A ottobre 2019 John Le Carré, maestro della spy story, aveva fatto una delle sue ultime uscite pubbliche per manifestare contro la Brexit.
John Le Carré è morto il 13 dicembre all’età di 89 anni.
Celebre soprattutto per per le sue storie di spionaggio critiche nei confronti della società moderna, che vanno dai tempi dalla Guerra Fredda ai fallimenti della globalizzazione.
In La spia corre sul campo, uscito poco più di un anno fa, aveva raccontato gli anni della Brexit, immaginando un’alleanza tra i servizi segreti di Londra e l’America di Trump con il duplice scopo di minare le istituzioni democratiche europee e smantellare il sistema internazionale dei dazi.
Nat, un veterano di 47 anni del Secret Intelligent Service britannico, è tornato a Londra con la moglie Prue, convinto che i
Ma a causa della crescente minaccia russa, l’agenzia ha un nuovo incarico per lui: prendere in mano il Rifugio, una defunta sottostazione del quartier generale di Londra, con un gruppo improbabile di spie. L’unico elemento brillante della squadra è la giovane Florence, che tiene d’occhio il Dipartimento per la Russia e un potente oligarca ucraino, invischiato in affari poco chiari.
Nat non è solamente una spia, ma anche un appassionato giocatore di badminton e da qualche tempo il suo usuale avversario nelle partite del lunedì sera è un giovanotto che ha la metà dei suoi anni: l’introspettivo e solitario Ed Shannon. Ed odia la Brexit, odia Trump e odia il suo lavoro presso un’agenzia di stampa. Ma è proprio lui, tra tutte le persone improbabili, che condurrà Nat, Prue e Florence lungo il sentiero della rabbia politica che si impadronirà di loro
Aveva detto, tramite uno dei suoi personaggi:
È mia convinta opinione che per la Gran Bretagna, per l’Europa e per la libera democrazia in tutto il mondo, l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue al tempo di Trump e la conseguente dipendenza senza riserve sugli Stati Uniti in un’era in cui gli Usa hanno imboccato la strada del razzismo istituzionale e del neo-fascismo è un disastro senza precedenti.
Vero nome David J. M. Cornwell, era nato nel 1931 a Poole, nella regione inglese del Dorsetshire. Aveva insegnato all’università di Eton, poi era diventato un funzionario del ministero degli Esteri britannico ed era stato reclutato dall’MI5 e poi dall’MI6. Proprio grazie all’esperienza nei servizi segreti creerà il personaggio di George Smiley, leggendario protagonista di numerosi suoi romanzi.
L’esordio letterario è con Chiamata per il morto, a cui segue Un delitto di classe, ma sarà La spia che venne dal freddo del 1964, che lo renderà famoso. Oltre 20 milioni di copie vendute nel mondo, racconta la storia di Alec Leamas, agente britannico trasferito nella Germania dell’Est, che sarà interpretato sul grande schermo da Richard Burton nel primo di una lunga serie di adattamenti delle sue opere, tra cinema e tv.
Cambiamento negli scritti di John Le Carré
Nel 1991 finisce la Guerra Fredda e John Le Carré cambia soggetti nei suoi romanzi; gli eccessi del nuovo mondo che si va costruendo dopo la caduta del muro di Berlino sono i nuovi suoi soggetti: mafia, traffico di armi e droga, riciclaggio di denaro e terrorismo. Scrive Il sarto di Panama e Il giardiniere tenace che arriva al cinema. Il nostro traditore tipo e Una verità delicata che raccontano di ciò che succede e si manovra all’interno di ambasciate, ministeri e banche.
Negli ultimi Le Carré ha vissuto tra Cornovaglia e Hampstead. Sposato due volte, ha avuto quattro figli e tredici nipoti. Nel 2011 ha lasciato in eredità tutti i suoi archivi alla Bodley Library, a Oxford, dove ha studiato lingue negli anni ’50.
Disse: “Per Smiley, come per me, Oxford è la nostra casa spirituale. E mentre ho il massimo rispetto per le università americane, la Bodley Library è il luogo dove riposerei il più felice possibile”.