Memorie in versi di Paolo Cordaro è una raccolta di poesie autobiografiche edita da WritersEditor, giocata sul filo della memoria e della nostalgia. Lo stesso titolo anticipa il carattere della raccolta e predispone il lettore ad entrare nel mondo del poeta ripercorrendo con lui ricordi, reminiscenze, nostalgie e rimpianti.
Il mio primo impatto con Memorie in versi di Paolo Cordaro, è stato sorprendentemente empatico e adesso ti spiego il perchè. Premetto che non avevo mai letto nulla che lo riguardasse: nel grande numero di poeti e affini che invade il mondo contemporaneo ci si smarrisce facilmente e molto spesso l’offerta supera di gran lunga la domanda, ammesso che si domandi di poesia considerando l’osticità della materia.
Ho attribuito l’impatto empatico con la raccolta di versi alla parola memoria, perché come ben affermano fior di poeti e scrittori la memoria è importante sia a livello individuale che collettivo. Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro, dichiarava Luis Sepulveda e volendo, la frase diventa valida anche parafrasata e applicata al singolo soggetto: un uomo senza memoria è un uomo senza futuro. Le radici di ognuno, quello che siamo o che saremo affondano in ciò che siamo stati: per questo sono importanti, su di esse si costruisce il progetto di ciò che diventeremo.
Avrà pensato al grande valore della memoria Paolo Cordaro componendo le liriche di Memorie in versi? Non lo so, non posso saperlo. Il titolo però la dice lunga sul valore che il poeta dà alla memoria ed è per questo che a quelli come me, cultori della memoria e della sua importanza, è facile scatti l’empatia immediata per la raccolta anche solo leggendo il titolo. Superato il primo impatto, nasce la voglia di approfondire e capire se le aspettative corrispondono alla realtà. Ed è con la volontà di entrare nei meccanismi che hanno regolato il vissuto di Paolo Cordaro che mi sono approcciata alla lettura di questa raccolta.
Memorie e poesia
Non so tu caro lettore ma io aprendo un libro ho l’abitudine di leggerlo integralmente dalla prima alla quarta di copertina, passando per dediche, presentazioni, dettagli tecnici, ringraziamenti e indici senza tralasciare nulla. Nel leggere una raccolta di versi diventa essenziale conoscerne la prefazione che a volte coincide con la presentazione da parte dell’autore, altre no. In Memorie in versi la prefazione affidata alla penna di Antonio Capitano ha un posto di tutto rispetto, a mio avviso.
La poesia è capace di attraversare il mondo e per fortuna ha la capacità di resistere a tutto. Ha una forza, una sostanza. Spesso si trasforma in pensiero universale. Non importa se identifica persone e luoghi precisi […]
Esordisce così la prefazione di Antonio Capitano per Memorie in versi di Paolo Cordaro e chi un minimo mastica di poesia non può che essere d’accordo. È assolutamente vero: la poesia si trasforma, quando è poesia vera, in pensiero universale capace di superare tutti i confini spazio-temporali. Non si spiegherebbe altrimenti l’universalità di certi poeti che hanno lasciato versi immortali e non si sono mai mossi da casa.
Paolo Cordaro, con le tematiche di questa silloge, rientra in quell’universalità poetica fatta di memoria comune a chi ne apprezza il valore, a chi sa che senza memoria non c’è futuro. Il suo vissuto di uomo e di poeta diventa paradigma del vissuto collettivo, la sua memoria si interseca con la memoria di chi legge e trova similitudini con il proprio vissuto.
