Ciao Mirca
con piacere ti ritroviamo in questa rubrica. Parleremo questa volta soprattutto dell’ultimo tuo libro Sopravvissuti. Mirca Ferri è già stata nostra ospite e ci ha raccontato dei suoi esordi e degli altri scritti: Lati scaleni e Direzione ipotenusa
Sopravvissuti è una raccolta di brevi racconti. Come mai hai scelto questo genere?
Cara Maura, ho scelto di fare con “Sopravvissuti” una breve raccolta antologica anziché un romanzo per poter trattare più temi a me molto cari, in un unico testo che risultasse breve e piacevole come lettura estiva.
Ho apprezzato molto la tua scelta di divisione in modi temporali ma non è stata voluta. Diciamo che, parlando della Seconda Guerra Mondiale e del Vietnam non si poteva che usare un passato remoto. La strage di Bologna ho voluto che apparisse al lettore una Storia più attuale affinché se ne abbia ancora una memoria viva nonostante siano passati quasi 40 anni.
Gli altri capitoli devono essere per forza al presente poiché trattano tematiche attuali che sono frutto dell’eredità di un passato ancora troppo presente e che non si sta evolvendo in futuro.
Gli altri capitoli devono essere per forza al presente poiché trattano tematiche attuali che sono frutto dell’eredità di un passato ancora troppo presente e che non si sta evolvendo in futuro.
Se dovessi scegliere uno di questi racconti e farlo diventare un romanzo, su quale punteresti?
Se dovessi scegliere un racconto per farvi un romanzo sceglierei “Fiori di Cenere”
Il grigio del dopoguerra, il nero della notte, il rosso delle fiamme, l’azzurro degli occhi. Tanti colori in questo libro. Tu che colore abbineresti?
I tanti colori citati nel testo rappresentano, per me, la multiculturalità che stiamo vivendo e dalla quale dovremmo apprendere gli aspetti positivi e permettere, gli uni con gli altri, un’interazione sociale che potrebbe arricchire fortemente ognuno di noi, come Paese e come singoli individui.
Un ultima domanda per Mirca Ferri
Ci spiegheresti il significato di questa cover?
La cover del libro è uno sfondo di marmo. L’ ho scelta per ricordare la anticipare, al lettore, la crudeltà, a tratti giornalistica, dei racconti, freddi e duri come appunto lo è il marmo. La colorazione a macchie rosse più scure e più chiare è, ovviamente, un riferimento al sangue che viene versato in ogni capitolo ed è come che inondasse questo marmo.
Grazie Maura. Grazie a te Mirca e tanta fortuna!
In questa intervista si comprende ancora meglio il significato che l’autrice ha desiderato dare al suo testo. Uno spaccato di realtà odierna e storica che ti lascia senza fiato e ti costringe a riflettere.