Oggi nella rubrica di Autori in Tasca analizzeremo uno scrittore, attivista politico e vincitore del premio Nobel: Miguel Angel Asturias.
Chi era Miguel Angel Asturias?
Nacque in Guatemala il 19 ottobre del 1899. La famiglia, con opinioni liberaliste educò Miguel Angel Asturias nello stesso modo, peccato che il paese fosse governato dal dittatore Manuel Estrada Cabrera che portertò la famiglia a trasferirsi altrove. Tornarono nella capitale solo nel 1908. Miguel Angel Asturias iniziò subito gli studi in medicina per poi lasciarla e iscriversi alla Facoltà di Legge. Iniziò ad occuparsi di politica nel 1918.
Appena laureato si trasferì a Londra e fu qui che si appassionò dell’arte Maya tanto che per questo, si trasferì successivamente a Parigi. In Francia ebbe modo di conoscere artisti e intellettuali europei come Luigi Pirandello, Georges Braque, Thomas Mann, Pablo Picasso e James Joyce ma frequentò soprattutto i surrealisti Tristan Tzara, André Breton e Louis Aragon che influenzarono la sua produzione letteraria, anche se Miguel Angel Asturias precisò di credere che il surrealismo francese fosse “Molto intellettuale, mentre nei miei libri il surrealismo acquista un carattere completamente magico, completamente differente. Non è un atteggiamento intellettuale, ma un atteggiamento esistenziale. È l’atteggiamento dell’indio che, con una mentalità primitiva e infantile, mescola la realtà e l’immaginazione, la realtà e il sogno. Del resto, il Guatemala è un paese surrealista“.
Dal 1966 divenne Ambasciatore del Guatemala in Francia. Vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1967. Pubblicò versi di varia ispirazione ma è noto soprattutto come narratore.
In Leyendas de Guatemala (1930), un libro di evocazioni in cui si confondono miti, storie, sogni, viene rappresentato essenzialmente l’incanto che avvolge il mondo indio. Il romanzo El señor presidente (1946) mette a nudo la drammatica realtà sociale e politica del Guatemala sotto la dittatura di Manuel Estrada Cabrera. Hombres de maíz (1949) riprende i motivi di denuncia della dolorosa situazione dell’America Latina, velandola di un’atmosfera magica. L’impegno sociale dello scrittore si fa ancora più manifesto nei romanzi successivi: Viento fuerte (1950), El papa verde (1954), Los ojos de los enterrados (1960). Particolarmente vivo è il richiamo al mondo indigeno in Mulata de tal (1963), nei racconti El espejo de Lida Sal (1968) e negli ultimi romanzi: Maladrón (1969), Viernes de dolores (1972).
«…Patria dei perfetti mari, tuoi
per profondità e ricche coste,
più salmastri oggi per i tuoi dolori!Patria delle perfette messi, prima
che tue, giubilo del popolo, gente
con cui ora nel dolore cresci!Patrie delle perfette gioie, fatte
di suono, di colore, di sapone, d’aroma,
per chi ora non atroci!…»
Miguel Angel Asturias morì a Madrid il 9 giugno del 1974.
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