Era il tempo…/ delle primavere gioiose e/ delle lunghe passeggiate,/ della chitarra e delle canzoni/ urlate a squarciagola,/ sdraiati sulle panchine dei giardini, […]
Chi non ha sperimentato, chi può dire con le dovute differenze, di non aver avuto primavere gioiose e canzoni da urlare a squarciagola? Ed ecco qui l’esempio dell’universalità della poesia. Ed ecco qui la sensibilità del poeta che conserva la memoria del tempo e ne fa canto. E il canto diventa testimonianza di memoria, per se stesso e per gli altri che vi si riconoscono come in un Piccolo infinito microcosmo,/ trampolino di voli pindarici e/ di leggende nostrane che/ volteggiano nel cielo/ senza mai planare./ (Casello ferroviario)
Il tempo e le memorie
Memorie in versi è una silloge poetica che insegue la memoria del tempo passato, insegue luoghi, presenze, visi e vite inevitabilmente cambiati ma che Cordaro conserva dentro di sé con cura, come in uno scrigno di preziosi da aprire di tanto in tanto per verificare che il tempo non ha logorato i ricordi, anzi ha lasciato intatta tutta la memoria dei volti amati, dei luoghi, delle abitudini, delle prime esperienze, delle amicizie, degli amori. E assieme alle gioie ha lasciato intatti anche i dolori e i rimpianti mentre la nostalgia dell’ieri andato sembra ancora, in certi momenti, premere sulla pelle come punta di spillo acuminato.
Cerco/ momenti che accendo il ricordo./ Piccole botteghe/ dai profumi stagionati,/ stagioni d’incerte piogge/ che imprimono lembi di nero scuro./ […] È musica sulle spalle,/ è orgia su due ruote,/ è goccia a goccia dal cuore./ […] Intorno nulla è restato,/ è raro il quadrifoglio./ Continuo a cercare,/ dentro di me e…/ …c’è. (Cerco)
Qualche nota tecnica
A questo punto, parlando di poesia, mi tocca fare un piccolo inciso che nulla toglie al valore poetico in sé della silloge ma che volente o nolente, fa parte della scrittura in versi e non si può ignorare. La poesia ha le sue regole che pur essendo molto elastiche ed adattabili, devono essere rispettate. Se le tematiche di Memorie in versi di Paolo Cordaro presentano contenuti pregnanti e condivisibili non posso fare a meno di notare che da un punto di vista strettamente tecnico qualche piccola defaillance salta agli occhi. Oppure si potrebbe chiamarle licenze poetiche?
Lo stile della raccolta è articolato, versi liberi si alternano a versi sciolti e in rima, tanto che ho avuto l’impressione (sottolineo è una mia impressione e non una verità incontrovertibile) di leggere quasi una scrittura a due mani. Le rime senza regola fissa che in alcuni componimenti danno musicalità ai testi, in altri, a mio avviso, disturbano il contesto del componimento e appaiono quasi forzate come se il poeta cercando la rima a tutti i costi, adatti i versi alla rima e non viceversa: il risultato a mio avviso sminuisce il valore poetico del contenuto che è innegabile.
Bella ed elegante la veste tipografica di Memorie in versi: il disegno di copertina e quelli presenti all’interno delle pagine dell’artista Luca Candidi, rendono la raccolta godibile e raffinata anche esteticamente.
L’autore Paolo Cordaro
Nato a Bagni di Tivoli (Tivoli Terme) il 30 agosto 1966, scrive poesie e racconti da circa venti anni. Nel 2002 ha pubblicato A tua immagine, nel 2006 Gocce di Sole, nel 2009 Aulenti Dintorni, nel 2012 La meta dell’essere, nel 2014 Frammenti d’Essenza e nel 2016 Il Senso del cammino. Nel 2018 esordisce con una raccolta di poesie d’amore, Suadenti Sensazioni, con la prefazione curata da Marcia Theophilo, poeta brasiliana, candidata al Nobel per la letteratura.
Dice di sé stesso
Le mie poesie sono emozioni in versi, sono la mia libertà di confrontarmi con le brutture del mondo moderno. Metto in versi i miei ricordi di infanzia, le mie prime passioni, ma anche ciò che sono adesso. Vivo le emozioni della poesia come ossigeno. Non potrei mai vivere senza riempire i fogli bianchi delle mie emozioni.