C’è un solo modo per definire Raybearer di Jordan Ifueko: sensazionale. La decisione di Fazi editore di pubblicare questo romanzo all’interno della collana Lainya è stata molto più che azzeccata: la definirei quasi un dono per tutti gli amanti del fantasy ben costruito, con una trama avvincente, una protagonista forte e una linea ben definita. Insomma, il mio libro dei sogni.
Prima di avventurarci nella trama e nella recensione, trovo sia il caso di dare qualche informazione sul romanzo in sé – visto che Fazi ce le ha già rene note: Raybearer è il primo volume di una dilogia conclusa già pubblicata in lingua inglese. Tuttavia, la casa editrice ha annunciato che il secondo capitolo sarà disponibile in italiano già verso la fine di quest’anno (quindi dormi sonni tranquilli, non sarà una serie rimasta incompiuta negli anni).
E ora è il momento di iniziare il viaggio
Tarisai sogna – prova anche a scappare ma, ahimè, non va molto lontano – fino al giorno in cui sua madre non le dà la più sconvolgente delle notizie: è giunto per la bambina il momento di lasciare la sua casa d’infanzia alla volta della capitale, del palazzo dell’imperatore.
Qui dovrà svolgere il compito più importante, quello per cui i tutori ingaggiati dalla madre l’hanno preparata da tutta la vita: farsi accettare tra le mura della corte e, quando la fiducia velerà lo sguardi di chi le sta intorno, far scorrere del sangue.
Tarisai però, non è per nulla certa di voler fare del male a qualcuno, anche se a ordinarglielo è stata la persona che più ama al mondo. Cosa farà, quando giungerà il momento di scegliere?
Raybearer di Jordan Ifueko: la mia recensione
Le parole quasi non bastano per catturare, raccontare, dipingere l’esperienza che è leggere Raybearer di Jordan Ifueko. È uno di quei romanzi di cui non sapevi di aver bisogno, fino a quando non lo inizi. E da quel momento non puoi far altro che venire risucchiato dalle pagine.
Iniziamo dall’ambientazione, perchè l’ho trovata così suggestiva, ben descritta e magistralmente costruita, che per quanto mi riguarda sarei stata contenta anche se la trama fosse stata meno sensazionale – ovviamente ho gioito nel trovare una storia complessa e ricca di colpi di scena. La scopriamo insieme a Tarisai, la protagonista, quando il suo viaggio ha inizio, serpeggiando tra le praterie di Swana, fino ad arrivare alla città di Oluwan in un turbinio di colori, suoni di tamburi, e diverse culture che coesistono all’interno di uno stesso impero.
Ho davvero apprezzato la spiccata caratterizzazione con cui ognuno dei dodici popoli viene descritto: tutti hanno dei tratti specifici nell’abbigliamento, nella parlata, nell’aspetto fisico che li rendono equiparabili a culture del nostro mondo, permettendoci di creare parallelismi e collegamenti – e in questo modo di riflettere sul nostro presente, man mano che la storia prosegue.
La prevalenza di culture che si rifanno a quelle dei Paesi dell’Africa occidentale mi hanno permesso di esplorare sfaccettature, abitudini e tradizioni che non avevo mai incontrato, dando al fantasy – che, ammetto, nella mia testa di solito si abbina a foreste impenetrabili, lunghi viaggi a cavallo e un senso generale di freddo e bagnaticcio – una connotazione nuova e interessantissima.
Mi ha molto affascinato la capacità di Jordan Ifueko di dare vita a un mondo coerente, in cui non esistono solo il bene o il male, ma anche una zona intermedia, reale. Perchè il principe buono e gentile, a volte è troppo buono e gentile; dove non tutti i saggi sono sempre nel giusto; dove la storia scritta dei vincenti comincia a stare troppo stretta; dove si cerca la verità, per quanto essa possa essere scomoda e, a volte, poco piacevole.
Ed è qui che entra in gioco Tarisai, la protagonista forte e indomita, la luce scintillante del romanzo. Una bambina assetata d’amore tanto da ubbidire quasi ciecamente a ogni comando prima, una donna retta, pronta a combattere per ciò in cui crede e che ritiene giusto poi. Nel suo percorso non mancano scivoloni, momenti in cui avrei voluto prenderla per le spalle e scuoterla, e altri in cui avrei voluto confrontarla. È una vittima di abuso psicologico che lotta con le unghie e con i denti per non farsi trascinare di nuovo nella solitudine, che è pronta a tutto per salvare le persone che ama. Quella descritta da Jordan Ifueko è una figura da prendere ad esempio, a cui rivolgere un pensiero nei momenti d’indecisione.
Tarisai è una forza trascinante che non può fare a meno di coinvolgere chi le sta intorno, anche quando cerca in ogni modo di evitarlo. Una donna dal cuore grande che non esita a fare tutto il possibile per estirpare le ingiustizie. E, ci tengo a dirlo, una protagonista che si salva da sé, senza essere una donzella in difficoltà – certo, ogni tanto qualche momento di debolezza è lecito anche in lei, ma ho avuto più volte l’impressione che fosse Ekundayo, il principe, ad aver bisogno di un cavaliere in armatura scintillante.
L’unica cosa che non mi convince troppo dell’edizione Fazi del romanzo di Jordan Ifueko è la copertina. Il lavoro all’interno del volume è splendido, dai titoli dei capitoli, alla mappa, fino alle pagine che marcano l’inizio di ogni nuova sezione: tutto è in linea con il tema e la trama. Tuttavia, guardando la cover, soprattutto dopo averla confrontata con l’originale, non riesco a smettere di pensare che manchi qualcosa – forse un tocco indaco? Ovviamente, però, si tratta di un’opinione personale.
Per concludere, Raybearer di Jordan Ifueko è un romanzo che mi è piaciuto alla follia, che vorrei dimenticare per poterlo rileggere subito, di cui aspetto con ansia il seguito. Una storia complessa d’amicizia, amore, lealtà; in cui non tutto è come sembra e nulla è impossibile. Consigliatissimo.