende”.
Un’inchiesta tra cronaca e narrativa
Il saggio di Rinaldi e Torrisi non è solo un libro di inchiesta, ma un viaggio narrativo che unisce rigore giornalistico e tensione da romanzo giallo. Come scrive nella prefazione Valerio de Gioia, Consigliere della Corte d’Appello di Roma:
“Il libro non racconta un fatto, te lo fa rivivere. Non descrive un luogo, ti ci porta. Magia della scrittura immersiva e dell’enorme lavoro di documentazione.”
Il racconto si apre con un viaggio in treno, quando Rinaldi contatta Torrisi per intervistarlo: un incontro che diventa il punto di partenza di una ricostruzione meticolosa degli eventi, dei depistaggi e delle verità nascoste dietro uno dei casi più controversi d’Italia.
Una possibile svolta giudiziaria
Se la Cassazione dovesse accogliere l’istanza di revisione, il processo sul Mostro di Firenze potrebbe essere riaperto dopo oltre trent’anni, con conseguenze clamorose. “Se verrà accolta, sarà impossibile non considerarli innocenti”, afferma Rinaldi, convinto che la nuova verità emergerà finalmente alla luce.
Per il generale Torrisi, dire che i tre “compagni di merende” siano i veri autori dei delitti “è una barzelletta”. Una frase che sintetizza tutta la forza di un’inchiesta che punta a capovolgere decenni di certezze giudiziarie.
La verità, finalmente?
Con Il Mostro di Firenze. La verità nascosta, Pino Rinaldi e il generale Torrisi riaccendono i riflettori su un mistero che continua ad affascinare e inquietare.
Il libro si impone come una lettura imprescindibile per chi ama la saggistica investigativa, ma anche per chi vuole capire come si costruisce – e si smonta – una verità giudiziaria in Italia.